Nel precedente incontro presentava il brano No money No cash ad annunciare le nuove direzioni sonore intraprese da una fra le indie band più interessanti del Salento.

Il nuovo album s’intiola: Amore o Purgatorio è lo definiscono come «la redenzione dell’indie italiano».

Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Marco Ancona dei Fonokit. Bentrovato, Marco.

Ciao Patrizio

Perché un’affermazione così netta su Amore o Purgatorio «la redenzione dell’indie italiano»?

Ormai con quest’affermazione del nostro ufficio stampa mi sto cacciando nei guai 🙂 io non c’entro niente! È solo un lancio pubblicitario ironico legato al titolo dell’album. Pensandoci su forse si potrebbe affermare in maniera superficiale che, essendo un disco particolarmente prodotto rispetto all’ultimo Non è abbastanza ancora dei Bludinvidia, rischia semplicemente di essere più trasversale. In realtà è comunque molto più sperimentale ed intrigante rispetto a Non è abbastanza ancora che al contrario era molto omogeneo nell’essere un disco rock’n’roll e nell’avere quella sonorità marcia e volutamente anti-radiofonica dall’inizio alla fine, caratteristiche che non lo rendevano trasversale neanche nell’ambito dello stesso pubblico “indie”, “alternativo” o come lo si voglia chiamare. Ma questa è soltanto una riflessione che sto facendo in quest’istante, non li ho mai paragonati. Per noi è solo il nuovo disco con cui abbiamo inaugurato il percorso Fonokit.

Quale l’elemento distintivo di questo lavoro?

Penso innanzi tutto che sia un disco molto sentito da parte nostra. Un disco che riflette i milioni di dubbi, insoddisfazioni e insofferenze che ci assalgono in questi ultimi anni che stiamo vivendo. Li stiamo soffrendo un po’ tutti e questo disco ne è la nostra personale visione. Un’esternazione tutta in prima persona dagli occhi di un adulto della nostra disillusa e decadente generazione. A livello strettamente musicale credo che l’elemento distintivo che salta all’occhio e all’orecchio sia quest’approccio alla produzione da musica elettronica fatta paradossalmente con strumenti tradizionali: chitarra, basso, batteria, piano elettrico. Questo connubio è stato l’ispirazione che originariamente ha dato il via ai lavori per il disco, come nuova formula per sperimentare ed ottenere delle sonorità meno “convenzionali”. Io stesso che l’ho fatto quando lo ascolto non riesco sempre a distinguere tra tutti i suoni qual’è la chitarra, qual’è il synth ecc.. e per me è sintomo che il risultato che volevamo l’abbiamo ottenuto.

Con il brano Non Esiste avete presentato l’album, un brano che racconta una storia chiusa?

Sì, questo è evidente ma in realtà ha un significato tra le righe che va oltre ciò che ti fa intuire il testo in maniera più diretta. Oltre tutto se noti durante il brano non si fa mai riferimento esplicito ad una donna. La riflessione sulla storia chiusa è in realtà un gancio per riflettere su questa forma di autodifesa verso le varie realtà disilludenti e tutt’altro che luminose dei nostri tempi. Questo per esempio, come dicevo prima, fa parte degli atteggiamenti di una fetta di gente della mia generazione. Quella più disillusa che dalle vicissitudini degli anni novanta è rimasta delusa e che non si è assuefatta alle porcherie da cui è circondata. Per farti un esempio più blando: se la tv passa sempre più programmi “scadenti” o è politicamente di parte si fa semplicemente a meno di guardarla. La tv in questo caso “non esiste”, tanto non è un mezzo necessario per vivere, esistono mezzi di comunicazione alternativi e comunque cose molto più importanti per le quali continuare a battersi costruttivamente. Il triste risultato venuto fuori dai nostri sforzi è che non riesci a combattere in maniera diretta un dinosauro, una casta di potenti o qualsiasi altra cosa molto più grossa di te che comanda la vita di burattini. Di conseguenza uno dei metodi che si è rivelato un po’ più efficace è stato combatterli ignorandoli, aggirando gli ostacoli creandosi altre realtà parallele. È come lo spirito con cui oggi si fa politica che è cambiato rispetto a quello di una volta legato concretamente agli ideali. Ci si sentiva veramente rappresentati e si facevano le corse ai seggi. Oggi sono in tanti a non votare o a votare il meno peggio solo per opposizione. Ne parlo anche in Sedia Elettrica, un altro brano dell’album.

Quale la location scelta per girare il videoclip?

Sono due le location: il faro di Punta Palascia di Otranto e l’impianto eolico di Lecce. In seguito al video in grafica di No Money No Cash, Fabio Salituro (il regista dei nostri nuovi due video) aveva optato per uno più realistico per Non esiste. Sono state prese in esame diverse location e queste due sono quelle che lo hanno colpito di più.

Quali temi affrontati nei brani?

A parte il brano che chiude l’album che è una storia di fantasia, tutte le altre canzoni prendono spunto da stralci di vissuto reale. Si parla d’amore, di politica, di televisione, di indecisioni, del senso di non-appartenenza alla realtà in cui si vive. Dello spirito e della luce di lettura dei brani ne abbiamo parlato abbondantemente.

La vostra linea sonora precorre la linea del punk. Una scelta con riferimento ad una voglia di cambiare una società a volte troppo “comoda”?

No. Non siamo punk combattente dalle tematiche socio-politiche come si intende in senso tradizionale tipo Clash, Sex Pistols o chi altro. Probabilmente la parte “punk” presente nei nostri connotati deriva semplicemente dal rock’n’roll, dalla new wave come post-punk ecc.. è solo un modo di esprimersi musicalmente nella maniera più semplice e diretta. Non facciamo punk per come si intende questo genere, abbiamo solo un approccio agli strumenti e una maniera di sputare in faccia le parole molto cruda ed essenziale. Fa parte dei nostri gusti, quando sento musica generalmente non mi arrivano facilmente i messaggi diluiti da cantati con troppi gorgoglii o con assoli da dieci minuti. Credo che lo spirito più “punk” che viene fuori dalla nostra musica sia lo stesso che viene fuori dalla musica fatta da chiunque suoni come gli pare, in maniera schietta e con pochi fronzoli. Qualsiasi genere musicale suoni.

Avete in programma dei live?

Sì, proprio in queste settimane stiamo preparando un live set.

Quando uscirà l’album?

A breve sarà nei negozi.

Foto: Archivio Myspace Fonokit

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