Incontrammo i Bludinvidia nel 2004 per raccontare una fra le più interessanti band rock nella scena alternativa del Salento.

Un percorso musicale che si è concluso in occasione del festeggiamento dei dieci anni di carriera con lo spettacolo Bludinvidia Blog Live.

Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Marco Ancona leader dei Bludinvidia per raccontare una nuova avventura chiamata Fonokit.

Il nome, ci spiega Marco Ancona, è ripreso da una: «Tecnica usata dalla polizia per identificare una persona attraverso il suono della sua voce, consistente nel confrontare, mediante speciali apparecchiature elettroniche, la viva voce della persona con quella non identificata che risulta da una registrazione. Da FONO(identi)KIT».

Una nuova avventura quella dei Fonokit?

I Bludinvidia si sono fermati concettualmente nel 2007 decidendo di chiudere con quello spettacolo un pò particolare chiamato Bludinvidia Blog Live come ultima data del tour relativo all’ultimo album “Non è abbastanza ancora”. Questo evento cadeva ai dieci anni esatti dalla prima nostra uscita discografica.

Dopo un mesetto abbiamo deciso di produrre del nuovo materiale e ci siamo messi a lavoro nel nostro studio, col senno di una sorta di “punto e a capo”.

Abbiamo firmato un nuovo contratto e dopo praticamente due anni di lavoro è uscito questo nuovo singolo No money No cash col nome di Fonokit.

Si potrebbe definire una nuova avventura, io la sto avvertendo un pò così, anche se probabilmente per il pubblico che ha sempre seguito i Bludinvidia – di fatto – potrebbe non esserlo.

Vedono sempre me che canto e suono la chitarra e gli altri tre che suonano i propri strumenti, siamo sempre noi.

Cosa differisce fra il progetto Bludinvidia e i Fonokit?

Innanzi tutto l’età.

Quando uscirono il primo singolo ed il primo video su MTV dei Bludinvidia avevo quasi 20 anni e ora quasi 32, un decennio molto importante e particolare nella crescita di una persona.

Perciò definirei i Bludinvidia un gruppo musicale di ragazzi che insieme hanno fatto tanta strada.

Un cammino partito dalla passione, dall’entusiamo della giovinezza e del nulla, giunto in seguito a qualche risultato soddisfacente. Il tutto grazie a tantissimo lavoro, dedizione, decine di migliaia di km di tour e molta fatica.

Fonokit., al contrario, anziché “un gruppo” lo definirei veramente un “progetto” – come tu l’hai chiamato. L’approccio è molto differente.

Una nuova filosofia e linea sonora?

Come dicevo prima, più che “filosofia” è l’approccio che è molto differente. La linea sonora anche è diversa ma non è una novità.

Noi – Bludinvidia o Fonokit che siano – ci siamo sempre annoiati di fare le stesse cose di disco in disco. E’ stato sempre così. Ci siamo sempre buttati a ricercare in nuovi campi sonori ed – esplorati ben bene nella lavorazione di un singolo disco – al successivo li abbiamo abbandonati per buttarci in altro.

La filosofia di gruppo mai decisa è sempre stata: la ricerca, andare a fondo il più possibile nella nostra esplorazione sonora estemporanea, restando all’interno dei codici stilistici principali della band, e la realizzazione del tutto.

Una e una sola volta, che resti caratteristica unica della produzione in questione e di nessun’altra precedente o futura.

Chi lavora a questo progetto?

Abbiamo lavorato tutti e quattro in fase di pre-produzione e pre-mix. Invece soltanto io e Paolo Provenzano (batterista) abbiamo affiancato il producer Mimmo Capuano (della Bliss Corporation di Torino) nelle successive fasi di mix, post-produzione e ritocchi vari.

Il video è stato promosso su YouTube e s’intitola No Money No Cash. Ci sarà anche una stampa su cd?

A quanto ne so è quasi un paio d’anni che ufficialmente in Italia non si stampano più i cd singoli fisici.. e ho anche sentito da qualche parte che in questo l’Italia è stato l’ultimo tra i vari stati del mondo.. ovviamente da buoni italiani, siamo sempre refrattari a tutte le novità e ai progressi vari.. oggi i singoli si vendono soltanto in formato digitale.

Per quanto riguarda il nostro caso specifico il video in questo momento è solo su YouTube da 3 o 4 giorni ma la promozione attraverso altri canali, sia digitali che tradizionali, non è ancora iniziata.

Un singolo che nasce dalla: «rabbia generazionale»?

Eh.. avrei da dire tante cose su quest’espressione, veramente potremmo fare un’intervista di mezza giornata in cui parlare solo di quest’argomento. Mi limito dicendo semplicemente che sono fiero di aver fatto parte dei giovani disillusi, decadenti ma rabbiosi allo stesso tempo della mia generazione.

Abbiamo ottenuto molto nel concreto, negli anni 90 ci sono state diverse rinascite e rifioriture sia in campo artistico, che in campo sociale, che in campo politico e credo che la maggior parte di noi individualmente ne sia uscito anche abbastanza bene nel passaggio all’età adulta.

Lo dimostra il fatto che in questa nuova generazione del cazzo, noi restiamo sempre quelli più arrabbiati, non anestetizzati dagli stereotipi, e che continuiamo a muoverci nel mondo col nostro caratteristico menefreghismo e istinto di sopravvivenza, vivendo al meglio che si può questo strano periodo e con ancora molto spirito costruttivo.

E’ dall’era avanti Cristo che gli adolescenti sono sempre stati più incazzati degli adulti e gli adulti rilassati, conformisti e rassegnati.

Oggi i segnali che mi arrivano da qualunque parte sembrano testimoniare l’esatto contrario. E’ ridicolo.

A chi è stato affidato il video?

La regia è di Massimo Gabutti e Fabio Salituro, ed è stato girato a Torino negli studi della Bliss Corporation.

Mi racconti della collaborazione con Afterhours per il lavoro Il paese è reale?

Fui contattato da un amico per un mio concerto da solista. Io non l’avevo mai fatto e mi presi qualche giorno per pensarci e decisi di chiamare Amerigo Verardi per chiedergli di accompagnarmi in questa cosa per divertimento, in maniera abbastanza informale.. Avevamo già collaborato in precedenza ma in occasione di un suo progetto chiamato Lotus.

Aveva fuori un disco uscito con Mescal chiamato “Nessuno è Innocente” e semplicemente mi unii come chitarrista al suo tour. Non facevamo niente insieme da 5 anni, io ero stato dapprima in tour e poi in studio per molto tempo con i Bludinvidia.

Lo chiamai e gliela proposi in questo modo.. “Amerigo, mi hanno richiesto un concerto da solo.. io da solo tutto il tempo ho paura di rompermi dopo un pò, non l’ho mai fatto.. ti va se ci andiamo insieme e cantiamo qualche canzone mia e qualche canzone tua? Magari tu scegli le mie canzoni che ti piacciono di più e viceversa…”

A lui piacque l’idea e ne colse lo spirito. Ci mettemmo a fare qualche prova e ci prese bene, iniziammo anche a lavorare su qualche inedito che lui aveva in cantiere allo stato brado, oltre che sul riarrangiamento di rispettive canzoni già pubblicate sui precedenti dischi.

Doveva essere solo un concerto ma la voce si era sparsa e ne uscirono velocemente prima 2, poi 3 ..fino a un tour italiano di un mucchio di date e nel frattempo venne fuori Manuel Agnelli che ci chiedeva un brano inedito per il suo interessante progetto Il Paese è reale” partorito in occasione della partecipazione degli Afterhours a Sanremo.

Io e Amerigo ovviamente non avevamo mica pensato addirittura di entrare in studio.. e quella ne fu l’occasione.

Ci vedemmo 2 o 3 notti in studio nei ritagli di tempo per realizzare il singolo lento Mano nella mano che appunto fu inserito nell’album degli Afterhours uscito il 25 Febbraio.

Nel frattempo siamo stati in tour in primavera e quest’estate prenderemo parte ad alcune date del tour estivo degli Afterhours come opening act.

Avete in programma un tour nazionale?

Sono cose che di solito si fanno ma non abbiamo in programma niente. Faremo quello che ci sentiremo cogliendo i feedback che darà questo nuovo lavoro. E’ un “progetto” appunto.

Cosa ci riserva allora il progetto Fonokit?

Sta per partire la promozione di questo primo singolo, sicuramente ce ne sarà un secondo con relativo video e un album con nuove 13 canzoni ..e magari terremo dei concerti.

Tutte le news saranno di volta in volta segnalate sul nostro space ufficiale all’indirizzo www.myspace.com/fonokitband.

Grazie e alla prossima!

Un comment a “Intervista a Marco Ancona: ecco a voi i Fonokit”

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