vanessa-peters-09.jpgHa scelto l’Italia per promuovere il suo ultimo lavoro Sweetheart, Keep Your Chin Up. Vanessa Peters prepara il tour fra Olanda, Belgio, Germania, Norvegia, Danimarca, oltre che in un coast-to-coast negli Stati Uniti. Al microfono di Patrizio LONGO incontriamo Vanessa Peters per vivere le intense sensazioni regalata in questo nuovo lavoro dalle sonorità country.

Perché l’Italia come prima tappa del tour mondiale. Quali sono a tuo avviso le affinità fra musica country e stile italiano?

Non c’è un motivo preciso, ovvero ce ne sono tanti.. cominciamo dall’Italia per diverse ragioni, come il fatto che suono con un gruppo di musicisti italiani (gli Ice Cream on Mondays), per cui, visto che abbiamo lavorato assieme per il disco, ci sembrava un buon punto per iniziare il tour.. ma anche perché provo tanto affetto per l’Italia. Sono anni che suono qui, sia da sola che con il gruppo e qui mi trovo bene, mi sento a casa.

Un disco Sweetheart, Keep Your Chin Up registrato fra Dallas e la Toscana due città differenti per numero di abitanti ma simili per eleganza?

Domanda difficile, forse posso affermare che la Toscana è molto più elegante di Dallas. 🙂 ma sono due parti del mondo davvero molto diverse.. ma ognuna bella a suo modo. la scelta di registrare l’album a Dallas è dovuta al fatto che il nostro produttore (Salim Nourallah) lavora lì.. ma il lavoro è iniziato in Italia, anche perché il batterista non poteva essere in America in quel periodo, quindi batteria e altro (il violoncello) sono stati fatti in Toscana.

Numerose le collaborazioni ne racconti qualcuna?

Sono tutti cari amici, conosciuti negli anni suonando qua e la’.. tanti sono olandesi.. dal momento che vado molto spesso a suonare in Olanda, e uno di loro, Alex Akela, è ormai quasi parte del nostro gruppo. lui ha contribuito tantissimo con il suo violino e il suo mandolino. poi anche Guglielmo (suona con Paolo Benvegnù e Amore) è stato un aiuto prezioso.. lui ha suonato sia la batteria che il violoncello.

Risulta difficile in un mondo di contaminazioni parlare ancora di generi ma se volessimo tracciare delle linee guida potremmo dire che questo lavoro suona con quale ritmo?

Io dico sempre folk-rock, ma forse non è proprio la “catalogazione” corretta.. sto incominciando ad usare la frase “country-noir,” che mi piace tanto.. e mi sembra più vicina a quello che faccio. un po’ country, ma non quello di Nashville che è “molto brillantini e poca sostanza”.. la nostra versione è più pesante, con testi più profondi e uno stile più complesso.

Rispetto ai precedenti lavori quale messaggio hai voluta diffondere con questo nuovo album?

Non credo di avere un vero e proprio messaggio. Scrivo su cose che mi interessano, che mi stimolano, tutto qui.. ho scritto pezzi sulla gente che viene fraintesa, perché credo che sia una cosa che succede molto spesso in questo mondo che corre troppo veloce.. non abbiamo tempo per parlare fra di noi e sentire davvero quello che dicono gli altri… sentiamo solo quello che ci serve, che ci fa comodo, senza stare ad ascoltare con la giusta attenzione. alcuni di questi pezzi toccano quell’idea.. bisogna rispettare le persone e ascoltare quando c’è da ascoltare.

Sei un autodidatta, come hai iniziato ad avvicinarti alla musica?

La musica ha sempre fatto parte della mia vita. a scuola ho sempre cantato nei cori e da ragazzina suonavo l’oboe. poi a ventun’anni ho preso in mano una chitarra, così, tanto per provare.. e il tutto è venuto abbastanza naturale. forse era il momento giusto per me, perché avevo già provato un paio di anni prima, ma senza dedicarmi allo strumento con la dovuta costanza e quindi non avevo imparato molto durante il mio primo passo di avvicinamento.

Cosa ammiri del nostro Paese?

Ammiro tante cose.. sono venuta qui come studentessa e qui sono rimasta per tanto tempo, perché mi trovo bene.. la vita è un po’ più rilassata rispetto all’America (specialmente a Castiglion Fiorentino, il piccolo paese dove vivo quando sono in Italia). Ammiro molto anche il vostro senso di Famiglia.. come la domenica stanno tutti insieme a tavola.. sono le piccole cose che mi mancano quando sono in giro per i concerti.

Nella lista delle canzoni del nuovo lavoro a quale sei particolarmente legata anche da un evento simpatico?

Drowning in Amsterdam è stata scritta dopo il mio primo tour in Olanda.. ero da sola, in giro con un enorme zaino sulle spalle e una valigia piena di dischi tra le mani, viaggiavo sempre in treno o in autobus, e pioveva tutti i giorni.. così, durante l’unico giorno di sole, in cui ero piena di gioia nel vedere FINALMENTE il sole, ho scritto questo pezzo. credo che il pezzo rifletta questa gioia così come si sente nel ritmo nella canzone.

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