insintesi-03-2010.jpgPerché INSINTESI cosa rappresenta questo nick?

Credo sia l’unione delle nostre esperienze, ma anche di tutti i musicisti e persone che ruotano intorno al progetto. Oltre a questo rende l’idea di quale sia il denominatore comune della nostra musica, l’elettronica. Cosa intendete dire quando parlate di dub elettronico?

Per noi il dub è tutto quello che deriva dalle prime sperimentazioni portate sul reggae, quindi jungle, downbeat, house, ecc; da qui ci muoviamo inserendo altri suoni che possono provenire dal raggae salentino alla musica etnica o a tutto quello che ci sembra interessante.

La collaborazione che ricordate con particolare interesse?

Con i Nidi d’Arac sicuramente è stata la più lunga e formativa, abbiamo appreso il metodo di lavoro e l’importanza del live;, dal punto di vista tecnico sono per noi importanti i consigli di Daniele De Rossi aka Science Force, un vero maestro della musica elettronica in Italia.

A vostro avviso come si muove e dove il mercato della musica definita di “nicchia”?

Credo che questo periodo possa essere importante per i circuiti indipendenti in Italia, perché i grandi mercati sono in crisi e le forme tradizionali di vendita in calo. Si deve essere alternativi anche nel saper proporre un prodotto.

Avete un sito web?

Sì, www.insintesiweb.com in rete da pochi giorni!!! Rispetto a personaggi del calibro nazionale ad esempio AGATHA, Science Force e di calibro internazionale come Adrian Sherwood. Cosa differisce il vostro suono? Il nostro suono, come ti dicevo prima, è ultimamente caratterizzato da componenti etniche mediterranee e da innesti di ragga salentino, credo siano questi gli elementi che ci differenziano da altri producers; poi parlare di Adrian Sherwood è sempre stimolante perché lo consideriamo uno dei maggiori della scena dub mondiale.

Parlando di ascolti quali i dischi che vi hanno caratterizzato?

Tutti e nessuno, una certa attenzione però l’abbiamo per Asian dub Foundation e per i primi Massive Attack. Grazie a te Patrizio, seen!!! — Ascolta intervista audio a Francesco Andriani degli Insintesi

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