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E’ il successo dell’estate “Toda joia, toda beleza” il singolo di Roy Paci indiscusso alchimista del suono. Veste con ironia e voglia di sperimentare sempre nuovi suoni e nuove collaborazioni: da Arigliano a Mau Mau da Africa Unite a Ivano Fossati da Piero Pelù a Teresa De Sio fino a Jovanotti solo per citarne alcune. Fedeli compagni di viaggio sono Aretuska.

Lo incontriamo al microfono di EXTRANET in un clima sereno di “Toda joia, toda beleza” dove si definisce: “riduttore creativo di complessità”. Il singolo ci permette di apprezzare nell’Artista non solo la maestria nel suonare la tromba, ma anche le doti canore già note in “Radio Bemba” collaborazione con Manu Chao espresse a pieno in questo nuovo lavoro.

Roy ripassa due regole fondamentali ai giovani per avere successo, le stesse in cui ha creduto: ”Immaginazione e Perseveranza”.

Nella composizioni non dimentica la Sicilia terra d’origine fra musica e sociale a raccontare questo percorso di successi.

Benvenuto nel Salento al microfono di EXTRANET incontriamo Roy Paci.

Ciao a tutti e grazie per essere qui in questa cornice che in assoluto preferisco.

“Toda joia, toda beleza” non ha bisogno di radio, internet, i-pod, discoteche di nulla per essere ascoltata. E’ il successo dell’estate, una canzone che si ascolta dappertutto. Esiste ancora, quindi, il successo dell’estate?

Sì, aggiungere che non c’è bisogno di raccomandazioni di avere un nome da superstar non c’è bisogno di altre particolari dinamiche che si verificano abitualmente quando si parla di veri tormentoni.
Confrontandomi con i brani atipici che sono stati in classifica in questi ultimi anni, vedi Caparezza ed il suo “Sono fuori dal tunnel”, ci siamo resi conto che le persone seguono più una spinta ritmica melodica che le stesse parole di un brano. Il singolo ha un testo impegnato in particolare sui contraltare scritti da Manu Chao.
Questa situazione sembra paradossale ma non è così. Noi siamo felici, quello che mi auguro e che accada anche per altri musicisti che probabilmente non hanno la stessa considerazione. Mi farebbe piacere che realtà come Bandabardò i Sud possano avere la stessa gratificazione.

Parlavi della collaborazione con Manu Chao alla realizzazione di questo estratto da “SuoNOGlobal”. E’ un inno all’estate ad una stagione che per antonomasia rappresenta l’allegria, la festa?

Vorrei correggere che è SuonoGlobal piuttosto che Suono No Globale. Naturalmente la parola si presta a mille interpretazioni.
Per la collaborazione con Manu Chao nasce nel 1999. Ho collaborato in tutti i suoi dischi e le sue produzioni, comprendendo anche quelle per altri come Amadou & Mariam, Tonino Carotone.
Ho pensato fosse arrivato il momento di coinvolgerlo in questa nostra avventura. Negli altri lavori ti confesso non mi sentivo ancora pronto per scomodare un grande Artista come Manu Chao.
Non mi piace utilizzare i grandi nomi per un semplice ritorno pubblicitario.
Dicevo questo è il momento opportuno perché “SuoNOGlobal” rappresenta il summa di tutte le influenze sperimentate con i ragazzi ed Aretuska. Abbiamo creato un’ottima alchimia con il produttore artistico Fabrizio Barbaci che per la prima volta ho tirato dentro. Un nome importante nella scena rock il produttore della Nannini, Ligabue e i Negrita.

A pochi minuti dall’inizio del live stiamo ripercorrendo questa magnifica carriera. Roy Paci i tuoi ascoltatori ed i fans sono abituati ad ascoltare le tue esibizioni con la tromba. Quando inizi a giocare con la voce?

Ho iniziato, come hai appena affermato, a giocare con la voce nel 2001. Sul palcoscenico spinto dall’energia da Manu Chao con “Radio Bemba”. Da li il mio gioco, il rap in siciliano è diventato una forma più continuativa anche all’interno del progetto Aretuska. Mi sono ritrovato a cantare sempre di più, in particolare in questo ultimo lavoro dove soprattutto canto, forse ho trascurato un po’ il suono della tromba che è venuto meno.
Io mi scuso con tutti gli afficionados della baracca inviterei coloro che amano il mio strumento ad ascoltare i mie progetti diversi come “Corleone”, un po’ più sperimentale, jazz di un certo livello. In alternativa anche quando ritornerò in teatro con la Banda Ionica, luoghi dove si suona più musica strumentale.

Compositore o strumentista. Cosa ti senti di più?

Musicista. (ride) Musicista a 360° scopritore di bellezze che ci sono nel mondo. Non per gli altri, nel senso ho scoperto tante cose meravigliose. Sono un musicista che ama tutta la musica tranne la fusion americana e il neo-melodico napoletano.

Parliamo del periodo con Mau Mau a raccontare le storie di un Italia povera, di lavoratori. Cosa ti ha dato quell’esperienza?

La militanza nei Mau Mau è stata lunga mi ha dato molto. Il primo progetto nel quale ho iniziato a concepire la musica in modo meno ortodosso. Questo mi ha permesso di arricchire il mio bagaglio culturale. Riuscendo un progetto del genere ad attivare una serie cdi connessioni. I Mau Mau sono stati importanti e non dimentichiamo che appartenevano ad un triangolo importante con i capi in assoluto in Spagna i Mano Negra che triangolavano con Les Negresses Vertes in Francia e Mau Mau in Italia. Un periodo d’oro anche per loro.

Parlavamo di sperimentazione e volendo rileggere la tua discografia ad oggi ci sembra che abbia una propensione nel cercare nuovi modi per comunicare attraverso la musica?

Sì, la cosa che mi interessa di più è portarla agli umani. A volte i musicisti si fanno dei trip impressionanti. Facendo musica fine a stessa un viaggio solipisistico.
Io cerco di applicare un metodo più riduzionista voluto, come dire un riduttore creativo di complessità. Le mie sperimentazioni sono variegate perché mi piace vivere seguendo quell’ispirazione che è data dall’improvvisazione che non è data solo dal Jazz. La troviamo anche in altre culture nel mondo dai Gnawa in Marocco ai Raga indiani all’improvvisazione balcanica. Ho scelto dalle diverse esperienze abbinandole ai vari progetti e veicolandone i suoni.

Adesso parliamo di Aretuska un altro progetto che fa riferimento alla tua terra. Si tenta di abbattere degli stereotipi e problemi come la Mafia. Questo progetto è anche un modo per esorcizzare questo problema?

Certamente, abbiamo iniziato prendendo per il c***, passami questa espressione poco educata. Mi piace utilizzare questi termini così forti verso la situazione mafiosa della Sicilia. Abbiamo utilizzato dei modi provocatori come:”Più mafiosi contro tutti i mafiosi”.
Il mio messaggio è arrivato a tante persone, soprattutto della mia terra. Abbiamo utilizzato in questa comunicazione anche un particolare abbigliamento che non usiamo più. I titoli dei mie album “baciamo le mani” erano tutte espressioni appartenenti ad una cultura mafiosa.
Sono tradizioni siciliane utilizzate in negativo dalla Mafia in quello che era l’immaginario mafioso.
Mio nonno, nel 1920 utilizzava queste espressioni quando andava a prendere la fidanzatina da casa, usava il Voi. Usanze di una cavalleria e galanteria che si è persa nella nostra società.
Sono stupito da questi comportamenti purtroppo scomparsi nel tempo i sono un Roy-mantico per eccellenza.
Questa lavoro alla riscoperta delle tradizioni mi ha permesso di far emergere il lato più bello della mia terra e sparare a zero nei confronti della mafia e soprattutto dello stereotipo. Ho avuto problemi per questa mia filosofia sia in Italia con i veri mafiosi siciliani che all’estero dove sei bersaglio di critiche.

In questi minuti di conversazione abbiamo citato i grandi personaggi della scena. Mau Mau ed ancora prima Manu Chao. Numerose le collaborazioni incontrato durante questo percorso artistico da Teresa De Sio a Manu Chao, da Piero Pelù, Ivano Fossati, Jovanotti ed altre. A quale sei particolarmente legato?

Direi a tutte. Non ho rimorso per nessuna esperienza fatta. Tutti mi hanno regalato qualcosa. Fossati la grande saggezza, Manu l’umiltà, Piero Pelù l’essere rock dentro, Teresa De Sio la visceralità di una donna partenopea. Ho attinto alla fonte di diversi personaggi eccelsi. Il ricordo che mi piace rievocare per non mettere su diversi piani questi incontri è l’aneddoto che mi lega a Vinicio Capossela o ad altri pazzi come lui.
Le notti insonne ed alcoliche, la follia di Vinicio.
La musica suonata all’infinito fino ad addormentarsi con la tromba in bocca con manu Chao ma tutte sono risultate importanti.

E di Markette come ti ritrovi nel format di Chiambretti?

Mi sono ritrovato bene perché Chiambretti non è stupido e neanche dozzinale. E acculturato esegue molto… Mi piaceva questo Pierino della televisione. Ho provato questa esperienza. Poi come tutti sapranno un’atra esperienza ancora più comica alla corte di Zelig con due fra i più importanti autori televisivi e di libri come Gino e Michele dei geni. Inoltre stare accanto ad un grande mattatore come Bisio ci ha permesso di imparare a fare televisione con ironia.

Un messaggio sociale in chiusura del nostro appuntamento. Estate, si parla quest’anno purtroppo ancora di più rispetto al passato del problema dei piromani e dei roghi. Il tuo messaggio contro chi appicca il fuoco in modo illegale e da imbecilli, ripassami il termine?

Sono del parere che si dovrebbe inasprire la galera per questi personaggi, inasprire le pene. Anzì li manderei ad aiutare persone con problemi, lavori socialmente utili.
Queste persone non hanno avuto, probabilmente dei percorsi educativi corretti. Inammissibile che si prenda un fiammifero e si dia fuoco ad una foresta.
Purtroppo dobbiamo combattere già con chi gestisce i capitali che non ha cura della terra. Adesso anche con i piromani.
Ci sono anche altri problemi nel mondo. Mi sento di affermare ai ragazzi di non perdere di vista due regole fondamentali che mi hanno aiutato nel corso della mia adolescenza: “l’immaginazione e la Perseveranza”.

In bocca la lupo per tutto.

Grazie, anche se non ne ho bisogno il Salento brucia anche stasera.

Ascolta intervista audio a Roy Paci.

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