Una matrice sonora che spazia dal rock “selvaggio” al suono electro indie del nord Europa. Questi gli elementi che hanno caratterizzato il percorso artistico di una giovane rock band i Phinx. Al microfono di Patrizio Longo con Francesco Fabris per raccontare di Login. Bentrovato Fabrizio? Grazie, piacere nostro!

Login il titolo di questo lavoro, una chiave d’accesso?

Login è un termine che rimanda immediatamente ad un immaginario legato alla tecnologia e l’informatica, ma in non realtà le chiavi di accesso possono essere molteplici, non solo quelle riferite al web. Il passepartout in questo caso dev’essere la voglia di impiegare del tempo nell’ascolto di un album sicuramente molto eterogeneo, composto da 14 fotografie sonore spesso anche molto diverse tra loro, con molte contaminazioni di generi diversi, che rispecchiano però l’evoluzione nella scrittura della band negli ultimi tre anni. Abbiamo voluto che la musica fosse il primo e immediato approccio a questo disco, curando nei particolari ogni singolo suono, ma essendo molto attenti anche all’aspetto estetico dell’arte, abbiamo prestato particolare attenzione anche al booklet del disco, accompagnando ad ogni testo un’immagine che dal nostro punto di vista potesse suggerire una approccio alla lettura dei contenuti.

Quali gli elementi caratterizzanti del vostro stile musicale?

Principalmente alla base c’è l’attitudine al rock, quella che ti spinge a suonare per sfogarti, per urlare quello che hai dentro basandosi principalmente sull’istinto. Poi c’è tutto il lavoro legato invece all’arrangiamento dei brani, alla programmazione dei suoni, dell’elettronica, delle scelte ritmiche, armoniche e melodiche più strutturate e pensate. Si tratta di un’insieme di razionalità e irrazionalità ben mischiate tra loro.

Dove la scelta di far convergere diversi generi così distanti fra loro?

Si è arrivati secondo noi ad un momento storico-musicale nel quale è normale che in qualunque genere ci siano influenze di altri mondi. Se si vuole sperimentare qualcosa di nuovo la chiave per il presente e per il futuro è sicuramente quella di miscelare tra loro le esperienze passate. È un scelta che tante realtà, soprattutto all’estero, stanno sperimentando ormai da anni. Gli ascolti più interessanti che personalmente abbiamo avuto ultimamente derivano proprio da tentativi di questo tipo. In Italia magari succede ancora che qualcuno ti critica dicendo che non sei ne carne ne pesce, ma credo che si tratti principalmente di schemi mentali ormai appartenenti al passato e che stanno sempre più svanendo.

Raccontami quel l’ispirazione della copertina di Login?

Per quanto riguarda la copertina, a differenza delle grafiche interne al booklet, realizzate insieme ad uno dei nostri produttori che è anche il grafico che cura la nostra immagine, abbiamo voluto appoggiarci ad Erique, un’artista milanese che ci ha molto colpito con i suoi lavori di stampo surrealista, in bilico tra realtà e finzione. Molti brani si basano sulla constatazione di trovarci nella nostra vita continuamente sbattuti dal mondo reale al mondo virtuale e viceversa tanto da non riuscire talvolta a realizzare quale sia uno e quale l’altro. A tal proposito le abbiamo dato alcune indicazione e suggerimenti, ma abbiamo lasciato si ispirasse e proponesse qualcosa di suo. Ne è venuta fuori questa copertina di gran impatto che rappresenta appunto questi due mondi, invitandovi ad entrare nel nostro.

Come vi siete incontrati?

Tra i banchi del liceo, salvo mio fratello con il quale per forza di cose sono cresciuto insieme e che il liceo lo frequenta ancora. Suonavamo tutti in gruppi diversi all’inizio, poi dopo diversi cambiamenti siamo giunti alla line-up attuale.

Quando la musica grunge dei Nirvana vi ha influenzato e in che modo?

In generale un po’ tutti noi nella prima adolescenza ne siamo stati influenzati. In particolare io ne sono stato letteralmente rapito tanto che ho smesso di studiare piano, mi sono fatto crescere i capelli, andavo in giro in pigiama, lanciavo le chitarre prima ancora di imparare a suonarle e tutta una serie di cose tipiche dell’adolescenza. Musicalmente parlando ci hanno influenzato principalmente nella scelta delle strutture dei brani, nella ricerca di alcuni suoni e nella tecnica di scrittura dei testi, il cosiddetto “cut up”.

Phinx una sigla che rimanda?

In realtà non è una sigla. All’inizio avevamo scelto il nome Sphinx, poi è successo che un giorno Pietro (bassista) ha appoggiato la mano sopra la “S” del nome scritto sopra una custodia di una chitarra e abbiamo letto Phinx. Ci è sembrato più musicale e ancora più misterioso così lo abbiamo tenuto. Abbiamo successivamente scoperto che esiste un personaggio del mondo fantasy chiamato Zesi Phinx rappresentato da una sorta di umanoide simile ad una donna sulla ventina con poteri telepatici che è solita raccontare storie sullo scisma tra il bene e il male. Ci sta dentro.

In quale condizione scrivete un brano?

Talvolta i brani nascono in sala prove; durante delle sorta di jam session nelle quali suonando insieme nascono giri di synth, voce, basso, batteria o chitarra che abbozziamo registrandoli nel nostro piccolo studio per essere poi arrangiati. Altri brani invece li compongo io direttamente in studio dove passo molto tempo a provare suoni, soluzioni armoniche, melodiche, ritmiche con l’utilizzo di macchine sia analogiche che digitali per svilupparle successivamente insieme al resto della band. Il tutto viene poi ripensato in visione dei live, che per noi è il momento dove possiamo esprimerci al massimo direttamente in contatto con l’ascoltatore.

Quale la prossima tappa?

La cosa che più abbiamo a cuore è l’attività live, on the road e a contatto con il nostro pubblico. Il nostro obbiettivo è di suonare sempre di più e sempre in più posti perché è la cosa più utile per crescere non solo come artista ma anche come persone. Ci piacerebbe proporci anche all’estero, è una bella sfida ma speriamo di farcela, noi ci proveremo. Con l’uscita dell’album abbiamo deciso di creare un nostro sito www.phinx.eu in supporto ai classici social network, per poter interagire con in nostro pubblico; prossimamente inizieremo a pubblicare molti contenuti quali blog, testi con delle riflessioni allegate, dei lavori grafici e video, i “making of” dei clip e delle registrazioni in studio, remix, foto, anteprime dei futuri lavori. Stiamo inoltre lavorando ad una nuova versione di concerto pensata per i club nella quale daremo molto spazio alla nostro lato più electro, ma mantenendo sempre una forte componente live.

Foto: Ufficio Stampa Irma

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