A volte non è facile leggere le proprie emozioni. In particolare quando sono condivise con altre persone che oggi rinnegano di averle vissute.
Un concetto strano, apparentemente ma del tutto reale e consueto.

Non importa si tratti di amore, amicizia, condivisione, altro. L’importane è trovare una linea di comunicazione. Un feedback che permetta a due o più persone di stabilire le basi per vivere insieme un’esperienza.
Come diceva qualcuno: “…tu se vuoi. Chiamale emozioni”.

Questa notte sognato una persona che ha tradito la mia fiducia, anzi ha tradito per prima se stesso.

In un tempo ormai trascorso si intravedono ricordi di emozioni condivise, avventure e voglia di stare insieme.

E’ strano come il nostro Ego non cancelli attimi di Vita ma li metta da parte quando questi hanno spigoli pungenti per salvaguarda l’equilibro.

Il trascorrere del tempo ha un compito ben preciso. Fare nuove esperienza per arrotondare gli spigoli. In un continuo lavoro di levigatura, come il vento che soffia fra le montagne erodendo le cime più spigolose.

Alcuni, forse con personalità più sensibili, riescono a leggere queste emozioni. Altri inconsapevolmente le assoborno.

Un ritorno di una figura lontana che per non ammettere la propria identità fugge. Chiudendo qualsiasi canale per un possibile dialogo.

Il dialogo svolge un ruolo importante nella società. Serve a comunicare, condividere fare esperienze. Così si torna indietro all’inizio del discorso in cui si dice "L’esperienza ci fa crescere".

Adesso vi racconto il mio sogno: sono in un locale, entra LFTI (nome di fantasia) mi vuole consegnare un pacco. Mi informa che lavora presso un corriere locale. Era un pò di tempo che non ci incontravamo.

Dubita per un istante se consegnarlo a me oppure darlo ad altri. Alla la second ascelta prende il sopravvento.

Consegna il pacco ad un’altra persona, ad un amico. Un rapido scambio di domande.
D’un tratto ci ritroviamo di fronte. LFTI vuole scappare, allo stesso tempo vuole dirmi qualcosa ma non ne ha il coraggio.

Chiedo spiegazioni su quella fuga senza ragione. Risponde che non avrebbe mai potuto spiegarlo agli altri, non trova le parole.

Ribatto dicendo, “Avresti potuto avere una scheda tua”. Mi risponde “Sì, Ti volevo bene. Ma….”

Mio caro Ego, grazie di questi messaggi che lanci. Un modo per giustificare il comportamento d’altri. “Forse” di chi ha paura di conoscersi!

I riferimenti a persone, luoghi, nomi sono puramente casuali.

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