Un gradito ritorno ai microfoni di Extranet con Montefiori Cocktail: i due fratellini Chicco e Checco ritornano un poā a raccontare esperienze di vita musicale, e non solo.
Ciao ragazzi, come state?
Checco: Bene, adesso mio fratello si mette un poā a posto ma siamo tutti qui, ci siamo ben rifocillati e non vediamo lāora di salire su un palco dentro un tendone da circo.
A me piace molto giĆ come ambiente il circo, secondo me potrebbe essere un bel locale da ballo.
Una singolare location quella che stasera ospita il live di Montefiori Cocktail allāinterno di una rassegna musicale che vedrĆ protagonisti diversi artisti della scena nazionale. Come mai stiamo gustando ancora il vostro Appetizer vol. 2. Questo disco che vede la partecipazione, anzi il tributo a grandi personaggi della musica internazionale e anche poi il tributo a successi del presente. Dove la scelta di abbinare canzoni del passato a canzoni del presente, naturalmente tutti in rigorosa chiave lounge?
Chicco: Tu hai detto chiave lounge, in realtĆ si ĆØ riscoperta questa parola perchĆ© ĆØ un termine anglosassone per definire la musica che veniva suonata nei salotti oppure nel salotto del pub americano, lāamerican bar, dove di solito ci stava o il pianobarista o una piccola orchestrina, o addirittura un jubox; allora la musica che veniva fatta per questi ambienti, anche se proveniva dalla musica pop, veniva comunque riarrangiata dai vari musicisti con le loro caratteristiche.
Noi ci siamo sempre riagganciati a questo modo di vedere la musica, anche per esperienza diretta da nostro padre che ha avuto per tanti anni orchestre ā non una -, e a questo modo di vedere il ruolo del musicista.
Il cameriere ha un ruolo ben preciso e nessuno ne discute, ma oggi quando uno fa il musicista non gli dicono neanche più, come dicevano fino a non molto tempo fa, āe per vivere cosa fai?ā, no, ti dicono āche genere suoni?ā come se il genere fosse una cosa più importante del fatto che puoi suonare.
Per esempio nostro padre, proprio perchĆ© aveva lāorchestra, quello che ci ha fatto vedere attraverso la sua esperienza ĆØ che un musicista vero di solito dovrebbe essere versatile per molti e diversi generi; che nellāambito di una serata dove cāerano le orchestre che suonavano tutta la sera, dalle 9 alle 2 tanto per dare unāidea, cāerano i momenti in cui facevano i balli latini, le sambe, i lenti, ecc. E allora reinterpretare anche il nuovo soprattutto in una chiave più classica e mescolarlo anche con brani classici ĆØ una sorta di, può sembrare presuntuoso, ā¦

Un esempio: magari se unāorchestra qualunque che va in giro ancora tuttāoggi, di quelle poche rimaste, in giro a suonare, chissĆ se può prendere qualche spunto da noi, una nostra versione di Madonna e farla in versione passo doble.
CosƬ si eliminano molte barriere tra i generi e soprattutto anche le barriere tra le generazioni che hanno vissuto i diversi generi nei vari decenni che ci separano da qui agli anni Sessanta, per dirne uno, Settanta anche.
Non dico Ottanta perchĆ© stilisticamente non trovo nulla di interessante. Ho fatto anchāio tanta musica elettronica ma proprio forse per questo, ho avuto la sensazione di essere arrivato a capire che il limite della musica elettronica per quanto possa essere potenziale rimane sempre virtuale. Invece quando un batterista vero ti fa una ritmica vera, la fa bene e la tiene in mano ĆØ una cosa che non può avere un paragone con una macchina, anche se programmata bene, con gusto, con tatto. In questo aveva ragione Nicola Conte, che però aveva trattato molto spesso i musicisti come dei sequencers, perchĆ© il suo modo di far musica assomiglia molto, deriva da quello dei disc-jockeys.
Noi ci siamo messi a fare questi due album che in un certo senso sono preparatori per noi in questa veste di tutto live dove suoniamo con un quartetto, abbiamo lasciato il computer a casa, non ho più la paranoia di sapere se le basi sono a posto o meno; quindi i pezzi li suoniamo tutti, quello che abbiamo lo mettiamo sul momento e in questa maniera molto classica e elementare, ma che ĆØ giĆ una soddisfazione perchĆ© poter riproporre certi canoni e dargli unāattualitĆ ĆØ diventata quasi una cosa missionaria.
I fratelli Montefiori: ricordiamo le vostre esibizioni in duo. Ad un certo punto della carriera decidono di ampliare la formazione inserendo altre figure. Come avete effettuato la scelta di queste figure nel vasto panorama della musica italiana e degli artisti italiani – perchĆ© ce ne sono veramente tanti molto bravi?
Checco: Il bassista, Marco Battistini, aveva giĆ lavorato con noi come fonico comunque la prima esperienza live la facemmo a Cisternino grazie a Nicola Conte che ci invitò al festival estivo imponendoci la formazione live senza lāausilio della tecnologia.
Chicco: Fu una bella serata, anche con nostra sorpresa perchĆ© non avevamo avuto molto tempo per prepararci, comunque ĆØ stato molto bello. Da allora, arrivati a oggi ĆØ passato un poā di tempo, ĆØ da un anno e mezzo che ormai suoniamo con il quartetto. Abbiamo conosciuto casualmente una sera il batterista che suonava in un posticino vicino a ForlƬ.
Il nostro batterista si chiama Luciano Vincenzi, ha 52 anni, ha cominciato molto presto a suonare con lāorchestra perchĆ© a 14 anni lui suonava giĆ , suo padre ĆØ musicista pure e ha dentro di sè⦠Quando gli dici ā mi fai una bossanova, mi fai una samba? ā non solo sa fare la bossanova, la samba, perchĆ© poi ha lavorato con le navi, coi night, e quindi ĆØ estremamente versatile.
Ć sempre stata una mia idea quella di cercare poi alla fine di ampliare la cosa anche perchĆ© con il duo con le basi secondo me avevamo ottenuto anche più di quel che speravamo, anche la cosa che continua dal duo ĆØ che comunque anche quando lavoravamo con lāelettronica il nostro repertorio era ragionato come un repertorio dāorchestra.
Ci sono molti generi dentro i nostri dischi quindi il genere lounge di fatto non ĆØ un genere e forse ĆØ questa la difficoltĆ di comprenderlo e forse ĆØ questa la responsabilitĆ del fatto che si usa questa parola un poā cosƬ, senza cognizione di causa o semplicemente per essere un poā più fighi.
Potrei dire orchestra da ballo, ecco abbiamo messo su unāorchestrina da ballo.
Unāorchestrina da ballo mi piace come termine. Appetizer vol.1, Appetizer vol.2, questo secondo capitolo, cosa cāĆØ in preparazione?
Checco: Stiamo finendo in questo periodo dopo due mesi e mezzo di travaglio perché è il nostro primo disco di tutti pezzi nostri. Abbiamo deciso di fare Appetizer proprio perché prima nei nostri album mettevamo una parte di cover e una parte di pezzi nostri.
Proprio perchĆ© la cover doveva servire anche a noi: non solo per un esercizio di stile ma anche perchĆ©, essendo pezzi più conosciuti, la gente si aggancia almeno a questo e poteva sentirsi meno fuoriā¦
Per me, guardando quello che abbiamo fatto, siamo sempre stati abbastanza non convenzionali, pur rifacendosi a delle convenzioni che ormai sono diventate talmente lontane che diventano anti-convenzionali, no?
Quindi fare un album di tutti pezzi nostri e ragionarli come un repertorio. Io adesso posso parlare perchĆ© siamo arrivati quasi alla fine della produzione di questo disco, quindi veramente ci sono tante cose diverse. Sono abbastanza contento nel senso che adesso dobbiamo fare i mixaggi e ci sarĆ unāaltra settimana, dieci giorni di paturnie, però sono contento perchĆ© abbiamo fatto cantare una cantante che si chiama Lorraine Bowen (ĆØ uscito anche un disco con lei).
Noi la conoscemmo a Londra 7, 8 anni fa. Tra lāaltro lei ha cantato in Appetizer vol.2 la versione di Crazy. Tristeza lāha cantata una ragazza siciliana che vive dalle nostre parti. Ć il fatto di collaborare con diverse perone. CāĆØ anche questo Pier Filippi, un collega di nostro babbo che ha suonato con lui diversi anni: ĆØ un cantante che ĆØ della stessa genarazione di Fred Bongusto, ha quello stile lƬ di cantare e una freschezza da gente che il mestiere ce lāha dentro. Vedere queste persone qua messe da parte, compreso nostro padre, messe da parte perchĆ© non sono conosciuti come certi nomi degli anni Sessanta che ormai sono diventati delle statue di cera più o meno siliconate.
Cerchiamo il vero di questa cosa qui. Ć ovvio che, se un domani ce lo potremo permettere, magari inserire più elementi e magari prenderli anche da generazioni diverse, senza che questo crei alcun tipo diā¦non di panico, anzi assolutamente.
PerchĆ© poi ĆØ lāesperienza che in questo campo qui conta. Conta soprattutto nellāapproccio, nel modo di far musica. Insomma questi han fatto il mestiere, suonavano tutti i giorni e suonavano di tutto.
Quando io vedo mio padre suonare mi son sempre chiesto āma come cavolo fa?ā.
Lo stesso mi fa questa sensazione sia Pier Filippi sia Luciano, che ĆØ il nostro batterista, perchĆ© ne hanno da vendere, però hanno unāumiltĆ da lavoratori. Adesso, al di lĆ delle aspettative che possiamo avere in questo album però sono contento perchĆ© viene fuori unāidentitĆ .
Il nostro primo incontro, datato 1999, tanti i live, tante le location che vi anno ospitato nel corso di questo periodo. Cosa ĆØ cambiato dal 1999 al 2007 in Montefiori Cocktail?
Checco: Io ho messo su famiglia, ho un bambino di 5 anni e mezzoā¦
Chicco: E comunque sia è cambiato perché allora eravamo ancora trentenni, adesso siamo quarantenni
Checco: E’ cambiato soprattutto lāambiente esterno, cioĆØ i primi anni si suonava dappertutto, cāera più entusiasmo, soprattutto da parte della gente, invece adesso ĆØ una tristezza..
Chicco: LāItalia ĆØ il Paese peggiore⦠a parte il Sud dellāItalia che si salva. Proprio perchĆ© il Sud ha un altro spirito. Io dico sempre che al Sud la gente non ascolta la musica solo con le orecchie ma, si vede che questa vicinanza africana aiuta, ascoltano la musica anche con la pancia. E allora indipendentemente da ognuno e dalla propria ignoranza quando uno ascolta la musica con la pancia se si muove qualcosa o no. E quando si muove te lo manifestano.
Ć la soddisfazione principale, come un cuoco che cucina e vede questo qua che si lecca i baffi e magari quando esce dal ristorante non ĆØ che sta peggio di prima, sta meglio.
Sono piccole ambizioni ma non sono poi cosƬ piccole. Noi ci teniamo molto ad avere sempre questo rapporto terra-terra con questo strano mestiere. Al più presto ti faremo avere tutte le anticipazioni necessarie perchĆ© se cāĆØ una persona che lo merita ā adesso lo dico perchĆ© ti faccio una sviolinata.
Patrizio tu sarai tra i primi, poi potrai sparare dei giudizi a raffica!
Grazie a Montefiori Cocktail che si sono raccontati ai nostri microfoni, hanno raccontato questo percorso. Ragazzi, ci sentiamo la prossima e come al solito in bocca al lupo!
Crepi! Ciao, grazie.
Ascolta intervista a Chicco & Checco di Montefiori Cocktail