Un quartetto rock-cantautoriale, si descrivono con queste parole. Il primo disco s’intitola Segnalibro, dieci racconti di vita quotidiana.

Incontriamo al microfono di Patrizio Longo i Sintomi di Gioia con Luca Grossi, la voce, per raccontare questa avventura. Quali sono i vostri “Sintomi di gioia”?

Sono solo dei sintomi.

Quindi non c’è una gioia incondizionata, la malattia, ma c’è una sensazione, una continua riflessione un pò così come accade spesso.

Quando avete iniziato questa avventura?

Fausto ed io tredici anni fa circa. I Sintomi di gioia sono nati nel 2000.

Dove la scelta di utilizzare strumenti rivolti alla musica classica per sonorità rock?

Il rock è classico. Noi abbiamo usato il violoncello anche come strumento solista ma è doveroso sottolineare che gli archi hanno sempre fatto parte della sonorità rock in generale. Basta pensare ai Beatles giusto per citare la storia.

Segnalibro è il vostro primo lavoro, come lo descrivete?

È il disco rock che avevamo la necessità di realizzare da anni. Sono le canzoni che messe in un pacchetto si sono trasformate in un prodotto anche se prima di loro ne abbiamo scritte molte altre che sono comparse in varie demo e compilation autoprodotti e non. Segnalibro è un disco lungo circa 35 minuti, breve ma intenso.

Liriche mai scontate una scelta voluta?

Cerco di utilizzare le parole nel modo più funzionale per descrivere quello che voglio. Non penso di poter scegliere se lavoro su me stesso scrivendo. Sono e basta, purtroppo e/o per fortuna.

Adesso parliamo di ascolti, quali sono i vostri ascolti verso quale scena musicale siete orientati?

Se penso all’Italia, non so cosa intendi per “scena”, non so se esiste. Ci sono diversi artisti che ci piacciono molto come i Cristina Donà

, Marco Parente, Bugo, Battiato, Le Orme.

La copertina di Segnalibro è un quadro di Francesco LoCastro artista siciliano trasferitosi da tempo negli States ed esponente di spicco del movimento pop surrealista americano. Quali i punti d’incontro?

Il primo punto d’incontro è la stima. Credo che Francesco sia un pittore fantastico e sono orgoglioso della nostra collaborazione. Ci siamo conosciuti sul web scoprendo dei punti in comune tra la nostra musica e nelle sue immagini, forse siamo legati da una certa poetica. Where clouds come from ha in se il paradosso della gioia che resta nello stato di sintomo. Lo sguardo del bambino mi sembra come congelato in un momento significativo, non capisco se sta per ridere o per piangere, mi piace molto, è vivo.

La vostra professione è solo la musica?

No, ognuno di noi ha un secondo lavoro. Per esempio Fausto è un ingegnere, Stefano lavora in un negozio di strumenti musicali, Emanuele suona in un’orchestra di classica e insegna batteria.

Chi ha prodotto Segnalibro?

Il produttore esecutivo di Imagina Production e i Sintomi di Gioia. Ha fatto parte della produzione artistica Cristiano Lo Mele dei Perturbazione.

È più bello scrivere o suonare dal vivo?

In questo periodo mi diverto scrivendo e arrangiando le canzoni con gli altri in studio. Vedere le proprie idee realizzarsi è una gran soddisfazione. Questo è il motivo per cui mi piacerebbe molto scrivere musica per film. Gli ultimi concerti che ricordo come molto emozionanti sono stati in acustico, situazione strumentale molto più favorevole per qualsiasi ambiente che non sia pensato esclusivamente per la musica rock.

Quindi ora siete in studio? State registrando un disco nuovo?

Sì, abbiamo iniziato a lavorare ad un nuovo progetto.

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