Rappresentano una fra le realtà più interessanti della scena romana gli Starla presentano il nuovo lavoro che risulta un misurato assieme di sonorità dalla Scuola romana al rock anni ’60.

Al microfono di EXTRANET con Stefano Tarsitani (chitarrista) per conoscere le numerose sfaccettature musicali che hanno portato la Band alla registrazione del nuovo disco.

Quanto è stata importante la Scuola romana?

Non molto, Roma è piuttosto grande ed e piena di gruppi che si esibiscono nei locali per emergere, tuttavia non si è mai formato un circuito visibile per un genere o per un altro in particolare. Ci sono stati casi sporadici ma nulla che ci abbia realmente interessato.

Qui a Roma le Bands non legano troppo, almeno non con noi, abbiamo suonato spesso con alcune di loro e il nostro rapporto non è mai stato duraturo. Personalmente non credo di aver trovato gruppi romani con il nostro stesso sound. Ci sono diverse band che sono letteralmente decollate nella capitale ma nessuna in particolare da associare agli Starla.

Quali sono i vostri ascolti, quelli che indirettamente hanno influenzato il vostro album?

L’album “Starla” come usualmente accade per un album d’esordio, racchiude un lavoro creativo di tre quattro anni circa. Ascoltiamo tantissima musica da sempre e ognuno di noi ha influenze particolari.

Personalmente sono ispirato dalla scena Alternativa Americana, ho fuso i dischi dei Pixies, dei Dinosaur Jr e dei Sonic youth e sono convinto che nel disco si percepisca. Il Grunge di Seattle mi ha aperto gli occhi verso il rock alternativo negli anni novanta, Soundgarden, Nirvana, Alice in chains, Mudhoney, Mother Love Bone e soprattutto il sound di Chicago degli Smashing Pumpkins mi hanno indicato la via da percorrere. Penso che Siamese Dream sia un album fantastico. Oggi ascolto con molto interesse i Queens of the stone age.

Ogni componente del gruppo ha lavorato per contribuire al nostro sound. Gianluca Giordano l’altra chitarra del gruppo e cresciuto insieme a me musicalmente e abbiamo gusti affini, Giulio, il bassista ama sonorità più cupe vedi Tool e A perfect circle che hanno influenzato molto l’album, Gianluca Giannasso, il nostro batterista ha orizzonti ancora più ampi, è cresciuto con il metal e picchia duro sulla batteria. Alessandro Giovannini unisce il tutto con la sua voce.

In Italia apprezziamo gruppi come Afterhours, Verdena e Marlene Kuntz, a cui siamo molto legati.

Starla dove nasce questo nome?

Starla è un nome di donna, è un’essenza, uno spirito dentro di noi, esce fuori ogni volta che suoniamo, è una chiave d’accesso al nostro groove. A noi piace vederla così…

La parola Starla è uscita fuori anni fa quando Gianluca Giordano ed io decidemmo di formare il gruppo. Lui tirò fuori questa parola “Starla” veniva da un pezzo dei Pumpkins, ci pensammo un minuto e sorridemmo…

Di voi dite: “Un’essenza, una volontà…” Un sogno che diventa realtà?

Più che un sogno è una passione, la passione ci ha portato qui. Se non avessimo voluto così fortemente arrivare al nostro obbiettivo forse non saremmo qui a parlare adesso. Suonavo con un manico di scopa a dieci anni, avevo già in testa il mio concerto allora, lo sento ancora oggi. Tutti i momenti passati con il gruppo, non scorderò mai gli odori dei locali dove abbiamo suonato, gli amici che ci hanno aiutato, gli sguardi dei miei compagni nei momenti importanti. E’ stata una fatica enorme ma è quello che volevamo e continueremo a lottare per ottenerlo.

Avete uno spazio web dove poter ascoltare i vostri brani?

Abbiamo il nostro Myspace www.myspace.com/starlaband si possono ascoltare i nostri brani a rotazione, dopo l’uscita del disco il 9 maggio 2008 li metteremo tutti online. Per ora potete ascoltare e scaricare “Anima 00” il nostro singolo e le versioni demo di “Lead” ed “E-Motivo”.

Presto apriremo il nostro sito www.starla.it.

“Starla” esprime le vostre gioie, angosce, aspirazioni in una sola
parola emozioni. Potremmo definirlo un lavoro emozionale?

La musica è una forma d’arte come le altre; ogni forma d’arte non potrebbe esistere senza emozioni. Un quadro, una scultura, un progetto di architettura, un libro, esprimono emozioni.

Nella nostra musica ci sono le nostre vite, racconti di storie passate, angosce, sogni e tutto quello che ci colpisce quotidianamente. Ogni canzone è un cassetto, una volta aperto ti riporta in un preciso istante della nostra vita. Chi ascolta poi, può interpretare come meglio crede, associare le sue emozioni alle nostre e trarne beneficio.

Qual’è il vostro rock?

E’ difficile dirlo senza ripetermi, è rock, è puro spirito creativo. Può essere amato da tutti, la gente che viene ai nostri concerti non ci dice che quel pezzo in particolare è più bello di un altro. Noto che a ognuno piace un pezzo diverso, non ne abbiamo uno in particolare,per noi ogni pezzo è un possibile singolo. Spaziamo su diversi generi rock in chiave alternativa e non abbiamo preferenze su strofa ritornello strofa o impostazioni ripetitive. Ascoltate il nostro primo album e venite a vederci dal vivo, capirete meglio.

5 thoughts on “Intervista agli Starla fra “scuola romana” e rock ’60”
  1. Personalmente ascolto da
    Personalmente ascolto da tempo e stimo gli Starla come musicisti e la loro musica.
    Ho avuto più volte modo di ascoltarli dal vivo e hanno una bella presenza scenica, anche se credo debbano lavorare sull’idea di Gruppo in quanto tale sul palco.
    Trasmettono passione per ciò che fanno.
    un grazie a loro e al loro sound

  2. Io li conosco personalmente

    Io li conosco personalmente e li stimo molto dopo tutto quello che hanno dovuto sopportare. Secondo me la loro musica è molto potente, a differenza di molti altri gruppi Italiani. Almeno questo è l’effetto che mi hanno fattovedendoli dal vivo. Continuate cosi’

  3. Che amarezza questi starla,

    Che amarezza questi starla, si atteggiano a grandi star quando sono una brutta copia del grunge di seattle….!Il batterista è l’unico che si salva insieme con il chitarrista pelato, il resto del gruppo compreso il cantante, sono privi di carica emotiva.La voce è una delle tante sentite e risentite.Preferisco qualcosa di originale e più comunicativo. Sandro 77

  4. Beh, io sinceramente non li
    Beh, io sinceramente non li trovo originalissimi.
    Il cantante non è niente di che , poco originale.Buona voce ma poca personalità.
    Grande invece è il batterista che si vede essere un professionista.Dal vivo rendono meglio che nel disco, comnque spero che crescano perchè le potenzialità ci sono.

    Davide

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