Musica ricca come un fiume in piena che percorre la strada insieme ad una buona dose di rock ed tanto sentimento. Questi i principali caratteri per Il blue e il Nero (2009 – La Rosa). Un lavoro concepito in assoluta solitudine che mette in relazione l’autore con le proprie paure.

Un lavoro di passaggio ed un viaggio senza filtri verso i propri poli opposti.

Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Gianluigi Scamperle, in arte Perlé, bentrovato?

Ciao Patrizio, bentrovato anche a te…

Come nasce questo tuo primo lavoro, quale il bisogno?

Il progetto è nato come un lungo parto. Sentivo l’esigenza di sviscerare certi miei aspetti e stati d’animo fino ad allora affrontati ma non completamente risolti. Aspetti riguardanti l’amore, la rabbia, il sesso e la dolcezza. Aspetti a volte contrastanti tra di loro – molto spesso per me!! E così sono nati i brani, molti, che poi in buona parte sono finiti sul disco Il Blu e Il Nero.

Potremmo definirlo un lavoro di passaggio?

Credo di sì. È un disco che per me ha aperto molte porte, sensoriali intendo. Questo disco in un certo senso mi ha completamente liberato. ora sono molto più in pace con me stesso, mi voglio più bene.

Verso dove?

I brani che sto scrivendo ora sono meno tesi rispetto al precedente lavoro. Sono più folk, più dark e meno spigolosi, meno rock inteso nel senso classico del termine. Credo ci saranno molte atmosfere desertiche, aperte, con forti influenze blues.

Sono 13 i brani di questo lavoro. Raccontiamo di Scivola. Il singolo di presentazione?

Scivola? È la canzone del mio cuore, una delle prime che ho scritto nella mia vita, è stata incisa almeno in 4 o 5 versioni, sparse in vari demo. È la mia canzone. Parla della dolcezza e della chimica tra due corpi. Dell’armonia tra due esseri. In questa versione sul disco, questa armonia è vista in chiave erotica.

Il disco contiene anche una cover per il brano Caroline Says, tratta dall’album Berlin di Lou Reed. Un personale tributo?

In realtà, nonostante io ami moltissimo Lou Reed ed i Velvet Undergraound, l’idea di mettere un suo brano nel disco è stata di Alessandro Gioia, il produttore che ha collaborato al progetto. L’idea originale era di farla in Italiano, avevamo già pronto un testo di Davide Vandesfroos, il che sarebbe stato molto figo, ma la Emi non ha ha dato il permesso di modificare il brano per poi pubblicarlo. Abbiamo così deciso di lasciarlo in lingua originale e di pubblicarlo nel disco come cover.

Raccontami delle tue influenze sonore, dei tuoi ascolti?

Premesso che ho dei capisaldi come ascolti – Velvet Underground / The Doors / The Cult / The Sister of Mercy ed altri – durante il precedente lavoro ascoltavo spesso artisti che facevano rock melanconico, molto orientato al post rock. Adoro Industial Silence dei Mardugada, un disco fantastico e che suona incredibilmente bene. È stato grazie a a questo disco che ho contattato John Agnello, il produttore newyorkese che ha prodotto quel disco e che ha poi mixato gran parte del mio.

Cosa ti ha dato l’esperienza con i Kasanova?

I Kasanova sono stati il mio grande amore, la band con la quale sono cresciuto, con la quale ho iniziato ad essere quello che sono. Una grande esperienza umana e musicale. Purtroppo poi le strade si sono volutamente divise, io non mi riconoscevo più come uno di loro, non ero più parte del branco e avevo bisogno di fare il mio percorso. E così è stato. Siamo rimasti ottimi amici e nei concerti attuali Alberto Malerba, il pianista dei Kasanova, suona nel progetto Perlè, cioè con me. Sicuramente Alberto sarà parte integrante del nuovo disco.

Da dove prendi spunto nello scrivere i testi?

I mie testi spesso prendono spunto dai miei sogni. Sogno moltissimo e mi trascrivo qualsiasi sogno. Trovo sia estremamente terapeutico. Poi, dal sogno, inizia un processo cosciente nel quale da quell’immagine, da quella situazione, nascono le parole.

Prossimi concerti?

Al momento non ho intenzione di farne, sono molto concentrato sul nuovo lavoro, che credo non dovrebbe uscire tra molto. Inizierò a fare nuovi concerti con il prossimo disco.

A presto, in bocca al lupo per il tuo percorso musicale.

Grazie Patrizio, a presto.

Foto: Laura De Salvatore Ufficio Stampa

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