Dj Ralf questo pomeriggio nostro ospite. Sono le 16.00 ed uno dei principali Dj della scena House europea si racconta in EXTRANET, chiediamo la Musica ĆØ allo sbando?
Risponde che nella propria nicchia questo non avviene, facendo riferimento alle differenti contaminazioni che affluiscono nelle sonoritĆ house.
Segnalandoci nomi come Kraftwerk, Aretha Franklin, Jean Michel Jarre… fra i più campionati.
Gli stili musicali di alcuni Dj’s, un tempo appartenenti a realtĆ musicali differenti, ora sono allineati: Ā«…non si ĆØ sacerdoti di nessuna religione sonoraĀ».

Se non avesse fatto il Dj avrebbe voluto fare l’attore di teatro o il chitarrista. Ci racconta: che da ragazzo amava viaggiare, fare tardi la notte e farsi le canne sulle spiagge. Ā«Le cose che fanno le persone simili a meĀ». Inoltre ama la quotidianitĆ definita Ā«..la vita da caffĆ© al barĀ».
Vogliamo curiosare nel flight case del Dj ma non rilascia dichiarazioni, ci dice che si sta trasferendo e vive nell’anarchia. Lasciando intuire che le proprie selezioni musicali nascono in modo spontaneo.
Un aggettivo con cui tu definisci āRalfā?
Veramente ad alto impatto. Non sono mai riuscito a definire qualcuno con un solo aggettivo⦠pensa tu se riesco a farlo con me stesso!
Siamo in un momento abbastanza confuso dal punto di vista musicale. Cosa si ascolta adesso per quello che riguarda la house?
Mah, io comincerei con il contraddirti se me lo permetti: non credo che siamo in un periodo cosƬ confuso. Io ĆØ dallā86 suono quella che comunemente oggi viene definita āhouseā e posso dirti che mi sono trovato molto spesso la condizione attuale lāho vissuta molte volte e la trovo abbastanza normale. Il bello di questo ācontenitore sonoroā, la cosiddetta āhouse musicā, ci abbiamo visto di tutto: la musica araba, il jazz, il rock, i Kraftwerk, Aretha Franklin, il rock progressivo, la trance di Klaus Schultz e dei Tangerine Dream, Stockhausen⦠quello che ĆØ successo oggi io anzi lo ritengo positivo. Certo, si sono perse alcune peculiaritĆ , alcune esperienze che andavano in direzioni opposte si sono un poā congiunte ed alcuni deejay che avevano stili molto diversi si sono avvicinati.
Questo io l interpreto come positivo. Alla fine noi non siamo sacerdoti di nessuna religione sonora. Io sono un intrattenitore e mi occupo di musica da ballo; e se mi arrivano nuovi stimoli e li ritengo interessanti, li adotto.
Perciò credo che nel futuro più che un nuovo genere, ci saranno dei nuovi sviluppi fonte di queste vicendevoli contaminazioni.
Hai sicuramente uno spirito creativo. Cosa avresti voluto fare se non avessi fatto il deejay?
Per anni, quando ero ragazzino, prima di iniziare a fare il deejay, ho fatto lāattore di teatro. Ho fatto il chitarrista in diversi gruppi rock-punk.
Magari avrei fatto qualcosa che avesse a che fare con la scuola che ho frequentato, lāIstituto dāArte e lāAccademia di Belle Arti: magari mi sarei messo a dipingere o scolpire⦠insomma tutte cose che hanno poco a che fare con il lavoro!
Io so che vivi in un casale in campagna e che frequenti molte persone lontane dalla cosiddetta āclub cultureāā¦?
Io non ĆØ che sono venuto ad abitare in un casale da Roma o da Milano. Io sono nato n un paesino di 600 abitanti, in cui mio zio era il prete. Sono quindi abituato ad avere un contatto quotidiano con la dimensione del āpaeseā. La mia āparte alienaā casomai ĆØ il nightclubbing!
Anche prima di fare il deejay, da quando ho cominciato ad abitare da solo (da quando ho 18 anni, adesso ne ho 48: quindi son 30 anni!) ho vissuto molto di notte: mi ĆØ sempre piaciuto andare in giro per i locali, viaggiare, passare la notte con le canne sulla spiaggia, insomma le cose che facevano e fanno le persone simili a me quando hanno quella etĆ .
Hanno sempre convissuto molto armonicamente queste due parti di me e sono contento di avere una parte della mia vita in cui non sono Dj Ralf e parlo delle cose comuni come dellāInter, di Valentino, di come ĆØ venuto il vino questāanno, e lāolio, e le storie classiche di paese.
Credo che sia caratteristica di molti: non posso immaginare qualcuno che sia immerso nel proprio lavoro 24 ore giorno, 7 giorni su 7, tutto lāanno; se qualcuno lo fa, potrebbe aver bisogno di una cura!
Alla fine di una stagione lavorativa fai una cernita dei dischi che terrai nella tua discoteca personale?
Da 2 o 3 anni cāĆØ un poā di anarchia, perchĆ© sto sistemando una casa nuova, sempre in mezzo ad un bosco, ma più grande, in cui ho predisposto un poā di spazio in cui organizzare il materiale sonoro che ti assicuro ĆØ veramente tanto.
Di solito verso pasqua tutti gli anni faccio un poā di pulizia e il tanto materiale che mi arriva dalle case discografiche e che magari non mi interessa lo regalo a qualcuno cui so che può interessare.
Background musicale⦠con cosa te lo sei costruito?
Molto difficile elencare tutto. Ma di sicuro Walk On The Wild Side di Lou Reed, poi Led Zeppelin, poi Jimi Hendrix, il mio primo mito in assoluto, che sconvolse il mio modo di vedere la chitarra. Poi Miles Davis āBitches Brewā, poi Keith Jarreth in un concerto ad Umbria Jazz nel ā74: 4 ore di solo piano che mi portarono veramente in altri mondi, tanto che poi andai a vederlo a Berlino.
Poi Grandmaster Flash & Furious Five in The Message mi aprƬ le porte verso lāhip-hop, che ĆØ stata una delle due grandi rivoluzioni musicali degli ultimi 20 anni; lāaltra ĆØ stata la house.
In ambito house ti direi āNo ties meā di Sandy, āLove can turn aroundā di Farley Jackmaster Funkā¦ah, poi mi dimenticavo i Kraftwerk. E ascoltavo molto anche le cose iterative, cui mi ispiro molto anche nelle cose che faccio oggi, cioĆØ Steve Reich, Philip Glass, John Cage⦠che venivano stampati in Italia sulla stessa etichetta che stampava i dischi degli Area, cioĆØ la Cramps. Specialmente nella concettualitĆ del gesto musicale, questa scena aprƬ le strada a molti generi odierni: innalzò il concetto di ripetitivitĆ , di ossessivitĆ , di geometria sonora.
Ci sono pezzi scritti oggi che, a parte la diversitĆ dei suoni dovuti alla natura delle macchine utilizzate, potrebbero tranquillamente essere stati scritti 30 anni fa da Steve Reich. E poi ho ascoltato ed ascolto molto jazz nella mia vita: sono un vero fan di Thelonius Monk, mi piace il jazz italiano e amo moltissimo Enrico Rava, Fresu, Mirabassi.. Ho ascoltato molto gli Area, i Soft Machine e tutta la scena jazz-rock dellāepoca. E peraltro tutta questa musica continuo ad ascoltarla anche adesso!
Se tu fossi un regista, a chi vorresti essere accostato?
Se tu intendi il mio approccio con la musica come lo vedo, lo vedo come Terry Gilliam.
Foto Articolo e Copertina: www.facebook.com
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