Tutto ciò che ci circonda… è rumore.
Il traffico che si insinua tra le crepe dell’asfalto.
Il sussurro incauto del vicino, che crede di non essere udito.
Il respiro della città… che non dorme mai.
Ogni cosa è vibrazione.
Anche quando pensiamo che regni il silenzio… in realtà, abbiamo solo smesso di ascoltare.
Ci illudiamo di abitare stanze quiete, ma quelle pareti sussurrano.
Il ronzio del frigorifero.
Il lamento sommesso dei cavi elettrici.
Il battito lento delle luci a Led.
Una sinfonia costante. Sotterranea. Invisibile. Ma presente.
E allora, cosa accade… quando il rumore cessa davvero?
Nel cuore del Minnesota esiste una stanza unica al mondo.
Una camera anecoica, progettata per assorbire il 99,9% dei suoni.
Silenzio assoluto. Nessun riverbero. Nessuna eco.
Eppure… nessun essere umano riesce a restarvi a lungo.
Perché, una volta entrati in quel vuoto, si diventa testimoni di un’epifania inquietante:
si comincia ad ascoltare… se stessi.
Il battito del cuore diventa un tamburo tribale.
Il sangue che scorre nelle vene… una cascata lontana.
Le ossa scricchiolano come vecchi rami sotto il peso dell’esistenza.
E il silenzio, quello vero… non è pace.
È vertigine.
È follia.
Allora comprendiamo che il silenzio non esiste.
Siamo fatti di suoni impercettibili.
Di vibrazioni primordiali.
Siamo accordati alla frequenza dell’universo.
Strumenti fragili in un’orchestra cosmica che non smette mai di suonare.
Il vero silenzio non è l’assenza di rumore…
ma l’assenza di sé.
E noi, che cerchiamo quiete…
forse stiamo solo cercando di dimenticare che…
tutto vibra.
Che siamo suono.
Che siamo rumore.
Che siamo… vita.