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La vita…non va spiegata. Va vissuta.

È questo il grande fraintendimento. Passiamo metà del tempo a chiederci perché, come se ogni cosa dovesse avere un senso immediato, razionale, incasellabile. Ma la vita non è un’equazione da risolvere. È un insieme disordinato di emozioni, di istanti, di scelte, di silenzi che parlano più delle parole.

La vita è sentire.
È quella fitta allo stomaco quando succede qualcosa che non ti aspettavi. È la pelle che si accende al tocco giusto. È la voce che trema mentre dici “sto bene” e dentro ti stai spezzando.

È la voglia di raggiungere un amico lontano, anche se dentro hai paura di volare da solo.

Perché sì, a volte la vita è anche questo: voler essere vicini, ma sentirsi bloccati. Desiderare l’incontro, ma temere il viaggio.


Eppure è proprio lì che esiste il coraggio: nella tensione tra il bisogno di qualcuno e il terrore di affrontare il vuoto per arrivarci.

Chiedersi perché va bene… ma solo se sei Immanuel Kant e stai cercando di scrivere la Critica della Ragion Pura.

Per il resto di noi, umani fragili e meravigliosamente imperfetti, il perché è una trappola. È nel come, piuttosto, che si nasconde il senso.

Nel come vivi. Nel come ami. Nel come cadi e ti rialzi.

La verità è che la vita ha valore solo quando la riempi.
Di contenuti veri. Di esperienze che ti scombinano.
Di errori che ti insegnano e di incontri che ti cambiano.

Esistere non è solo essere presenti nel tempo.
Esistere è scegliere ogni giorno se affondare o fiorire.
È decidere che anche quando tutto sembra caotico… forse, proprio lì, c’è un ordine più grande. Uno schema che ancora non riusciamo a leggere.
E forse… è meglio così.

Perché se sapessimo tutto, smetteremmo di cercare.
E la bellezza della vita è proprio in quella ricerca cieca e istintiva, che ci fa alzare lo sguardo anche quando il cielo sembra vuoto.

Quindi non spiegare. Non forzare. Non controllare tutto.

Senti. Vivi. Respira forte.
Rischia un volo, anche se fa paura.
Perché ogni passo verso senti vicino è già un atto d’amore.
E ricorda: esistere è già di per sé un atto rivoluzionario.

Foto di Alev Takil su Unsplash

Musica di Ribhav Agrawal from Pixabay

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