Un primo ascolto del nuovo lavoro di Ana da Silvia ci fa ricordare pilastri della musica new age come Björk ed Enya. Non a caso molti giornalisti hanno spesso accostato il nome di Ana da Silvia alla musica post-wave e a volte anche al newage. Guardando per un istante uno dei tanti momenti di svolta della musica, mi riferisco al periodo tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta. Con le Raincoats che avevano tra i suoi componenti la figura di Ana da Silva. Siamo nel periodo della musica new-wave, il gruppo nei suo tre album storici. Propone un genere musicale un folk-pop innovativo, raffinato, sperimentale per l’epoca, basti ricordare lo storico “Odyshape”.

Un loro fans Kurt Cobain dopo il disfacimento della band 1983 nel 1993 chiama le ragazze ad aprire i live dei Nirvana. Rientriamo nel presente, The Lighthouse è l’album d’esordio di Ana da Silvia. Un lavoro che la vede protagonista in tutto, nel canto, nel suonare con una tastiera ed un sequencer. Un lavoro semplice e con precise idee, questa è vera arte.

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