Nel centro di Napoli, tra le stratificazioni urbane e sonore della città, si nasconde uno spazio sotterraneo che per Davide e Leandro in arte Frame.
Lo spazio rappresenta molto più di un semplice studio di registrazione: è un laboratorio creativo, una stanza dei giochi, un rifugio dove il silenzio diventa materia prima e la musica si trasforma in visione. È qui, nel loro “bunker”, che nasce l’idea di AFO4, un progetto radicale che ribalta le logiche tradizionali del rapporto tra suono e visioni.
I Frame ci accompagna nel dietro le quinte del loro mondo, fatto di ricerca sonora, sperimentazione audiovisiva e collaborazioni. AFO4 è infatti un’opera in cd + dvd, realizzata in sinergia con la regista Nina Di Majo, dove la musica non accompagna le immagini, ma le genera. È la colonna sonora a suggerire il racconto visivo, in un percorso quasi onirico, fatto di emozioni e non di parole, sensazioni più che narrazioni.
Davide e Leandro raccontano come il silenzio sia per loro un elemento con valore pieno, uno spazio denso da attraversare per trovare nuove forme di espressione. Il loro studio è un ambiente vivo, colorato, dove i suoni vengono raccolti, deformati, ricreati: un vero e proprio organismo sonoro. Lontani dalle logiche del mainstream, si muovono tra circuiti di arte contemporanea, elettronica sperimentale e audiovisivo d’autore.
Uno dei momenti più significativi della loro carriera è la partecipazione alla Biennale di Venezia 2004, dove si esibiscono accanto a nomi di riferimento come Ritchie Hawtin e Pan-Sonic. Un’esperienza che li conferma come voce originale all’interno della scena elettronica europea. A sostenere il progetto anche Marco Messina dei Retina.it, attraverso il collettivo Music Lab, che ha creduto nella loro visione e li ha accompagnati nel percorso discografico.
Quello di Frame è un approccio umano, sensibile, quasi artigianale. Un modo di fare musica che nasce dall’amicizia, dal confronto e dal desiderio di dare forma al suono, di farlo vibrare nello spazio e nel tempo. In un mondo che corre veloce, la loro proposta invita a fermarsi, ad ascoltare davvero, a sentire prima di capire. Perché come ci ricordano la musica, prima di tutto, è un atto emotivo.