E’ possibile oggi parlare di musica “diversa” in questo momento dove la parola contaminazioni regna sovrana?

Diciamo che la nostra accezione di “diverso” non è legata alla contaminazione in se e per se, ma più che altro ad un modo di fare, concepire ed ascoltare la musica.

Uno status lontano da tutti gli stilemi patinati e sintetici che le solite “grosse” radio italiane e la TV (MTV in primis) vogliono a tutti i costi imporre ed imporci.
Diciamo da sempre, anche quando eravamo un programma radiofonico indipendente, che al mondo c’è tanta musica, tanta musica di qualità, tanta musica con la “m” maiuscola, fatta da gente che vuole “fare” musica e che non mira a diventare il nuovo fenomeno da rivista per teen-agers… il problema e che (chissà per quale ragione) gira sempre la stessa musica. Credo che alcune canzoni passino sullo stesso network anche 25 volte al giorno!!! Un discorso troppo lungo da trattare “su carta” …. in conclusione per tornare alla “musica diversa” come la intendiamo noi di COMINT, posso dirti … guarda quanto tempo resta e per quanti anni ascolti un disco di gente come Tom Waits, Nick Cave, Smog, Lou Reed, etc… solo per citare i primi che mi vengono in mente e dimmi secondo te per quanto tempo ancora ci ricorderemo de “Le vibrazioni”, di Di Risio, dei Blue, dei Gemelli Diversi, etc… Ecco (!), la risposta alla tua domanda è tutta qui. Un po’ come diceva Fossati, “Sarà la musica che gira intorno quella che non ha futuro” ….Dove nasce l’idea di rappresentare COMINT con il logo di un ormai obsoleto nastro (cassetta)?

Nell’epoca del laser, del CD e degli MP3, il nastro ha un valore (soprattutto per noi nati tra i 70-80) fortemente nostalgico. Chi di noi non ricorda il fascino delle “cassette da 90” registrate malissimo, dei mangianastri o degli autoradio giganti e pesantissimi (sempre nella mano destra e un canarino sopra la finestra…. come diceva Toto Cutugno! ) Chi di noi non si è mai messo a riavvolgere una “cassetta” con la famosa penna Bic per non “consumare” troppo le batterie dei primissimi walkman!!! Scherzi a parte… oltre al valore nostalgico, il nastro rappresenta anche un pò il Lo-Fi, la “bassa qualità” per eccellenza, la musica fatta di getto e immortalata li … su di un nastro di celluloide. Una volta si chiamava demo-tape….

Cosa cercano i netsurfer in COMINT e come arrivano al vostro portale?

Di preciso non ci siamo mai chiesti troppo seriamente cosa cercano i “navigatori” su COMINT. Però posso dirti quello che ci siamo prefissati di offrire sulle nostre pagine. Innanzitutto un servizio, speriamo utile (!) e legato alla musica appunto “diversa”, pareri sui dischi e commenti sull’attualità, la cultura, il cinema etc… (spazio CUT-UP). Inoltre c’è sempre una interessante retrospettiva sullo spazio REVOLVER, dedicata ad un gruppo o un disco che hanno lasciato il segno nella storia musicale. Altro obiettivo che cerca di “centrare” la nostra web-zine è quello di dar voce alle realtà musicali “minori”, da noi ritenute interessanti e che fanno fatica a venire fuori …. Senza dimenticare il senso di community che grazie ad un Forum ed a un Guestbook si sta affermando sempre più.

Se dovessimo parlare di musica undeground come definire quella categoria di Artisti che migrano dalle “nicchie” al business da classifica?

Altra domanda da 1.000.000 di $ ! Cosa dire… io posso risponderti usando due parole: la prima parola è “coerenza” , l’altra è “denaro”. Apparentemente diverse ma sostanzialmente mooooolto simili e legate tra loro. Ci sono artisti “coerenti” con le proprie idee, con le proprie sonorità, con la loro storia … altri che fanno finta di esserlo. Faccio un esempio chiarificatore …. Guarda come si sono divise le strade di Gianni Maroccolo e di Piero Pelù … va bene che i soldi fanno comodo a tutti … però andare a top of the pop ogni sabato e cantare “toro loco” …. Che tristezza! Un esempio simile “straniero” puoi farlo con gli U2 … erano quelli di Sunday Bloody Sunday … oggi cantano Vertigo davanti alle 14enni in estasi post-puberale! Sigh! Sigh! Sigh!

Un aggettivo con cui rappresentare COMINT?

Genuino… credo e spero appaia dal di fuori. Non scendiamo a compromessi, non abbiamo nessuno sponsor, non guadagniamo un centesimo di euro con COMINT, facciamo altro nella vita per campare. COMINT è un giocattolo bellissimo per noi, nato per gioco, lo curiamo per passione e per aiutare a diffondere un poco di buona musica! Siamo indipendenti al 100%. Perciò meno vincolati da “giochi” di potere discografico … quindi genuini …

Il tuo background musicale ha influenzato indubbiamente le tue scelte odierne, quali i dischi che ricordi con particolare affetto?

Essendo cresciuto “musicalmente” negli anni ’90 non posso disdegnare ne dimenticare l’affetto provato per tutta la scena di Seattle, il cosiddetto (ahimè) Grunge. Oggi a distanza di 15 anni, ho accantonato un po’ quelle sonorità e diciamo che ascolto cose che a 18-20 anni non ero pronto ad ascoltare. I miei gusti odierni … beh … tanti …. non saprei farti un nome preciso… di recente sono usciti i Best of 2004 su COMINT … potete leggerli per farvi un’idea di buona parte della redazione di COMINT!

La vostra redazione come effettua le scelte del materiale da pubblicare, quale linea guida?

La linea editoriale, così come tutta la filosofia “COMINT” è chiaramente dettata dai nostri ascolti e dai nostri gusti. Abbiamo anche un bel po’ di collaboratori “specializzati” su generi particolari (Electro, Hard-rock, Post, etc…) e magari più predisposti di altri all’ascolto di un disco. Se proprio vogliamo parlare di “linea” diciamo che COMINT è lontanissima dal mainstream e dalla musica che quotidianamente gira sui grossi network e sui programmi in stile “Costanzo-Defilippi”. Cloroformio mentale e culturale!

COMINT nasce come progetto radio successivamente si affiancherà il web che sostituirà il precedente format soprattutto per l’esigenza di archiviare il materiale realizzato. Quanto vi manca il classico programma On-Air, ricordi lo storico Donald Fagen in “The Nightfly”.

E’ innegabile che la radio e il suo “on-air” esercitino il proprio fascino. Ancora oggi ricordiamo con piacere le serate in sala per la diretta del programma, le battute, le gaffes, i dischi di un determinato periodo, le canzoni da chiusura del programma, etc…. Anche in quel caso eravamo liberi di gestirci il programma come volevamo e di mandare ciò che ci piaceva … anche se qualcuno ogni tanto si lamentava a telefono (se tipo mandavamo qualcosa degli Einsturzende Nubauten)! Ehehehe! La decisione di spostare COMINT sul web è stata sicuramente dettata da motivazioni logistiche e di tempo, anziché di “affetto”. Non ti nego che se i tempi saranno migliori dal punto di vista degli impegni, COMINT potrebbe tornare ON-AIR! Chissà!

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