ā€œVintage! Ma non li dimostraā€ ĆØ il suo nuovo lavoro. Un doppio album composta da 35 tracce che fotografa ricordi di un Italia ricca di sentimenti ed arte. PerchĆ© realizzare questo lavoro, nostalgia di un tempo passato?

Realizzo questo lavoro perché è un lavoro sentimentale. Direi che ho scelto le canzoni che mi piacciono molto accanto alle canoni napoletane che non ci sono, alle quali ho dedicato altri album.

A me piacciono moltissimo le canzoni italiane di un certo tipo, quelle che discendono un po’ dal Jazz oppure quelle che io ho pensato non avessero avuto il riconoscimento artistico che meritavano. Insomma sono le canzoni che io canticchio a casa quando ritorno e trovo il pianoforte a aperto e mi diverto a ricordare E se domani oppure Se tu non fossi qui e a pensare che se fossero fatte in inglese sarebbero canzoni eterne come le canzoni di Porter o Garfiled ect.

Recuperare le belle canzoni italiane, non soltanto quelle sentimentali ma anche quelle umoristiche, divertenti quelle con lo spirito Sud americano che ci sono state in questi anni. È più giusto fare un lavoro di questo tipo per uno della mia età e non cimentarsi con il Rap.

Sarei un pò patetico probabilmente anche se mi piace quella musica mi piace la musica moderna. Vintage!

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Brilla di luce propria anche un inedito di Roberto MUROLO intitolato Desesperadamente. Un ricordo di MUROLO?

Roberto Murolo per me ĆØ stato un punto di riferimento straordinario. A lui devo il mio amore per le canzoni napoletane.

ƈ stato il mio primo amico quando sono andato a Napoli tanti anni fa. Con lui abbiamo cantato notti meravigliose passate insieme con Sergio Bruni, poi ho capito attraverso Murolo che la cosa fondamentale per cantare bene una canzone ĆØ esprimerla, pensare all’espressione, pensare alle parole, mettersi nel Mood della canzone, nell’atmosfera della canzone entrarci. Sono molto grado.

Questo ā€œDesesperadamenteā€ ĆØ un capolavoro che Roberto faceva la notte quando dopo aver cantato tutte le canzoni napoletane possibili ed immaginabili ci divertivamo ad andare a ripescare nella memoria le canzoni dell’adolescenza.

Lui aveva questa Desesperadamente che era Que reste t il de notre amour un’altra canzone americana cantavamo insieme le canzoni inglesi. Quando l’abbiamo ritrovata nel cassetto insieme con il produttore Nando Coppeto abbiamo deciso che era il caso di pubblicarla, e di far sentire questo aspetto di un grande cantante. All’interno di Vintage! duetta con Mariangela Melato ed Isabella Rossellini.

Possiamo definirla un precursore del fenomeno crooner?

SƬ devo dire che a parte le canzoni napoletane ho sempre cantato un po’ da crooner però non sapevo di avere una voce specifica per questo, mi arrampicavo un pò sugli specchi cantavo. Poi ho scoperto che abbassando le tonalitĆ  di alcuni canzoni la mia voce diventava, forse con l’etĆ , più espressiva, più malinconica forse anche più curiosa e personale.

CosƬ giĆ  in Tonight Renzo Swing un disco del 2001 io avevo interpretato come crooner due canzoni di Modugno, ā€œResta cu meā€ e ā€œCiao ciao bambinaā€. In questo disco ne interpreto molte di più perchĆ© ho scoperto di avere una voce molto particolare ed incoraggiato molto da i miei amici musicisti, non quelli che suonano con me, ma quelli che entrando in sala di registrazione dicevano: ā€ma chi ĆØ che cantaā€ ed Io rispondevo:ā€sono ioā€ e loro:ā€ma ĆØ impossibileā€.

Questo è stato il grande incoraggiamento perché io facessi molti brani nelle vesti di crooner.

Facciamo un salto nel passato. Un lontano 1984 l’ha vista in un programma molto interessante che ha stabilito da trait d’union un punto di comunicazione fra la Radio e la Televisione. Parliamo di Cari amici vicini e lontani. Se questa condizione la contestualizziamo ad oggi il nuovo programma s’intitola ā€œSpeciale per me. Meno siamo meglio stiamoā€. Potremmo tratteggiare una linea di confine fra la prima produzione del 1969 Speciale per voi e questo nuovo format televisivo che propone e che sta riscuotendo tanto successo?

Direi di sƬ. Sono molto simili. Lei ha accennato ad un programma al quale io mi sono ispirato per ā€œSpeciale per meā€ più che ā€œSpeciale per voiā€ che era il primo Talk Show della RAI della televisione dove liberamente i ragazzi parlavano e mettevano anche in difficoltĆ  gli ospiti, un pò di verso da ā€œSpeciale per meā€.

Questo ultimo si rifĆ  al programma che commemora gli ottanta anni della radio ā€œCari amici vicini e lontaniā€. Anche lƬ c’erano degli ospiti che avevano segnato la storia della Radio invitati o a ricordare le vecchie storie della Radio come anche ā€œSpeciale per meā€ si va a ricordare delle storie fatte insieme con alcuni artisti come Frassica, Gigi Proietti, Roberto Benigni ect. o a inventarci dei numeri, cosƬ come facevamo con ā€œCari amici vicini e lontaniā€.

Nel 1984 c’era un grandissimo studio era un grande party con una grande orchestra ed una piccola. Qui ĆØ tutto piccolo perchĆ© vogliamo fare un programma un club di amici. Mi piace di più un locale piccolo, di tendenza che va alla ricerca della musica d’epoca ma anche della musica buona di oggi come quella proposta da Sergio Cammariere che sarĆ  ospite nella puntata del 19.

Quello il modello e poi la musica e gli Artisti che piacciono a me, anche del passato quelli che non ci sono più che è bene far vedere e rivedere ai ragazzi di oggi perché bisogna avere le basi straordinariamente solide per poter andare avanti.

Gli scatch di Walter Chiari di Totò sono queste le basi.

La scelta di vederla sempre in orari difficili a cosa ĆØ imputabile. Meglio pochi ma buoni?

Sì è imputabile un pò a questo. Io preferisco avere uno scelto pubblico come dicevano i comici di una volta. Un pubblico di affezionati.

PerchĆ© le indagini dell’Auditel fanno la quantitĆ  e quasi bassi ma non l’affezione al programma non ĆØ il gradimento ĆØ qualcosa di più.

ƈ quello che la gente mi dimostra quando mi incontra per strada e mi dice:ā€Io rimanevo tutte le notte vedevo

Quelli della notte e restavo sveglio fino alla fineā€. Quella ĆØ un’affezione che poi viene dimostrata quando vengono a vede a sentire i mie concerti quelli con l’Orchestra italiana con gli altri. In quelle nicchie lƬ c’è più affezione ti senti più fra amici.

Puoi far esibire giovani realtĆ  che prima serata ĆØ impossibile proporre. La dittatura dell’Auditel ti proibisce di far ascoltare un pezzo di Jazz o di una canzone che non sia molto facile.

Parlavamo del Jazz di “Quelli della notte” in questo suo accenno un lontano 1985 vedeva Renzo Arbore inventare la “2° serata televisiva” con il programma “Quelli della Notte” da cui verrĆ  anche pubblicato l’album raccolta che venderĆ  oltre 800.00 mila copie con la mitica ā€œMa la notteā€¦ā€. Un salotto fra musicisti e jam session che daranno alla TV una nuova comicitĆ  non solo televisiva. Come mai decide di tornare a fare la televisione dopo un periodo di assenza?

Le insistenze erano tante, volevo far conoscere al pubblico questi miei amici che suonano che non sono quelli che suonano con me ma le Book Sisters, I Bruce Willis che hanno suona con Frassica, il Gruppo D’Induccio che fĆ  una musica che definisce cafona, I Funk Off che sono andati a San remo con Alexia.

C’è in Italia una fioritura di musicisti e di musica che non ĆØ stata ancora denunciata dai Medi.

Siamo il secondo paese al mondo a produrre jazzisti di grande valore dopo l’America e questo ancora non ĆØ viene recepito.

Abbiamo un luglio dove succede di tutto musicalmente in Italia a parte Umbria Jazz che dirigo in parte anche io.

Ci sono tutte le manifestazioni dell’estati romane, napoletane, agrigentine, catanesi e anche milanesi. ƈ veramente un paese ricco di talento e questo non arriva quasi mai in televisione.

Questo uno dei motivo che mi ha fatto decidere a tornare in televisione. Malgrado il fatto che la mia vita in questi anni non ĆØ stato di assoluto riposo. Sono andato in giro per il mondo con l’Orchestra Italiana e anche con Swing Maniacs facendo un numero infinito di serate e di concerti l’ultimo al teatro dell’Opera di Roma e il penultimo al Carmi City Hall di New York anche lƬ un concerto da mozzare il fiato. In una intervista trovata attraverso il Media internet si parlava di sogni nel cassetto: Un programma con gli italiani all’estero.

Da cosa nasce questa esigenza?

Il mio sogno nel cassetto ĆØ che l’italiani all’estero abbiamo degli spettacoli che gli facciano sentire più vicini al nostro paese.

Quello è un problema insoluto nel nostro paese. Ci sono oltre 60 milioni di persone con origini italiane sparse nel mondo più del numero degli abitanti del nostro Paese.

Sentono di appartenete all’Italia la amano ne sentono le radici ect. Persone andate via poverissime e che sono diventate adesso importanti rappresentano quei paesi, lavorano ed hanno incarichi di responsabilitĆ  in quei Paesi.

Noi a volte inviamo una banda durante le manifestazioni ufficiali, un politico che va a salutarli e tutto finisce lƬ. Io invece amo vederli ai mie concerti perchĆ© mi identifico molto da meridionale ma anche non solo da meridionale da italiano in questi nostri connazionali che hanno lavorato duramente si sono affrancati che sono partiti caso mai senza nessuna colpa ignoranti e poverissimi ed invece sono diventati colti fortunatamente per loro anche benestanti. Sono molto belle le parole che spende per gli italiani all’estero. Al suo nome tutti abbinano uno strumento a fiato il clarinetto.

Come re interpreta lo swing italiano?

In Italia c’è molto Swing ci sono anche bravissimi clarinettisti. Dal decano che ĆØ Eengle Blu Audi a Luca Vellotti a Baby D’Amato che suona da solo a Pescare. Non so come faccia a suonare da solo non avendo dei partner alla sua altezza. Anche se ne avrĆ . Poi c’è il mio amico Gianni Sangiusto sono davvero tanti. ƈ uno strumento delizioso ci sentiamo tutti complici quando ci incontriamo. Anche se io onestamente sono un clarinettista dilettante che ha solo un pò di gusto, purtroppo. Non ho assolutamente la tecnica di questi miei bravissimi colleghi.

Che rapporto ha con le ā€œTeche Raiā€ scrigno di tanti suoi lavori?

Credo di essere ā€œinnamoratoā€ del repertorio della Rai sia della Radio che della Televisione. Credo sia un autentico tesoro.

PerchĆ© la storia d’ora in poi si leggerĆ  sƬ sui libri ma si leggerĆ  vedendo le immagini della televisione, come giĆ  avviene nelle televisioni satellitari ma anche nelle trasmissioni della TV generalista. Che sempre di più diventano numerose: ā€œLa storia siamo noiā€, ā€œLa grande storiaā€ e ā€œLa piccola Storiaā€ ect.

Questo per la storia ma il confine ĆØ identico per il costume. Quindi il repertorio della televisione, il repertorio leggero, il varietĆ . Io credo che gli archivi della RAI ma anche di Mediaset siano preziosi. Il repertorio debitamente venduto non messo lƬ come una pagina ingiallita ma venduto bene come facciamo Noi a ā€œSpeciale per voiā€ facciano riflettere ed andare avanti il discorso dell’umorismo ad esempio ed in genere dello spettacolo.

Se dovessimo definire con un aggettivo il programma ā€œAlto Gradimentoā€ quale dovremmo utilizzare?

Improvvisato. In quella occasione quando ci trovavamo di fronte al microfono io e Boncompagni senza avere una minima idea di quello che dovevamo dire ma avevamo solo una scaletta dei dischi. Iniziammo ad improvvisare dapprima molto timidamente ed ingenuamente con battute molto semplici, via via abbiamo preso coraggio credendo che gli americana facessero la radio senza scaletta, ma non era vero.

Abbiamo inventato la Radio improvvisata cioè quella dove ci passava per la testa una battuta anche sciocca, però siccome era improvvisata suonava bene.

Le vibrazioni trasmettevano un divertimento maggiore che non la battuta rifritta letta come si faceva prima da un copione caso mai da un attore bravissimo. CosƬ abbiamo inventato un modo di fare la Radio che poi abbiamo riportato in televisione con ā€œL’altra domenicaā€ con anche Roberto Benigni. Era un attore prima di venire a ā€œL’altra domenicaā€. Andy Luotto.

A tutti loro ho trasmesso questo gusto di improvvisare con un canovaccio minimo, oppure soltanto con un punto di arrivo.

Era solo una schema di sketch il resto veniva suggerito dall’istinto e dalla felicitĆ  di quel momento.

La ringrazio per la disponibilitĆ  ci sentiamo alla prossima.

Per caritĆ  grazie a Lei e in bocca al lupo per la sua attivitĆ .

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Ascolta intervista audio a Renzo Arbore.

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