Una rilettura in chiave femminile dei classici del jazz e soul di George Gershwin e Stevie Wonder questo il concept di Lara Iacovini intitolato ‘S Wonderful (2011 – Abeat Records). La canatutrice bresciana in questo lavoro si avvale di Riccardo Fioravanti (contrabbasso), Andrea Dulbecco (vibrafono) e Francesco D’Auria (percussioni).

Partecipano, inoltre, come ospiti d’eccezione Alessio Menconi (chitarra), Massimo Colombo (piano, rhodes & synth), Giulio Visibelli (sax soprano, flauto) e DJ Skizo, presente nell’innovativo remix dance di I got rhythm.

Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Lara Iacovini per raccontare di questo Cd dalle atmosfere “soffici” fra pop e soul. Bentrovata?

Grazie a voi per avermi invitata. Un lavoro ‘S Wonderful nato da quale ispirazione. Un omaggio ai due grandi maestri della scena internazionale? Si, ‘S Wonderful nasce da una forte passione per due grandi artisti del ‘900: George Gershwin e Stevie Wonder; nasce dal desiderio di immaginare un incontro tra loro, durante il quale essi si scambiano stile, idee, modi di interpretare, mantenendo però quella linea comune, che per noi è stata il trait-d’union del progetto: il gusto jazzistico.

Quando si propone una cover c’è sempre la questione dell’immaginario collettivo legato al brano originale?

Un po’ senz’altro; rileggere un brano può essere rischioso, specie se è stato interpretato magistralmente nella versione originale. Per questo si deve cercare di filtrare la musica attraverso la propria sensibilità senza però snaturare il brano. Ai nostri concerti la gente si diverte proprio a riconoscere le canzoni mentre l’esecuzione procede, specie per Stevie Wonder. Diventa anche un po’ un gioco.

E l’incontro con Dj Skizo come si coniuga nel Cd Passato e moderno ad un incrocio?

Incrocio non direi, un incontro, una commistione di generi senza snaturarne nessuno. DJ Skizo ha fatto un ottimo lavoro perché è riuscito a rispettare il proprio stile e quello del brano sul quale ha lavorato. Come ho già avuto modo di dire; spero di non scandalizzare i puristi del jazz, ma ben vengano questi “esperimenti” se è un modo per far arrivare gli standard al pubblico. Che non si dica più che il jazz è musica di nicchia: a questo mi piacerebbe arrivare, ovviamente non da sola.

Come sono state selezionate la cover e quali le difficoltà incontrate?

La gestazione del progetto ha richiesto diverso tempo perché la scelta di quanti e quali brani rappresentativi dei due artisti scegliere non è stata immediata. Entrambi hanno una vasta produzione e il rischio era di perdersi. Poi però seguendo il feeling e aiutati dalla razionalità, le idee hanno iniziato a delinearsi sempre più chiaramente verso alcuni brani. Per Riccardo (Fioravanti), direttore artistico del progetto, un punto doveva restare fermo: lo scambio degli stili tra i due artisti. Molte idee, al riguardo, sono nate proprio in studio anche con l’aiuto di Francesco (D’Auria) che, in quanto a ritmo, ha mille risorse.

Hai studiato pianoforte al Conservatorio, ritieni che l’approccio alla musica attraverso lo studio del pentagramma assegni un valore aggiunto rispetto a chi lo fa da autodidatta?

Direi proprio di si. Ci sono rari in cui può bastare la dote innata, pensiamo a Chet Baker; ma quanti ce ne sono così? L’idea romantica dell’artista tutto istinto e ispirazione è alquanto ingenua. Credo che un percorso formativo regolare dia la possibilità di accelerare i tempi d’apprendimento e permetta di avere un background coerente e saldo. Una volta non esistevano, almeno per il jazz, cicli di studio “ufficiali” nell’ambito istituti specifici. Oggi I corsi di Jazz li troviamo ovunque: perché non approfittarne?

Ascoltando le cover su ‘S Wonderful recepiamo il suono dell’Hang Drum?

Bravo! Non tutti riconoscono questo suggestivo strumento. Lo ritrovi nell’intro di I got Rhythm, un omaggio al ritmo, appunto, che abbiamo voluto realizzare attraverso il richiamo ad atmosfere africane, proprio con l’Hang di Francesco (D’Auria) e la marimba di Andrea (Dulbecco).

Se dovessimo al volo scegliere una canzone dal Cd quale sceglieremmo?

Direi proprio I got Rhythm perché è una degli arrangiamenti più particolari, dei quali esiste anche la versione remix elaborata dal mitico DJ Skizo; poi , però c’è anche Secret, l’inedito del progetto. Il nostro omaggio a George Gershwin e Stevie Wonder. La musica è di Riccardo Fioravanti e il testo è mio.

Hai in programma un tour acustico?

Il tour è iniziato con un paio di anteprime (Lucca Jazz Donna e Catnzaro Jazz Festival); poi siamo stati a Marigliano, a Como. Il 5 agosto saremo a Laveno per il Festival del Lago Maggiore e poi riprenderemo a settembre. La promozione del Progetto è solo all’inizio.

Come ti sei trovata con i tuoi compagni di lavoro? Benissimo! L’Atmosfera era serena, divertente. Tutti hanno dato il proprio contributo creativo. Con Riccardo canto da tempo e il sodalizio artistico è ormai consolidato; Con Andrea e Francesco era la prima volta che registravo, ma non c’è stato alcun problema. Registrare è sempre un’emozione forte: sai che il lavoro finale resterà, qualcosa il cui risultato dipende dalla complicità delle persone con le quali collabori. Il disco è disponibile nei negozi, su iTunes e nei migliori digital store.

Foto: www.laraiacovini.it

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