Si fa conoscere dalla rassegna Cornetto Free Music Audition, le sue basi rimandano agli ascolti delle canzoni dei Beatles e di Jeff Buckley. Suona la chitarra ed il piano e racconta del singolo Dannato Amore (Carosello Records/Dueffel), anche un video per la regia di Gaetano Morbioli in rotazione

del 14 febbraio.

Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Simone Perrone, bentrovato!

Ciao a tutti i lettori, e grazie Patrizio per quest’intervista.

Una casualità la diffusione del video del singolo Dannato Amore nel giorno della festa degli innamorati?

Non si tratta di una casualità. Credo che, già leggendo il titolo del brano, sia chiaro quanto la canzone non sia propriamente un inno all’amore; ed anzi, un amore dannato altro non è che l’antitesi di ciò che il San Valentino simboleggia, ma la mia scelta nasce fondamentalmente da un gioco, dal voler ironizzare simpaticamente, e soprattutto senza cattiveria, su quello che le convenzioni ci portano a vedere come il giorno degli innamorati. Penso che l’amore, quando c’è, stia nelle cose di ogni giorno, e non ha certo bisogno di una data particolare per esser festeggiato. Quindi ho pensato a cosa c’è di meglio e di più strano che far uscire, nel giorno in cui si festeggiano gli amori felici, il video di una canzone che parla di una storia d’amore finita male.

Dove è nato questo lavoro, in quale stato emotivo?

L’idea del video nasce in realtà molto dopo rispetto alla scrittura del brano. Non ero più il ragazzo che a diciassette anni soffriva per amore, bensì una persona ormai pronta a guardare a quella storia quasi con relativo distacco. Da qui ne nasce un’idea a metà strada tra un Simone ironico e giocherellone, ed un Simone quasi troppo serio anche per me-stesso. Con una frecciatina a coloro che pensano al proprio partner come un peluche da manipolare a loro piacimento. Idea che poi Gaetano Morbioli (regista dei videoclip di Laura Pausini, Tiziano Ferro, Subsonica, Modà, ecc.), è stato bravissimo a trasformare in video.

Quanto la musica dei Beatles e di Jeff Buckley ha contaminato il tuo stile?

I Beatles, e mio padre che li ascoltava, mi hanno permesso di innamorami della musica e di scoprire la mia passione per il canto; Jeff Buckley, invece, mi ha dato modo di scoprire che la musica non eran solo i Beatles. In entrambi i casi comunque ne sono stato fortemente influenzato, anche se non sono le uniche fonti dalle quali ho tratto, traggo e trarrò ispirazione per le mie canzoni passate presenti e future.

La figura della donna sembra essere sempre al centro dei tuoi brani, parlando di L’estate di Adelina, il tuo precedente singolo, quali i punti di confronto con il Dannato Amore?

Più che la donna, credo di poter affermare che al centro delle mie canzoni ci sia la mia vita, e la donna ne fa parte a tutti gli effetti. Sono due brani in realtà legati tra loro, scritti nello stesso periodo, anche se pubblicati in momenti diversi. Adelina è la voglia di scoprire l’amore, ingenuo e libero, è l’affacciarsi alla finestra tuffandosi nella vita; con Dannato amore invece si ha il duro risveglio dal sogno, c’è infatti un periodo in cui ci insegnano che l’amore è buono, e che non può far male, ma poi scopri che la verità è diversa, e che anche l’amore fa soffrire, come e anche più di un taglio o di un pugno sul naso. Ora però non vorrei passare per quello che ha rancore nei confronti dell’amore (rido), anzi, direi piuttosto che amo soffermarmi su ciò che di buono, ma anche e soprattutto di cattivo e oscuro, la vita mi riserva.

Chi era Adelina?

C’è una storia abbastanza strana riguardante Adelina, che voglio raccontarvi. Seppur usando questo nome, nel momento dello scrivere la canzone, non conoscevo nessuna persona che si chiamasse così, Adelina era solo un appellativo particolare ed originale, la cui pronuncia nel cantarlo suonava particolarmente bene alle mie orecchie. Durante alcune interviste, alla domanda “chi è Adelina?”, rispondevo scherzosamente che si trattava della mia vicina di casa ottantatreenne, e la storia finiva li. Poi una mattina, uscendo da casa, a poche abitazioni di distanza dalla mia, mi imbattei in un funerale, e leggendo di sfuggita i manifesti, mi accorsi che il nome della defunta era proprio Adelina. Quindi posso dire, questa volta per davvero e senza ironia, che Adelina era sul serio la mia vicina di casa.

Cosa prevede il futuro per Simone Perrone?

Ci sarà un nuovo singolo, previsto per l’estate 2011, al quale seguirà un videoclip, e sperò che finalmente riuscirò a pubblicare il mio primo album, visto che ho molte idee in cantiere e a cui vorrei dare una forma ben definita.

Chiunque voglia saperne di più su Simone Perrone e la sua musica?

Lo invito a navigare verso www.simoneperrone.com.

Foto: Ufficio Stampa

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