Simona Rotolo e Miky Marrocco sono i Controluce e miscelano abilmente uno stile da cantautore con sonorità pop e sperimentali.

Hanno diverse esperienze raccolte sui palchi della scena nazionale, sono stati anche selezionati per la rassegna Voci per la libertà di Amnesty International e per uno showcase in occasione del M.E.I. Apprezzano i cantautori italiani e le band internazionali che spesso sono i punti di partenza delle loro canzoni.

Incontriamo i Controluce per raccontare di questo percorso musicale che li fa approdare all’album d’esordio dal titolo Aprile, in omaggio al celebre film di Nanni Moretti. Cosa porta tributare questo personaggio?

Miky: Il film Aprile (diretto e interpretato da Nanni Moretti) è incentrato sul tema della “nascita” che viene affrontato da un punto di vista paradossale e ironico. Ci è sembrato un ottimo riferimento per un disco di esordio. Ci piace il suo modo, così immediato e a tratti sfacciato di ritrarre la realtà. Allo stesso modo, nelle nostre canzoni si possono trovare stati d’animo contrastanti, frutto di situazioni reali e vissute. Simona: La scelta di intitolare il nostro album Aprile non è stata dettata dal caso. Da tempo proviamo per Nanni Moretti una stima profonda e consigliamo a tutti la visione dei suoi film per il coraggio con cui porta avanti determinate ideologie, per il suo invito alla riflessione ma anche per il sarcasmo e i modi a volte irriverenti con cui affronta le situazioni più surreali. Ci siamo immedesimati spontaneamente nei suoi personaggi e abbiamo deciso di omaggiarlo perché in Aprile ci siamo ritrovati nella sua visione consapevole ma al tempo stesso ironica della crescita.

Quando nasce il progetto Controluce, con quali spunti creativi?

Miky: I Controluce nascono alcuni anni fa, dalle ceneri di un progetto che prevedeva una band al completo. Dopo questa esperienza, abbiamo deciso di lavorare per sottrazione e di diventare un duo. Questa scelta ci ha permesso di sperimentare nuove soluzioni compositive: ci ha costretti a mettere a nudo le nostre capacità e a scavare a fondo nelle nostre risorse. Abbiamo poi selezionato gli spunti migliori per iniziare a lavorare alla pre-produzione di un album intero. Poco dopo è nata la collaborazione con Lele Battista: lui ha apprezzato i nostri provini e lo abbiamo scelto come produttore artistico di Aprile, iniziando le registrazioni in studio.

Aprile è il titolo del vostro primo album. Come lo descrivereste in una parola?

Miky: In una parola, lo definirei “autentico”. Siamo partiti con le idee molto chiare, sia in termini di scrittura che di arrangiamento. Abbiamo quindi fatto delle scelte precise che abbiamo potuto condividere e sviluppare in studio con Lele Battista, con gli altri musicisti che hanno suonato nel disco e con Max Lotti che ha curato missaggio e mastering. Come nelle nostre intenzioni, i brani di Aprile risultano freschi ed immediati, pur racchiudendo dei contenuti profondi. Simona: Sono d’accordo. Aprile è un disco diretto, scritto e arrangiato con il coraggio di mostrarsi per quello che si è. Senza fronzoli e senza artifizi. È un album che parla principalmente di noi e che racchiude quello che siamo sia come artisti che come persone. È un racconto di ciò che ci appartiene e che ci circonda, spontaneo e immediato anche se al tempo stesso lascia spazio ad un’interpretazione personale di chi lo ascolta.

Numerose le esibizioni live alle quali avete partecipato. Cosa vi hanno insegnato?

Miky: Sul palco abbiamo imparato molto, specialmente da quando ci esibiamo in due. Abbiamo sviluppato una dinamica che ci consente di portare i nostri brani al pubblico anche senza una band alle spalle. Certo, è molto impegnativo e richiede preparazione e concentrazione. Creiamo dei cambi di atmosfera alternando pezzi acustici a contaminazioni elettroniche e proponendo alcuni “reading” da alternare alle canzoni vere e proprie. Inoltre, la voce di Simona, che su disco ha preferito una timbrica più dolce ed eterea, dal vivo sa farsi energica e grintosa. Questo è piaciuto molto a chi è venuto a vederci dal vivo e rende le nostre esibizioni ancora più emozionanti e coinvolgenti. Simona: Suonare dal vivo è sempre un’esperienza formativa. Immagino che chi stia leggendo questa intervista abbia già compreso la nostra natura: siamo molto riflessivi ma al tempo stesso anche istintivi.. insomma il nostro modo d’essere è pieno di paradossi, incoerenze e contrapposizioni. Ci piace lasciarci andare e come potrai immaginare, esibirsi in due è una situazione capace di coinvolgerti molto sul piano emotivo. Abbiamo trasformato il fatto di essere in due in un punto di forza. Naturalmente io e Miky siamo (per ovvie ragioni) due persone distinte e differenti, ma abbiamo in comune attitudine, ascolti e la stessa volontà di portare avanti un progetto che abbia realmente qualcosa da comunicare. Proprio per questo, sul palco ci sentiamo a nostro agio perché portiamo noi stessi, con la nostra voglia di dare qualcosa che sia sincera e non costruita. Pur mantenendo una precisa identità di fondo che attinge al cantautorato e all’indie-pop, le nostre esibizioni dal vivo sono piuttosto varie perché comprendono momenti acustici, sperimentazione e reading.

Curiosando nel vostro archivio quali dischi troviamo?

Miky: Ne troviamo parecchi! Sicuramente la discografia dei Beatles, poi quella degli Smiths e dei R.EM., Joy Division, Cure, Sonic Youth, Nick Drake, Radiohead e molto altro ancora. Poi la canzone d’autore: Fossati e De Andrè su tutti. Le band storiche dell’indie italiano: C.S.I., Afterhours e Scisma. Simona: La lista è lunghissima! Mi associo ai nomi citati da Miky e aggiungo PJ Harvey, Jeff Buckley, Laura Veirs, Elliott Smith, Notwist, God Machine, Grandaddy, Postal Service , Belle & Sebastian, Lali Puna, Tori Amos.

Un disco trova le sue radici musicali in quali Band?

Simona: Il nostro disco trova le sue radici prima di tutto in quello che siamo come persone e di conseguenza negli ascolti che ci accompagnano sin dall’adolescenza. Le band in questione sono sicuramente quelle citate nella domanda precedente, però bisogna tener presente che un disco è ben riuscito se si da la giusta importanza alla visione d’insieme dei brani prescelti. Per noi è stato determinante dare ad ogni canzone un senso di continuità e appartenenza, sia per le sonorità che per le intenzioni.

Come ritenete la promozione della musica attraverso iniziative come X-Factor?

Miky: Si tratta di uno spettacolo televisivo e , in quanto tale, è sicuramente un prodotto riuscito; gli ascolti e il successo dei partecipanti lo dimostrano. Forse è l’inevitabile reazione a un mercato, quello discografico, sempre più difficile. Resta il fatto che di musica ce ne sia molto poca e che l’attenzione sia più incentrata sulle vicende umane degli sfidanti e sulle diatribe tra i giudici. Simona: Non nego di averlo seguito di tanto in tanto.. vuoi per la curiosità, vuoi perché (soprattutto quest’anno) i partecipanti al “concorso” erano vocalmente molto dotati. Non amo molto i battibecchi, ma mi ha divertito seguire alcune situazioni limite.. Penso che Morgan sia un personaggio carismatico e a tratti surreale, capace di catturare l’attenzione grazie al suo magnetismo e alla sua forte personalità.

Curiosando sul vostro MySpace, ho visto che non è raro un vostro intervento all’interno di trasmissioni radiofoniche ed inoltre ho letto che vi è capitato spesso di essere intervistati e di esibirvi dal vivo in Radio. Raccontateci queste esperienze?

Simona: Da quando esiste il progetto Controluce, devo ammettere che c’è sempre stato un forte interesse nei nostri confronti da parte delle Radio indipendenti. E questo per un gruppo emergente non è un fatto trascurabile, anzi. Continua a farci molto piacere! Nel corso del tempo, questi contatti sono aumentati anche grazie alla nostra etichetta Novunque che ha fatto ascoltare “Aprile” ad alcune emittenti radiofoniche che lo hanno apprezzato ospitandoci per interviste, live e mettendo in onda i nostri brani. Questo ci ha permesso di farci conoscere sempre più. Esibirci in diretta ci piace molto e trovo sia per noi la condizione ideale per raccontare di noi e far sentire le canzoni in una dimensione ancora più intima.

Quanto vi è utile la rete e quanto, a vostro avviso, è efficace oggi la promozione sul web?

Simona: Trovo che Internet stia diventando un canale molto importante per gli artisti, E’ forse una delle poche risorse che ogni musicista può gestire autonomamente senza che ci siano dei privilegi riservati esclusivamente a pochi. Ci interessa molto ricevere commenti e pareri sulle nostre canzoni e grazie ai social network ottenere feedback è diventato più facile e frequente. Facebook e Myspace in particolare ci hanno permesso di metterci in comunicazione con tante persone che avremmo fatto fatica a raggiungere con i canali di promozione canonici. Per questo motivo, consideriamo il web un ottimo mezzo sia per confrontarsi con il giudizio degli ascoltatori che per accrescere il numero di nostri sostenitori.

Foto: Archivio Controluce

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