Un disco che segna una nuova stazione di partenza per Leonora che in Electronic Ballads si allontana dall’universo della musica pop per intraprendere un viaggio fra musica d’autore ed elettronica valutando e sperimentando l’abbinamento delle armonie passando dal noise all’elettronica, dal suono della lingua inglese a quelle della lingua italiana.

Affascinante e introspettivo Electronic Ballads il nuovo lavoro di Leonora. Un disco che segna una nuova stazione di partenza?

Spero di sì. Mi piace molto il termine “stazione”. Ho abbandonato da tempo l’idea di percorrere strade istituzionali e ho lasciato andare quel treno che, partito nel ’96 con la canzone bit a Sanremo Giovani, mi aveva portato a realizzare qualche altro singolo e poco più. Ho fatto delle scelte diverse, non istituzionali, coltivando quasi esclusivamente il pubblico della rete che mi ha dato sostegno e nuovi stimoli.

Sei l’autrice dei testi come scrivi un brano?

Prendo spunto da un’idea musicale, di testo o dal fascino evocativo del suono. Tendo comunque a portare avanti la scrittura di parole e musica insieme. Lavoro molto al computer a cui sono legata anche compositivamente. Spesso parto da alcune tracce midi e dal suono di un “virtual instrument” prima ancora che dal pianoforte.

Elettronic Ballads un crossover fra ritmo, melodia ed elettronica. In che percentuale sono utilizzati questi stili?

Non ho una ricetta specifica. Per me comporre canzoni è un fatto intimo, sentimentale, risponde a un bisogno istintivo. Di certo seguo un mio gusto, un’intenzione che credo risenta di un bagaglio, non solo sonoro, acquisito negli anni.

In questa nuovo approccio musicale partecipa anche Marco Olivotto, che è anche il produttore, cosa ha apportato?

Marco è stato per me un riferimento unico. È stato lui a darmi la spinta per realizzare l’album. Ci siamo conosciuti via mail e abbiamo scoperto nel tempo di condividere lo stesso approccio alla musica. Così è venuto quasi da sé produrre insieme questo disco, collaborando esclusivamente attraverso Internet. Io ho suonato e arrangiato i brani in casa, scegliendo di ridurre la strumentazione a una tastiera con sole tre ottave e un portatile. Poi ho spedito i file a Marco che ha migliorato la resa sonora e curato la masterizzazione. Sono molto fortunata perché Marco ha condiviso con me tutte le scelte fatte, anche il progetto grafico del libretto, mettendo a disposizione tutta la sua competenza.

In rassegna ci ripassi un ricordo e un significato delle dieci tracce?

Le prime cinque canzoni sono in inglese e hanno un sapore più “electronic”, le altre cinque sono le “ballads” in italiano. Le ho scelte fra quelle che avevo nel cassetto e che ancora oggi rappresentano qualcosa per me. I ricordi legati a questi brani sono tanti e lontani nel tempo, i significati tutti lì nelle parole.

Perché: “Beata ignoranza”?

Ci sono delle cose che non si posso più tacere. È un brano sulla cultura negata, la violenza del potere mediatico e la beatificazione dell’ignoranza. Risponde al profondo bisogno di sperare in un cambiamento, almeno in una canzone.

Parliamo del singolo La luna nel pozzo. Sembrano forti i richiami alla musica italiana degli anni ’80 di artisti come Rossana Casale?

Mi riesce difficile dare un preciso riferimento ma devo dire che mi è già capitato di essere accostata ad artisti a cui io non avrei pensato. Rossana Casale è una cantante raffinatissima, di quegli anni ricordo il bellissimo album La via dei misteri che credo faccia ormai parte del retroterra musicale di molti.

Quanto ti senti vicina a quello stile?

Non mi ispiro allo stile anni ottanta italiano ma è possibile che io ne sia stata influenzata. L’uso che faccio dell’elettronica può certamente richiamare il periodo anche se i miei riferimenti di allora sono legati ad artisti stranieri.

In chiusura quali sono i tuoi ascolti dalla scena nazionale?

De Gregori, Dalla, Battiato, Bersani ma sono solo alcuni, in realtà io la musica la amo un po’ tutta.

C’è un messaggio in particolare che vorresti rivolgere a chi ti ascolta?

Mi piacerebbe coinvolgere diversamente chi si è appassionato al mio progetto musicale. Vorrei invitare chiunque ne abbia voglia a rielaborare i file audio e le immagini a disposizione sul blog del mio sito www.leonora.it Sono benvenuti remix, video, fotomontaggi e qualunque cosa vi venga in mente!

Foto: www.myspace.com/leparoledentro

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