Il nuovo cd è inserito nel lettore e sin dalla prima traccia suona note dal sapore nuovo per la scena indie italiana è il nuovo lavoro per i Captain Mantell dal titolo Rest in Space. Una trio Veneto capitanato da Tommaso Mantelli, quasi omonimo del vero capitano Thomas Mantell, primo pilota militare a morire inseguendo un UFO.

Al microfono di Patrizio LONGO incontriamo i Captain Mantell per raccontare di questa proficua linea sonora che fra punk ed elettronica si lascia ascoltare. Come vi siete avvicinati al mondo della musica punk?

Data la gestione democratica del progetto rispondiamo tutti e tre: Tommaso Mantelli aka Captain Mantell, Nicola Lucchese aka Doctor Ciste, Omero Vanin aka Sergente Roma. Dr Ciste: è il punk che si è avvicinato a noi…. Capt Mantell: è la nostra attitudine… naturale predisposizione. Sgt Roma: diciamo che quello che ci interessa del punk è l’immediatezza della comunicazione. Le nostre canzoni non nascono solo dalla semplicità, nascono invece dalla semplificazione di una composizione complicata e ben attenta ai dettagli.

In questo lavoro: Rest in Space (Irma Records/Hypotron Records) anticipato dlal’Ep Into The Cockpit (2008) qual’è stata la linea musicale che avete seguito?

Sgt Roma: istintività e immediatezza, cercando di cogliere il punto d’incontro per svilupparlo nello stile della band: il viaggio stellare. Capt Mantell: La canzone è la vera radice delle nostre composizioni. Ogni pezzo deve essere eseguibile con chitarra acustica e voce… Poi ci divertiamo con la produzione. E questo è quello che ha attratto anche i nostri sostenitori e collaboratori come la label Hypotron, nella veste di Ninfa (che ha da poco sfornato un disco di super canzoni!!) e Marco Obertini del Circolo Forestieri, che cura per noi il booking.

Come si combina secondo Captain Mantell il punk con la musica elettronica?

Dr Ciste: “punk is going to be techno”, l’ho letto su una t-shirt che celava grassi seni. Sgt Roma: è l’amore x la musica suonata, per il sudore che ci sgorga dalla fronte sul palco, l’energia canalizzata. Percepiamo i suoni di synth come la miglior chitarra distorta, timbri che ti ipnotizzano il cervello. Il resto parla da se: una voce melodica e urlata quando ci va, un basso nevrotico, una batteria martellante e i pezzi che devono dare tutto in pochi minuti. La musica elettronica concepita asetticamente non ci appartiene.

Siete un punto di interruzione musicale rispetto a quello che il panorama indipendente promuove in questo momento, mi riferisco alla musica “cantautorale”. Quali i vostri riferimenti musicali, i vostri ascolti?

Probabilmente è giusto che l’Italia cerchi di riscoprire il cantautorato che a suo tempo portò a così bei risultati (Tenco, Paoli, De André). E direi che ci stiamo pure riuscendo con personaggi quali Pierpaolo Capovilla de Il Teatro Degli Orrori (con i quali collaboro in veste di nuovo bassista), capace di testi impegnati ma vestiti di una poesia rara. E come lui altri: Alessandro Grazian, Dente. Noi ci siamo sempre sforzati di guardare oltre ai nostri confini, sempre senza perdere il contatto con la nostra realtà e il nostro territorio. Da qui la voglia di portare la nostra musica a livello internazionale, mescolando tutti gli spunti che ci risultano stimolanti con la musicalità tagliente della lingua inglese. Mi chiedo perché sia ancora così difficile per una artista italiano (che non sia la Pausini) uscire all’estero e farsi notare, come succede per molte nazioni europee (vedi Germania, Norvegia, Islanda…) è ora di provarci seriamente! I confini ci stanno stretti… abbiamo bisogno di spazio. Sgt Roma: Noi facciamo molta attenzione alla musica, cerchiamo di essere diretti, semplici, azzardando pero’ nei riferimenti e nelle contaminazioni. Ci divertiamo, il progetto è nato così, per creare il nostro momento spaziale, per ritrovarci tra le stelle. Dr Ciste: Ognuno di noi ha gusti ben differenti (Devo, Nirvana, The Beatles), ma la cassa dritta ci accomuna (Zoot Woman, Sebastian, Soulwax, Daft Punk, Prodigy, Does It Offend You Yeah?, Glitch…)

Sono di prossima pubblicazione anche due video, a quando la data ufficiale?

Dr Ciste: uno è già fuori su youporn, l’altro.. dobbiamo ancora pagare in natura il regista. Capt Mantell: ehm… sì, il Doc intendeva dire che il video del primo singolo è già stato pubblicato su web. Neanche a dirlo… ambientazione spaziale. L’ottima regia è di Marco Miraglia degli Sponk Studios e si può trovare su YouTube cercando: Captain Mantell – The Word Forever. Per il secondo ci vorrà ancora un po’ di tempo…

Qualche rivelazione?

Spezzo una lancia a favore della tecnologia… Grazie a Facebook infatti sono stato contattato direttamente dall’America dal nipote del vero Capitano Mantell. Non ti dico l’emozione nel constatare quanto vicina fosse in realtà quella che pensavo sarebbe rimasta solo una storia da raccontare. Terry Mantell ci ha invitato ad andare da lui in Kentucky per toccare con mano i resti dell’aereo del capitano che lui è riuscito a raccogliere e a conservare… pazzesco! Penso che ci capiteremo in quel posto.. prima o poi.

Come vi siete conosciuti?

In un osteria a Venezia.. o a Berlino?

Le vostre musiche, proprio per il carattere futurista, sono state anche utilizzate come basi sonore per degli spot. È stata una bella soddisfazione?

Dr Ciste: Di solito quando c’è la pubblicità, cambio canale. Capt Mantell: ah ah.. in effetti.. però no dai una bella soddisfazione. Sapere che in Germania la nostra musica è stata associata a marchi quali Motorola, Mercedes, Chevrolet non ci dispiace.. oppure si?

Un suono vicino a band d’oltre confine come Muose On Mars, Tito & Tarantula, Freakatronic. Come risponde il pubblico italiano?

Dr Ciste: il pubblico italiano è critico e attento alle nostre provocazioni, ma la soddisfazione migliore è vedere la gente che muove le chiappe e balla davanti ai nostri concerti! Capt Mantell: spesso gli spettatori che non ci conoscono rimangono un pò scioccati… Ad esempio quando abbiamo aperto ai Chemical Brothers, oppure quella volta con i Mouse On Mars. Il pubblico si aspetta musica elettronica… e invece si trova di fronte un power trio che rockeggia a tutto spiano… sia pure con sintesi sonore estreme. Ma alla fine cedono al ritmo e alla melodia e si lasciano andare, questa è una grande soddisfazione.

Adesso salutiamoci con una canzone da questo nuovo lavoro?

Con As the night decides un esempio di canzone (e pure romantica in questo caso) che si veste da truzza per andare in discoteca.. attenzione però al riscatto finale, dove affiorano gli archi del maestro Nicola Manzan, in arte Bologna Violenta… nostro caro amico e collaboratore. Grazie per il tuo tempo Patrizio!

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