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Parliamo di ricordi, cosa è rimasto del periodo in cui suonavi nella band dei MODA?

Se devo pensare a quel periodo, mi ritorna subito alla mente l’enorme fatica vinta solo dall’entusiasmo. La voglia di riuscire a vivere di musica ci faceva superare notevoli sacrifici. Ricordo le prove nelle cantine umide, i viaggi per l’Europa a 80 l’ora su di un furgone che stava in piedi per miracolo. Le notti passate sulle autostrade, i sogni…molti sogni.

Un aggettivo con cui definire la personalità di David Sylvian?

Lunare

Come è stata effettuata la scelta del titolo al tuo nuovo lavoro “Vietato Morire” ?

E’ un’esortazione alla vita, in un tempo in cui si parla solo di morte. La morte non è solo quella fisica, ma anche quella del nostro modo di vivere, della parola, dell’intelletto. Un’esortazione ad una generazione che non ha più nulla da difendere perché non crede più in nulla se non al denaro e al potere. Anche la musica riflette tutto questo essendo un forte esponente della nostra cultura.

Cosa influenza e dove si forma il tuo background musicale?

Credo che il periodo dell’adolescenza sia quello dove si gettano le fondamenta per molte cose che verranno. Gli anni settanta sono stati per me importanti; è stato il periodo dove ho scoperto la musica da semplice ascoltatore dove la classica (con la quale sono cresciuto) ha cominciato a lasciare spazio al rock. In quegli anni la musica aveva su noi giovani un potere incredibile…si, il rock era realmente una novità che trasgrediva da regole impiantate da secoli…oggi non è più così, il “rock” è diventato a sua volta regola (non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma diciamo che è così nella maggioranza dei casi). Anche gli anni ottanta sono stati importanti, anche se in modo diverso. In quegli anni ho cominciato a suonare e l’avvento della New Wave ha insegnato un modo differente di fare musica, dove, grazie anche all’evoluzione dell’elettronica, un giovane poteva tentare di fare musica e riuscire ad esprimere delle emozioni senza essere necessariamente tecnicamente preparato. Gli anni ’80 hanno portato un nuovo modo di intendere la musica e allo stesso tempo hanno portato spesso molta superficialità a beneficio della sola estetica che a volte diventava la sola protagonista. Questo ultimo aspetto è la parte che amo meno degli anni ’80 perché ha lasciato uno strascico negativo nella musica di oggi. In ogni modo tutto questo mi ha influenzato e formato.

Sei un personaggio poliedrico, attore, disegnatore di cartoni, cosa ti ha ispirato il titolo di questo nuovo lavoro, un quadro?

Si, c’è un quadro di un russo che si chiama Ivan Kramskoj dove è ritratto Gesù nel deserto durante la tentazione. E’ impressionante! E’ letteralmente impressionante l’espressione del volto, le mani che si stringono quasi a volersi fare male, la posizione seduta e lo sguardo rivolto verso terra, una terra fatta di rocce e sassi che si ripetono fino ad un orizzonte che si perde in un tramonto dai toni sbiaditi che preannuncia la notte, una notte che può essere solo scura e impenetrabile. Questa immagine mi ha influenzato particolarmente nella scrittura del testo “La Cattiva Amante”. Questo dipinto è stato per me un vero messaggio.

Ti definisci una persona riflessiva, sei ermetico. Cosa hai voluto comunicare con il nuovo cd?

Non credo di essere ermetico, forse posso esserlo per chi non è in sintonia con quello che scrivo. Credo di parlare di emozioni che accomunano tante persone. Riflessivo si, credo di esserlo. E’ importante per me trovare un senso nelle cose che mi circondano, trovare un significato, così anche nella musica.

In questa visione attuale della musica “in crisi” pensi che il genere definito Indie potrà avere uno spazio di maggiore importanza?

Penso che le multinazionali abbiano subito più perdite delle indipendenti in questa crisi. Sicuramente in un periodo di crisi le strutture più snelle hanno più possibilità di svicolare e trovare passaggi nascosti per mettersi in salvo. Spero che questa crisi possa svelare chi lavora a favore della musica e chi per il solo business, questo a tutti i livelli, dal musicista o cantante al discografico. In questo senso credo che il mondo Indie abbia qualche punto a favore.

Ascolta intervista audio ad Andrea Chimenti.

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