Intervista a Franca Valeri

Attenta lettrice della società e delle sue dinamiche, i suoi personaggi usano come elemento caratterizzante l’ironia per raccontare con eleganza e stile la società contemporanea. Questo carattere ironico lo ha evidenziato frequentando i salotti milanesi degli anni ’50 che erano la fucina dei personaggi successivamente messi in scena.

I suoi personaggi si raccontano fra cinema, televisione e radio dove presenta, al grande pubblico, il personaggio della Signorina Cesira, che diventerà in tv nel 1954 la Signorina Snob, ritratto delle ipocrisie della borghesia milanese e alla quale seguirà la romana Signora Cecioni nel programma La regina ed io, 1960.

Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Franca Maria Norsa in arte Franca Valeri per ripercorrere un percorso artistico che si racconta fra radio, televisione, cinema, teatro per una icona dei nostri tempi. Bentrovata signora Valeri!

Buongiorno!

Massimo Ranieri ha condotto il Premio ETI, gli “Olimpici del Teatro 2009” e Gianni Letta, presidente della giuria, le ha consegnato un premio speciale: un riconoscimento alla sua brillante carriera?

Sì, mi pare proprio che sia così.

Tutto nasce quasi per gioco, con la compagnia del Teatro dei Gobbi. Come si ritrova in questa avventura?

Eravamo molto giovani, eravamo tre ragazzi con molte idee e molte qualità. Abbiamo cominciato un’avventura che è stata una novità nel teatro italiano, e soprattutto nel teatro comico e di costume.

Nella radio iniziano a vivere e ad esprimersi personaggi che con ironia osservano quelli di un certo ambiente sociale snob, della Milano di fine anni ’40. Com’erano questi salotti “snob”?

Erano gli anni ’50, perché nei ’40 c’era la guerra, come lei ben sa. La Signorina Snob viene dopo, finito questo periodo terribile. La società ricominciava a prendere vita… erano come sono adesso, guardi. La snobismo non è che cambi. Cambiano le mire, cambiano le consuetudini, diciamo. Ma, insomma, lo stato d’animo e la mentalità sono quelle.

Quanto l’ironia è un elemento caratterizzante della sua persona?

Conta. Sa, quando uno ha il dono dell’ironia, difficilmente se ne libera, ecco. È un modo costante di vedere le cose, di grande aiuto. Qualche volta un po’ scomodo, perché il mondo ti appare in tutta la sua ridicolaggine. Però è una gran qualità, di cui sono molto grata a mio padre, che me l’ha data.

Durante i suoi spettacolo, quanto si attiene al copione, e quanto improvvisa?

No, non improvviso mai. Quasi mai. Solo se mi viene una battuta. Una, o due. Sono fedele al copione. Al testo, i copioni sono quelli del cinema. I testi che recito sono quasi sempre, anche i miei, preconcetti, e quindi ho studiato prima la loro possibilità di essere teatrali. Non trovo che si debba improvvisare.

Qual è il ricordo più bello che ha del cinema, lei che ha recitato con grandi artisti: da Alberto Sordi a Vittorio De Sica a Tina Pica?

I ricordi sono cose vecchie… erano personaggi di grande spessore, che mi hanno lasciato il ricordo di una collaborazione efficiente e di amicizia, ecco. Con Sordi, in particolare, abbiamo fatto tanti film, con grande collaborazione. De Sica era un grande maestro, ed in più ricordo che mi voleva molto bene. Mi ha aiutato molto, soprattutto nel fare il film Il segno di Venere, uno dei più belli che ho fatto.

Lei ha scritto Il segno di Venere, con Sofia Loren, Tina Pica ed altri. Come nasce questo film?

Cast un pò eccezionale. Io l’ho scritto, ma è stato molto voluto da De Sica, e poi c’era Dino Risi che era quasi ai suoi esordi.

Tina Pica nel Segno di Venere la chiama “reazionaria”. Sente le appartenga questo aggettivo?

Allora sì, all’epoca eravamo dei giovani diversi: i giovani devono sempre dire qualcosa di diverso da quello che già c’è, però lei lo dice ironicamente, dato il personaggio che in un certo senso veniva a corrompere le qualità più pacifiche di Sofia.

Alla radio con la Signorina Snob, in quale programma?

Per prima cosa, in una trasmissione che si faceva a Milano e che si chiamava Zic Zac La trasmissione è andata avanti per molti anni, ed ogni tanto mi chiamavano e partecipavo. Invece la Signorina Snob è stata un personaggio che andava tutte le settimane per quasi un anno.

Un altro personaggio singolare, da lei proposto, è la Signora Cecioni, una romana popolana sempre al telefono. Un costume di quel tempo?

Ma perché dice di quel tempo?

È costume di sempre. Non è che fosse molto diverso, in fondo si tratta di trenta, quaranta anni fa, non un secolo. Le donne romane, popolane, ecc., adesso stanno al cellulare, non al telefono, ma son sempre quelle. Tanto è vero che, quando la ripropongo, la Signora Cecioni fa sempre molto ridere.

Anche noi siamo al telefono. Come saluterebbe la Signora Cecioni, per concludere la nostra conversazione?

Non lo so, perché probabilmente non si metterebbe in contatto con questo tipo di trasmissione bensì con quelle più mattutine, più casalinghe. Soprattutto, forse tutto sommato, la mattina “aprirebbe” la televisione. (ride)

Grazie a Franca Valeri, per la disponibilità.

Prego.

A presto!

Auguri!

Ascolta intervista a Franca Valeri.

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