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Incontro la Sig.ra Lina Wertmüller in occasione della XII Rassegna Nazionale degli Editori – Città del Libro 2006. Insolito appuntamento fuori dagli abituali canali musicali. Questo solo apparentemente perché ella è stata anche autrici e regista di diversi programmi per la Radio e Tv. Fra cui la fortunata serie di “Canzonissima” (1956). Lina Wertmüller dimostra la sua classe inalterata nel tempo. Ripercorriamo la carriera di questa icona della cinematografia italiana. Partendo dai primi passi in Accademia teatrale, l’incontro e la collaborazione con Federico Fellini alla realizzazione di un capolavoro “Otto e mezzo” (1962). Non può mancare un riferimento all’indimenticabile Giancarlo Giannini con il quale ha collaborato a metà degli anni sessanta.

Alla domanda forse un poco provocatoria: “I suoi titoli sono i più lunghi della storia del cinema E’ entrata anche nel Guinness dei primati. Con il film Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova… si sospettano moventi politici (1978), Perché titoli così lunghi?”.

La Sig.ra risponde: “Era un gioco, volevo che i miei titoli non fossero ricordati…”.

Cosa ricorda del periodo trascorso presso l’Accademia teatrale di Pietro Scharoff?

Ho un bellissimo ricordo perché studiavo il metodo Stanislavskij, Scharoff aveva studiato con Stanislavskij quindi era un ottimo maestro, un ottimo regista, un ottimo attore e abbiamo imparato molto.

Un aggettivo con il quale descrivere la creatività del maestro Fellini ricordando la sua collaborazione in “Otto e mezzo”?

Fellini era un personaggio meraviglioso che aveva in sè la purezza e l’allegria dell’adolescenza unita alla saggezza da centenario, era un grande artista e conoscerlo è stato come aprire la finestra su un paesaggio che non si sapeva che ci fosse.

Il 1963 segna il suo esordio come regista con il film “I basilischi” che le ha fatto vincere anche la Vela d’argento al Festival di Locarno, una narrazione di alcuni amici poveri del sud. Potremmo considerarla come una sorta di autobiografia?

Ha ricevuto anche altri 14 premi, è stato un bel film ma non riguarda affatto la mia infanzia perché io sono nata a Roma e sono sempre vissuta a Roma e la prima volta che ho visto quel paese che era il paese di mio padre è stato in un piccolo viaggio e quello mi ha fatto venire la voglia di raccontarlo. Lo devo molto a Tullio Kezich a cui raccontavo quest’esperienza in una buca il primo di maggio mentre stavano girando il film di Rosi “Salvatore Giuliano”, noi eravamo in una quarta macchina insieme più che altro come spettatori e dopo avergliela raccontata lui mi ha detto: “perché non la scrivi?”

Lei ha lavorato come regista ed autrice sia per la radio che per la tv. Se oggi dovesse riproporre “Canzonissima”, programma che lei ha curato nella prima fortunatissima edizione, cosa modificherebbe, se modificherebbe qualcosa?

Certo, si cambia sempre un pò, non sempre in meglio.

Di Giancarlo Giannini cosa ricorda?

E’ un grandissimo attore, grandissimo amico, un personaggio indimenticabile che è nel mio cuore con cui spero di rilavorare presto.

A metà degli anni ’70 il film che ha caratterizzato in modo particolare la sua carriera, “Pasqualino Settebellezze” che le ha dato anche l’Oscar come miglior regista. Dov’è nata l’idea?

Non mi ha dato un Oscar, ho avuto quattro nominations che valgono quasi quanto un Oscar e quindi sono felicissima. Certamente è un film fra i più amati e fra i più sentiti del mio lavoro perché riguardava questo enorme dramma che è stato quello dei lager che è stata una macchia nera nel secolo appena finito quindi ricordo assolutamente tutto, ho fatto 34 film, tanti e ne devo fare altri 34 però questa di “Pasqualino Settebellezze” è un’esperienza particolare.

Perché le sue pellicole hanno sempre dei chiari riferimenti alla politica italiana?

Non è tanto la politica italiana quanto in generale il rapporto nel mondo fra i poveri e i ricchi è quello che mi interessa moltissimo. Certamente non si può non essere che dalla parte dei poveri, quello che però mi preoccupa insieme a questo è il fatto della sovrappopolazione. All’inizio del ‘900 eravamo più o meno un miliardo, alla fine del novecento quasi sette miliardi e questo è l’inizio della fine del mondo se continua così, quindi vorrei che si parlasse di più di preservativi.

I suoi titoli sono tra i più lunghi della storia del cinema ed è entrata nel

guinness

dei primati con il film “Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova… si sospettano moventi politici”, perché dei titoli così lunghi?

Era un gioco perché speravo che non se li ricordassero, siccome il sogno di tutti i distributori è di avere dei film con una sola parola come era “I basilischi” perché la possono scrivere più grande, ad un certo punto mi è venuto quel tanto di “scugnizzo” che c’è in me, la voglia di scherzare col pubblico e di proporgli dei titoli talmente lunghi che nessuno se li potesse ricordare. Sono sicura che se facessi un’inchiesta anche lei alcuni dei titoli non se li ricorderebbe.

Dov’è nata la canzone “Viva la pappa col pomodoro”?

E’ nata nello studio di Nino Rota attaccata a un romanzo in cui questa frase era addirittura in copertina, che era il romanzo preferito di mia madre, che girava per casa quando io ero piccola ed è diventato il mio romanzo preferito da piccola, poi è diventato Gianburrasca ed è anche quello un pezzo del mio cuore e della mia vita.

Come mai ha sempre gli stessi occhiali?

Perché una volta incontrai questo occhiali bianchi, mi piacquero, avevano un’aria di vacanza che mi apparteneva, quando li ho ricercati non li ho più trovati allora sono andata in una fabbrica e ho chiesto: “al minimo quanti me ne potete fare?”, hanno detto: “5000” e ho detto :”ok fatemeli!” e da allora è stato un’amore per sempre.

Ringraziamo al Sig.ra Wertmuller per essersi raccontata al microfono di EXTRANET.

Troppo buoni, grazie e buona lettura. Comprate questo mio libro se vi diverte qualche episodio della mia lunghissima carriera e molto fortunata anche questo romanzo che si chiama “il cavallo a dondolo” di Errico Job che è un grande Artista e per fortuna è anche mio marito. Siamo qui a fare un po’ di promotions ai nostri lavori.

Ascolta intervista audio a Lina Wertmuller.

Alcune foto

 

6 commenti a “Intervista a Lina Wertmuller”
  1. Sono interessatissimo ad
    Sono interessatissimo ad aver l’indirizzo e.m. della Sig.ra Wertmuller.. posso chiederVi di fornirmelo?? In ogni caso complimenti per l’articolo che trovo molto sobrio e interessante e anche carico di messaggi sulla descrizione del personaggio e sulle sue “manie” che più di ogni esternazione lo individuano.
    Grazie.

    1. il commento per l’intervista
      il commento per l’intervista di Patrizio Longo a Lina Wertmuler regista attrice sceneggiatrice artista completa in tutto è non adesso che si trova al culmine di ogni superfluo commento cinematografico,magari averne qualcuno in più di personaggi come la Wertmuler, donna discreta senza mai darsi aria di tutto il suo sapere dove ci portare la realtà italiana nel cinema che è un arte che non si inventa se dentro non lo senti attraverso la sensibilità l’amore è il sacrificio personale tutto questo ed altro è la Wertmuler.

      A parte il commento egr. Dott. Patrizio Longo le chiedo la possibilità di avere l’indirizzo è l’email della Wertmuler, per inviarle il mio romanzo pubblicato nel 2004 recensito è premiato al Concorso di Letteratura Internazionale.

  2. Ho scritto un racconto
    Ho scritto un racconto surreale su napoli “Napoli vista dall'”Alto” e vorrei porle all’attenzione della Signora Wertmuller per un eventuale cortometraggio o perchè no per un film. Se mi fate conoscere le modalità di invio sono felice di farlo. Ringrazio e cordiali saluti.

  3. Premesso che Lina Wertmuller
    Premesso che Lina Wertmuller ,inconfondibile personaggio dagli occhiali bianchi, è l’artista che più apprezzo e più AMO per tutte le cose che ha fatto e che emergono dall’intervista. Come si fa a dimenticare “PASQUALINO SETTEBELLEZZE” e tutte le altre cose fatte dalla grande LINA ?
    Ora io approfitto di questa possibilità per chiederle come poter comunicare con Lei. Ho scritto anch’io un libro: -SALERNO MIA-” M’ARRICORD’ FOR’A PASTN’ ”
    Ricorda da vicino “COSI’ PARLO’ BELLAVISTA”. Naturalmente la città è Salerno e non Napoli. Io sono nato e cresciuto a Salerno ma il lavoro mi ha portato in giro per l’Italia. Sono 46 anni che vivo lontano dalla mia bella città che non ho mai dimenticata nemmeno per un istante. Parlo sempre lo stesso dialetto e ci torno sempre con lo stesso piacere e amore.Ho descritto nel libro tutti i personaggi che io ho conosciuto e apprezzato. Gente assolutamente semplice e ricca di “filosofia di vita” tipo “Totonno e Quagliarelle”…che ho descritto con dovizia di particolari. Tutto questo…per non dimenticare i personaggi bellissimi che ho avuto la fortuna di conoscere tanti anni fa…da ragazzino. SARA’ POSSIBILE COMUNICARE CON LA GRANDE LINA WERTMULLER ?

  4. Egr. Dott. Patrizio Longo
    Egr. Dott. Patrizio Longo cortesemente mi inviarmi email od altro recapito della Dott.ssa Regista Lina Wertmuller,devo inviargli il mio libro del 2004 titolo Pane e mortadella.Nel caso può trarne un film.

    Saluti

  5. Vi chiedo come nella mia
    Vi chiedo come nella mia email del giorno11.giugno 2010.
    E’ possibile averla? potete pubblicare la mia e mail ed altro.
    In attesa cordiali saluti.
    Francesco Buontempo

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