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Un sabato pomeriggio con Gennaro Tesone di Almamegretta. E’ il Fondatore della Band insieme a Gianni e Raiz. Divenuta nel tempo un’affermata realtà a livello internazionale. Almamegretta significa «Anima migrante» un mix fra dialetto tardo latino e gli inizi del volgare diceva Raiz. Si coniuga in questo significato il proprio stile. Abilmente sono riusciti a mescolare musica proveniente dalla tradizione popolare con sonorità elettroniche. Diverse collaborazioni con Artisti internazionali fra cui Adrian Sherwood, Leftfield, Massive Attack non hanno fatto altro che arricchire l’esperienza di entrambi. Ricordiamo con Gennaro alcuni fra momenti principali di questa carriera. L’inizio con Patrizia di Fiore poi Raiz, Lucariello…

All’interno di Extranet Almamegretta con Gennaro Tesone, tra i fondatori di questa realtà tutta italiana che contamina molto bene la tradizione della musica popolare con le sperimentazioni della musica elettronica. Non a caso proprio nel loro nome si fonde l’essenza del gruppo. Almamegretta significa?

Anima migrante

Dove è nata l’idea di unire la tradizione della musica popolare partenopea alle sperimentazioni e quindi ai suoni più moderni della musica elettronica?

L’idea è nata ascoltando dei dischi di musica inglese in inglese soprattutto dove per esempio insieme a delle ritmiche provenienti dal reggae c’erano dei campioni di voci africane che assomigliavano moltissimo a quello che è il canto partenopeo o quello mediterraneo, quindi si è accesa questa lampadina e abbiamo detto : “se questa cosa funziona con cose che vengono dall’Africa e assomigliano molto a quelle napoletane proviamo con le melodie direttamente napoletane e poi vediamo se funziona”. Abbiamo provato e la cosa ha funzionato. Per questo abbiamo chiamato il progetto “Anima migrante”, perché la nostra è una musica di contaminazione che migra continuamente sia temporalmente che geograficamente.

Parlando del vostro background musicale, ascoltavate e ascoltate molta musica proveniente d’ oltremanica. Quanto poi quel tipo di musica ha influenzato la realizzazione delle vostre canzoni e dei vostri successi?

Molto. Tra l’altro alcuni artisti che noi ascoltavamo e di cui eravamo fans sono persone con cui in seguito siamo riusciti a collaborare. Sto parlando per esempio di Massive Attack, Adrian Sherwood, Laswell, Leftfield, quando poi è successa questa cosa abbiamo realizzato il nostro progetto che stava andando molto avanti ed era valido non solo nella nostra penisola ma aveva una valenza internazionale, tanto è vero che noi stavamo collaborando con quegli artisti che addirittura ci avevano ispirato.

Diverse le voci che si sono alternate all’interno di questo progetto Almamegretta nella prima fase con Patrizia Di Fiore che poi avete ritrovato nella collaborazione di “Sciuoglie ‘e cane” e poi Raiz che sicuramente per le sue doti vocali ha dato un’immagine singolare appunto ad Almamegretta. Ricordando questi due personaggi cosa ricordi? C’è un aneddoto particolare che ti lega sia a Patrizia che a Raiz, un momento che ricordate con particolare attenzione?

Patrizia è stata una collaborazione in tutti questi anni molto breve perché siamo partiti all’inizio con lei, prima di Raiz, quando il gruppo faceva un altro tipo di musica ed aveva una diffusione soprattutto campana, regionale, subito dopo lei è andata via ed è subentrata Raiz insieme ad altri personaggi come Paolo Polcari quindi il gruppo è come se fosse stato rifondato, come se fosse partito da zero. Per quanto riguarda gli aneddoti ce ne sono un sacco ma la cosa principale che mi ricordo è quando abbiamo fatto la prima volta il 1° Maggio a Roma con la piazza con 500.000 persone e più che un aneddoto mi ricordo la performance di Raiz che è stata veramente eccezionale. Quando noi abbiamo suonato lì avevamo solamente pubblicato un mini CD di quattro pezzi ma la piazza rispose in maniera entusiasta e quindi quello che mi ricordo è la grande capacità di Raiz di coinvolgere una piazza enorme come quella di Piazza San Giovanni il 1° Maggio.

Sicuramente potete definirvi come una band alternativa, oggi si usa molto questo termine parlando d musica a 360 gradi, ma quanto in realtà artisticamente producete i dischi su una grande Major, anche se c’è stato un momento in riferimento al 2004, in cui avete avuto un’autoproduzione, quanto poi una Major vi ha dato delle linee guida e quanto vi siete sempre sentiti liberi nel creare la vostra musica, i vostri ritmi?

I dischi prodotti da una Major, che abbiamo fatto insieme a una Major, che in questo caso è BMG, non non hanno risentito mai da parte loro di una pressione o il tentativo di indirizzare artisticamente il nostro lavoro. Noi ci siamo sentiti sempre abbastanza autonomi e abbiamo fatto sempre quello che ritenevamo opportuno, non c’è stata questa grande influenza o pressione da parte loro. L’unica cosa che ci dicevano, anche sporadicamente, è di cercare di fare più pezzi in italiano perché i pezzi in napoletano le radio non li passavano.

Prima di approdare al vostro nuovo lavoro, parliamo di “Imaginaria”. E’ stato un bel modo per i vostri fans di festeggiare un momento significativo della vostra carriera artistica con questa fotografia di Almamegretta. Dov’è nata l’idea e possiamo considerarlo un punto d’arrivo o un punto di partenza?

Come tutti i nostri dischi ambedue le cose perché per il momento quando chiudi il disco hai l’obiettivo di chiudere il discorso musicale di quel periodo, ma contemporaneamente è porre le basi per il futuro e questo discorso vale per tutti i dischi che abbiamo fatto.

Parlavamo di passato, di presente e soprattutto di futuro e quindi ” Dubfellas ” il nuovo disco di Almamegretta, un disco fondamentalmente con un concept riferito alla musica dub. In questo caso dov’è nata l’idea di produrre un disco fatto totalmente in casa come è richiesto da quel tipo di musica, dalle sonorità appunto dub?

Vabbè non è che un disco dub bisogna farlo per forza a casa, il problema è che oggi con i mezzi che ci sono è possibile fare dei dischi a casa. Questo in particolare è stato fatto in pochissimo tempo, poco meno di un mese è stato il tempo di lavorazione del disco. E’ nato perché ci avevano chiesto questo disco che poi è stato distribuito anche nelle edicole ad un prezzo molto contenuto e questa era una cosa che a noi interessava molto, cioè una diffusione insolita per un disco il prezzo contenuto, quindi noi non pensavamo neanche che l’etichetta che ci aveva chiesto il disco, che è Rai Trade, non avrebbe portato avanti la cosa, invece poi ci ha mandato il contratto da firmare. Ci siamo trovati tra l’altro a lavorare in tempi strettissimi perché noi volevamo fare uscire il disco prima dell’estate, in effetti è uscito a giugno, però il fatto che avevamo poco tempo è stato come accettare di fare una scommessa che secondo me poi è stata vinta perché il disco è stato fatto in questo poco tempo, a casa in un’atmosfera molto conviviale, amichevole, rilassata nonostante i tempi e secondo me i risultati di questo disco sono stati molto influenzati da questa atmosfera e quindi è venuto un disco con molte vibrazioni positive di cui sono molto contento.

In chiusura parliamo del vostro sito internet, ricco di informazioni, di foto, di contenuti multimediali di vario tipo. Avete mai pensato di distribuire la musica esclusivamente attraverso questo canale, cosa che negli USA avviene sempre con maggiore frequenza?

Si, in effetti ci stiamo proprio pensando in questo periodo tanto è vero che abbiamo proprio in questi giorni avviato un contratto, una trattativa con una società di San Francisco, quindi americana, per distribuzione digitale della nostra musica in tutto il mondo. Già alcuni brani su iTunes ci sono, ma noi puntiamo a distribuire i nostri lavori non solo su iTunes ma su tutte le piattaforma digitali che ci sono su internet e poi distribuirli anche alle radio che operano su internet che sono un pò diverse dalle radio a cui siamo abituati, non sono radio generaliste ma sono radio specializzate.

Ascolta intervista audio a Gennaro Tesone degli Almamegretta.

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