ovo-band.jpgAscoltando la vostra musica nasce spontaneo sapere: a quali artisti vi siete ispirati e vi ispirate tuttora?

Non c’è una vera ispirazione, quello che facciamo non è intenzionale, viene e basta. Ci sentiamo a volte metal, a volte no wave, a volte industrial, sempre e comunque free.

Un modo indubbiamente eclettico di far musica, come vedreste in un futuro un contratto con una Major?

Non mi sembra ipotizzabile. Non succederà.

Come ricordi l’esperienza coi Rollerball?

Fantastici, persone meravigliose, la nostra famiglia americana. Collaboriamo assiduamente dal 2001, tuttora.

Perché la scelta di andare sul palco con una maschera, un ritorno a band del calibro di Kiss?

É un’esigenza che arriva molto dalla parte di Stefania, lei suona sempre travestita anche con le Allun e nel suo progetto solista ?Alos. Lei e’ molto ancestrale, fa delle cose inconsciamente che invece sono insite nella sensibilità piu’ atavica. Nell’antichità chi faceva “spettacolo” non si presentava mai col suo volto, ma sempre in maschere e travestimenti. Ho recentemente scoperto che un oggetto dalla stessa forma di quello che Stefania usa al posto del plettro veniva usato dalle geishe per suonare, ed anche su altri strumenti a corde antichi. Stefania cura molto il lato estetico del progetto OvO, lo fa in questo modo totalmente istintivo e quasi pagano.

Avere continue intrusioni nella vostra band da parte di amici cosa comporta…. L’immissione di idee sempre nuove?

Sì, un pò le idee fresche un pò la voglia di collaborare. Ora ad esempio è da molto tempo che non collaboriamo più con musicisti ma con un VJ, SightProblem, che manda i video durante i nostri live. Nasce tutto dall’amicizia e dalla voglia di fare delle cose insieme.

Con chi vi piacerebbe collaborare?


Con chi ha voglia di farlo, coi nostri amici, con chi fa cose che ci piacciono.

A cosa è dovuto il successo in Europa dell’est rispetto a quello in Italia?

In Europa dell’Est c’è una forte radice industrial, una apertura mentale maggiore sulla musica dura. Comunque credo si tratti anche di casualità. Ad esempio nei primi anni di vita gli OvO avevano più successo in Europa dell’Est, ora invece anche in Italia qualcosa si muove, ed anche negli USA. Ovunque suoniamo in Europa vendiamo dei dischi, per cui credo che, in assenza (purtroppo) di una buona promozione a livello planetario il segreto sia sempre quello di suonare il piu’ possibile per farsi conoscere.

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