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La tua espressione musicale che legami ha con i maestri delle sonorità classiche come Debussy e Ravel?

Io possiedo un background rock, infatti io ho iniziato con la cultura rock ma per pochi anni, ho cercato di pensare a qualcos’altro ma continuando a fare quello che facevano le rock bands americane o britanniche, ma era tempo di guardare al passato, la mia cultura è quella francese ho dovuto guardare gli artisti francesi, cosa è accaduto in questo paese. ho scoperto che … forse le ultime persone famose in Francia erano Eric Satie, Maurice Ravel. Nel ventesimo secolo non vi sono molti artisti influenti. Per questo è stato importante guardare ciò che hanno fatto ed … io non sono in grado di fare le stesse cose ma trovo che vi siano alcune idee da estrapolare in ciò che hanno fatto, come la cucina, strumenti come il piano, archi, la mia idea è di usarli con la mia cultura rock.

Quanto l’avvento del cd come supporto e la possibilità di copiare un disco con pochi euro ha contribuito secondo la tua opinione ad inflazionare la musica?

Sì, perché quando ho iniziato a comporre musica da solo, era per fare un disco in vinile intendo. Io pensavo a fare musica che sarebbe poi diventata un disco. Lo pensavo da quando ero ragazzino e la musica era su vinile, in seguito l’avvento del CD. Quando ascolto un cd la sua durata è di 80 minuti mentre il vinile 40 – 45 minuti. Trovo che duri troppo preferisco 40 minuti, dischi “corti” ma con contenuti, piuttosto che 80 minuti di… Niente. Penso che ora il CD sia un supporto che stia forse per scomparire o diventare qualcos’altro a causa delle nuove tecnologie. Io ora guardo la mia musica in modo diverso. È importante oggi suonare dal vivo e far ascoltare alla gente la musica in modo diretto.

La stampa spesso ti definisce come un compositore di classica contemporanea quanto fai tua questa affermazione?

Non è vero, io compongo rock, la musica che suono è Rock. Suonato con strumenti diversi, il piano, gli archi, la chitarra, il clarinetto e diversi strumenti acustici ma rimango nelle strutture del rock. Forse ora mi sto spostando verso qualcosa di leggermente diverso, complicato, qualcosa di nuovo per me “su un lato” utilizzando più il silenzio. Penso che io appartenga ancora alla scena rock, infatti si può chiamare post-rock perché proviene dal rock e vuole andare altrove.

Come giudichi la tua collaborazione con i Fennesz?

Abbiamo suonato una volta insieme perché Fennesz ascoltò alcuni miei lavori e successe che gli piacquero, mi invio una e-mail per farmi i complimenti. Fui molto fiero perché da qualche anno ascoltavo con piacere la musica di Fennesz. Ero fiero di sapere che a lui era piaciuto quel che avevo prodotto e così abbiamo avuto l’occasione di suonare insieme in un concerto di musica improvvisata in un trio composto da Cristian Fennesz, Io ed un batterista di nome Steven Hess. Abbiamo fatto questa performance insieme. Trovo che sia stata proprio una bella esperienza. Al momento non potevamo saperlo perché se si improvvisa e ripeto avevamo improvvisato non potevamo sapere se ci saremmo divertiti. Riascoltando in seguito l’esibizione, che era stata registrata, mi resi conto che era andata bene quindi sono sicuro che faremo qualcosa insieme in futuro.

Hai inciso alcuni tuoi brani su di un importante label underground Fat Cat come vedi il connubio fra musica elettronica, sperimentazione e classica?

C’è un collegamento perché quando si pensa alla musica classica, non si vede come i suoni elettronici possono avere qualcosa a che fare con essa. Ma c’è qualcosa da fare, quando ascolti un disco di musica classica nel tuo appartamento, un brano di pianoforte per esempio, sentirai il suono elettronico nella stanza, magari il tuo frigo, o il tuo stesso impianto stereo… sai proprio quel “CRRR CRRR”, e forse anche le automobili dall’esterno quindi ascolterai la musica con tutti i rumori intorno, e il mix è possibile. È stato importante per me perché nella cultura francese abbiamo quei compositori Debussy, Ravel e Satie, cianquant’anni anni troviamo alcuni importanti compositori che sono i pionieri della musica elettronica come Pierre Henry, Pierre Schaeffer, forse se pensiamo a qualcosa che possa essere musica prodotta in Francia dobbiamo usare le idee di Satie e Dabussy. Inoltre dobbiamo usare le idee dei compositori elettronici, e oggi penso che sia veramente facile mixare insieme suoni elettronici quelli acustici. Penso che si possa sentire mix su gran parte dei dischi che si ascoltano. Grazie a presto…

Ascolta intervista.

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