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Dopo poche ore dalla messa in vendita online di “Ci troveranno quì” il singolo risulta ai vertici dei download.

Al microfono di Patrizio LONGO incontriamo Emanuele Dabbono direttamente dal format X-Factor. Chiacchieriamo del nuovo disco, del rapporto professionale con Simona Ventura e del progetto a cui lavoro e che spera di presentare al prossimo Festival di Sanremo.
Emanuele racconta anche della propria passione verso la composizione che lo ha visto, come unico partecipante a presentare il singolo che lo ha portato alle finali de programma televisivo.

Al microfono di Patrizio Longo, da X-Factor, il format televisivo sbarcato in Italia che aveva come intento quello di lanciare volti nuovi, incontriamo Emanuele Dabbono. Ciao Emanuele!

Ciao Patrizio! Ciao!

Ed eccoci qui! Una bella avventura, quella di X-Factor?

Direi assolutamente di sì! É cominciata sotto una buona stella, perché non mi immaginavo affatto di avere al mio fianco artisti del calibro di Morgan, Gaudi, Fragile. Ci siamo riusciti, siamo arrivati in fondo, dopo tre mesi di tv.

Anche se non sei risultato nella posizione più alta, comunque questa bella esperienza ti ha permesso di lanciare un brano che dopo poche ore, stando alla piattaforma di distribuzione in rete da cui era scaricabile, sei risultato il terzo! “Ci troveranno qui”, questa canzone che nasce… dove?

Quel brano è arrivato terzo ad X-Factor, e per me è una soddisfazione enorme essere stato l’unico che è riuscito a proporre in trasmissione un proprio pezzo, mentre gli altri riproponevano pezzi di grandi autori. É stata comunque una vittoria, come anche il fatto di essere stato l’uomo arrivato nella posizione più alta nella mia categoria: il primo classificato è stato un gruppo, ed il secondo una ragazza. Quindi per me è stata una cosa molto importante. “Ci troveranno qui” ha già una decina d’anni, e quindi possiamo dire che fa le elementari, ed è l’inno generazionale della città da cui provengo e da cui ho imparato tante cose, che è Genova.

Tornando a parlare dell’esperienza di X-Factor, quando hai fatto il primo provino, hai mai pensato di entrare a far parte di questa community?

No, assolutamente no, anche perché il primo provino per me è stato positivo per Morgan e Mara Maionchi, ma non per il giudizio di Simona Ventura, che mi aveva un po’ messo da parte. Forse perché il look che cercava lei era diverso, diciamo che all’inizio cercava più nell’aspetto fisico che nella qualità. Poi però ho avuto modo di farle cambiare idea, anche perché durante le prime puntate lei ha detto molto chiaramente che puntava molto su di me. Ed è servito, perché sono arrivato in finale grazie al suo aiuto e al suo sostegno.

Il fatto di essere stato abbinato a questo grande personaggio televisivo, in un certo senso molto lontano dal mondo della musica da cui veniva invece Morgan – i due si sono anche scontrati piuttosto spesso – credi che abbia potuto pregiudicare la tua posizione, in un certo qual modo, anche se non volutamente?

No, credo di no. Penso che Simona rappresentasse l’orecchio del pubblico, quello che poi ha voglia di fischiettare le canzoni. Credo che costituisse la parte più “popolare” dei tre giudici, mentre Mara Maionchi costituiva la parte tecnica, e Morgan quella più specifica, più attenta al dettaglio. Non credo di essere stato svantaggiato. Ho avuto modo di frequentare anche gli altri giudici, in particolare il buon Marco Castoldi, in arte Morgan, che al contrario del suo apparire un po’ “lupo mannaro” era in realtà una persona umanissima. Veniva addirittura di notte, a farci provare le canzoni nelle nostre camere, in segreto dalle telecamere. É stato davvero un privilegio poterlo conoscere in un’altra dimensione oltre che in quella artistica.

Finita l’esperienza X-Factor, a cosa stai lavorando adesso?

Proprio in questo momento sto scrivendo delle canzoni per il mio progetto, che è quello di uscire con un mio album, oltre ad un eventuale futura partecipazione al Festival di Sanremo. Ho deciso di lanciarmi in questa esperienza e di vedere cosa ne verrà. Voglio arrivare a settembre con almeno due o tre canzoni davvero formidabili, perché non voglio arrivare con il pezzo per Sanremo… voglio arrivare con il pezzo “giusto”, a prescindere da qualsiasi manifestazione.

Quando hai scoperto di possedere, oltre al talento per il canto, anche quello di autore musicale?

In realtà, grazie a mio padre, che possedeva un’industria grafica editoriale e che mi regalava dei libri completamente in bianco, io iniziavo a riempire pagine di frasi. Poi, quando mi hanno regalato la chitarra classica, ho iniziato a riempirle di canzoni. Nel corso degli anni sono diventate ben più di 700, per cui ho un bel tesoro da parte, dal quale attingere per i miei futuri – speriamo ci siano – album.

Hai messo in musica le parole che avevi riposto in questi “libri bianchi”…

Sì, proprio così!

Emanuele, io ti ringrazio per la disponibilità. Che dirti, un mega in bocca al lupo per tutto quello che ci sarà in avvenire, e speriamo di rivederti presto sul piccolo schermo.

Va benissimo!

Alla prossima Emanuele!

Alla prossima, ciao Patrizio! Ciao a tutti!

Ascolta intervista audio.

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