Ha saputo dosare con attenzione la propria voce ed il suono degli strumenti per esprimere al massimo i propri pensieri in musica.

Questa, forse, l’alchimia che ha portato una giovane Artista pugliese ad affermarsi nel panorama della scena italiana ed a pubblicare un Album che vede diverse tracce protagoniste di colonne sonore e riconoscimenti importanti. Potremmo descrive il suo Essere come: un fare che si rappresenta attraverso grazia innocente a sensuale ironia.

Al microfono di Patrizio Longo incontriamo Erica Mou, bentrovata?

Ciao Patrizio, bentrovato a te.

Il tuo lavoro s’intitola È (2011 – Sugar) il manifesto di Erica?

Diciamo di sì. È e anche una sorta di manifesto, una raccolta di pensieri che spero possa spiegare a chi ascolta la mia musica qualcosa del mio mondo, qualcosa che mi piacerebbe raccontare. Ad ogni modo un piccolo punto di partenza tramite il quale affermare di esistere.

Iniziamo a raccontare dei numerosi riconoscimenti che sono stati attribuiti alle tracce. Oltre è il brano d’apertura del cd che è stato usato come sigla di chiusura del film di Roberta Torre: I baci mai dati. Quali a tuo avviso i punti di unione fra film e canzone?

Non ho ancora visto il film e, anzi, aspetto con ansia la sua imminente uscita in Italia! Ho potuto vedere però alcune scene e l’ho trovato bellissimo. A giudicare da ciò che ho visto e dalla originalissima trama credo che “Oltre” possa rappresentare, in un certo senso, il punto di vista della protagonista, un’adolescente che vorrebbe superare le pressioni, le ansie e le aspettative impostele dagli adulti e di cui si ritrova vittima dopo una serie di eventi fortuitamente innescati.

A seguire il brano Giungla, un sottolineare le routine, le ossessioni che spesso limitano il fare quotidiano. Quanto ti danno rabbia, pensi che siano una “rituale” che da sicurezza a chi le mette in atto?

Giungla nasce proprio da un piccolo momento di insofferenza nei confronti della routine e dalla quotidianità scontata. È una canzone a tratti rabbiosa proprio perché non vuole giudicare il fenomeno dall’alto, anzi! Quando l’ho scritta ero arrabbiata e triste proprio perché riconoscevo anche parte di me stessa nei comportamenti che criticavo. È facile restare intrappolati nei rami e nelle radici di una giungla di abitudini. E uscirne?

Un Album pubblicato il giorno della festa delle donne. Una scelta voluta?

Credo sia avvenuto un po’ per scelta e un po’ per coincidenza! Ad ogni modo mi ha reso molto felice e orgogliosa. Spero di cuore che possa aver fatto piacere anche a qualche altra donna che magari ha acquistato l’album.

Durante l’ascolto di È sembra che il tuo intento sia rappresentare un viaggio introspettivo. Una sorta di autoanalisi?

Diciamo di sì! La nascita di tutte le canzoni contenute nell’album è legata a un momento particolare della mia vita… a un episodio, una sensazione o un particolare stato d’animo. Scrivere, molte volte, è un modo per tirar fuori tutto questo, autoanalizzarsi, e risparmiare ore dallo psicologo!

Molti ascoltatori ti hanno conosciuto ed apprezzato attraverso lo spot istituzionale di Eni dove hai reso omaggio a Fletwood Mac con la cover di Don’t Stop, dal loro primo lavoro. Una reinterpretazione fatta per l’occasione?

Sì. Mi piace molto reinterpretare canzoni celebri e quando mi è stato proposto di riarrangiare Don’t Stop sono stata felicissima!

Non ti ho ancora chiesto chi sono i tuoi “padri” musicali?

Di sicuro i grandi cantautori italiani: Guccini, Battiato, Fossati, Tenco, De Andrè… Però ascolto tantissima musica diversa, di vario genere. Credo che in un modo o nell’altro ogni artista diventi una fonte di ispirazione in grado di arricchirti. E quindi mi piace pensare che, assieme ai cantautori, Beck, i Led Zeppelin, i Subsonica, Ben Harper, Corinne Bailey Rae, Michael Franks… convivano tutti insieme nella mia crescita.

L’Atmosfera diventa sognante con il brano Vorrei dirti un sacco di cose adesso. Una dedica d’amore verso?

Una persona amata in un modo che si fa sempre più complicato a causa del troppo pensare, delle troppo ingombranti sovrastrutture che stupidamente crediamo sia impossibile abbattere.

Vivere sul tuo collo, un’altra canzone di È. Sorridendo ti chiedo se hai ma pensato di realizzare questo modalità?

Direi proprio di sì! È proprio da questo pensiero fantastico che nasce il brano in cui immagino tutto ciò che di meraviglioso accadrebbe se fosse possibile vivere sul collo della persona che amo.

Nella versione digitale di È si trova anche un videoclip di Giungla diretto da Valentina Be e ispirato al suicidio di Tom Nicon, l’ottavo giovanissimo modello morto negli ultimi due anni. Il tuo parere su questo problema sociale?

Il suicidio dei giovani è un evento agghiacciante. Con il videoclip abbiamo voluto contestualizzarlo in un ambiente apparentemente patinato e considerato frivolo, come quello della moda. In realtà spesso è proprio in questi contesti che si celano i drammi più profondi. Valentina Be ha ritenuto che la storia che abbiamo raccontato si sposasse bene con il testo e l’atmosfera della canzone, e anche io sono stata entusiasta di questa scelta. Spero che questo video possa scuotere l’emotività dell’ascoltatore e non lasciarlo indifferente.

Hai un tour in programma?

Sì! Il tour partirà il 24 Marzo da Bari (Teatro Forma) e proseguirà toccando molte città italiane. Mi esibirò suonando la chitarra e usando una loop machine. Affianco a me sul palco ci sarà MaJiKer, bravissimo pianista inglese nonché arrangiatore del mio album. Non vedo l’ora!!

Un abbraccio e a presto incontrarti!!!

Un caro saluto a te.

Foto: www.sugarmusic.com

One thought on “Intervista a Erica Mou: “È” la musica come espressione dei miei sentimenti”
  1. Io adoro questa giovane
    Io adoro questa giovane artista, che ha realizzato un cd-capolavoro! Fatecela sentire e vedere più spesso,per favore.

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