Richard Dorfmeister e Rupert Huber ci hanno abituato ad assaporare le loro uniche atmosfere spesso tratte anche da scorci di vita privata in questo progetto che prende il nome di Tosca.
In occasione dellāarrivo di Joshua, Arthur e Conrad il duo viennese realizza J.A.C. niente altro che lāacronimo delle iniziali dei figli.
Richard Dorfmeister e a Rupert Huber raccontano la loro esperienza musicale in EXTRANET fra sonoritĆ funky e groove nel classico suono di Vienna.
Cosa ci puoi dire riguardo al titolo del nuovo album āJ.A.C.ā ?
Richard Dorfmeister: L’album si chiama J.A.C. sono le iniziali dei nomi dei nostri figli. I loro nomi sono Joshua, Arthur e Conrad. L’intero album ĆØ dedicato ai nostri figli.
Line di confronto fra J.A.C. e il vostro precedente album “Delhi 9”?
Richard Dorfmeister: Quello che cerchiamo di fare ĆØ tentare di restare nel nostro stile. Siamo molto influenzati dalle tendenze del momento. Non proviamo a creare un album electro o rock solo perchĆ© āfunzionaā. Noi rimaniamo con le nostre idee.
Ci conosciamo da tantissimo tempo, abbiamo creato uno stile suonando insieme con le nostre jam e in studio. Questo approccio puo’ con la musica puo risultare poco serio in realtĆ non lo ĆØ affatto. In studio noi ci divertiamo ĆØ difficile da spiegare.

Sebbene spesso invitate cantanti a collaborare con il progetto Tosca, i testi scritti sembrano non avere significato. Quale ruolo assumono gli stessi e le persone che sono invitate a collaborare con voi?
Rupert Huber: Si può dire che abbiamo ācostruitoā una famiglia immaginaria. Cerchiamo di stare insieme ad essere sulla stessa lunghezza d’onda.
Una voce in qualche modo riflette il lato interiore di noi stessi. Non ĆØ tanto descirvere certe memorie o fatti nelle nostre canzoni, quanto esprimere sensazioni e associazioni.
Richard Dorfmeister: Questo ĆØ il punto! Noi abbiamo registrato canzoni con una ragazza che ĆØ stata parte del concorso āCerca una Superstarā – una cosa che c’e’ un ogni nazione. Lei ha proprio una bella voce, cosi’ noi abbiamo cercato di lavorare con lei solo per curiositĆ . Una diciottenne con un sacco di ambizioni e di talento, aveva una bella voce ma non funzionava. L’abbiamo forzata ad andare verso certe direzioni ma non andava.
Penso che abbiamo bisogno di persone che abbiano una certa storia alle spalle, che abbiano fallito altrove. Noi abbiamo bisogno di quelle persone. Con persone piatte e perfette non funziona. Ci vuole un po’ di imperfezione.
Ci parlate della varietĆ stilistica di J.A.C., con frammenti dance e ritmi āsostenutiā come “Damentag” e “Superrob”?
Richard Dorfmeister: Possiamo dire che paragonato alle vere produzioni dance che vengono rilasciate sul mercato, non ĆØ del tutto dance la nostra. Ma funky nel vero senso del termine. I suoni che utilizziamo non sono mai suoni pre-impostati. Sono sempre interrotti da una certa āinusualitĆ ā e ādissacralitĆ ā Un suono di un normale organo non funzionerebbe per noi. Deve avere certi apetti specifici per attirare al nostra attenzione. Questo ĆØ una cosa veramente speciale he non puo’ essere insegnata nelle scuole di musica. Cosi’ ĆØ, una sorta di processo di esperienze dove transitano le nostre realizzazioni. Ancora non ha ancora raggiunto la sua fine. Pensiamo di essere ancora āon the roadā.
Sebbene con Tosca avete registrato più dischi in di Kruder & Dorfmeister. Tosca ĆØ stato sempre considerato un progetto parallelo rispetto a Kruder & Dorfmeister. Come consideri lāaffermazione?
Richard Dorfmeister: penso che Tosca abbia la sua identitĆ adesso. All’inizio era spesso confuso col progetto Kruder & Dorfmeister. Ma ora, dopo un paio di uscite, sempre più persone sono consce del progetto in questione. Certo si vive anche di luce riflessa dal successo di Kruder & Dorfmeister ma ora camminiamo da soli. Noi probabilmente abbiamo seguito il percorso più difficile e sarebbe potuto essere più facile chiamarsi Kruder & Dorfmeister e vendere milioni di dischi. Tosca ĆØ ancora in divenire. Forse ĆØ proprio questo che lo rende stimolante.
Il successo di Kruder & Dorfmeister ha in qualche modo āimprigionatoā voi per quanto riguarda il vostro suono?
Richard Dorfmeister: Ci ha definitivamente posti in un certo āformatā a cui non avevamo pensato. Ma tutto ĆØ posto in un certo clichĆ© perchĆ© la gente ha bisogno di labels che siano ambient o rock. Il processo di āetichettamentoā ĆØ una cosa normale. In America la chiamano musica Chill (relax). Ho dei problemi con questo perchĆ© āchillā ĆØ qualcosa simile al trip-hop.
Come gestisci il ruolo di padre con il tuo lavoro. Titolare di una label, dj e musicista?
Richard Dorfmeister: Ć possibile, in qualche modo. Non so come funzioni ma ĆØ da un anno che va avanti. Gli ultimi 2 anni ero un po’ depresso per la storia di 01. per me tutto segue l’economia e le sensazioni in generale della gente. Penso che quest’anno la curva sia nuovamente in ascesa. Cosi’ si accorda con le uscite discografiche, ho questa sensazione.
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Ascolta intervista audio a Dorfmeister e Huber del progetto Tosca.