Cinzia Leone sta per presentare in teatro “Outlet”, il nuovo spettacolo. Un’ottima occasione per incontrarla e ripartire da “Avanzi”, il fortunato programma televisivo che proponeva un nuovo modo di fare spettacolo nei primi anni ’90. Divenuto icona della televisione del nostro tempo.
Cinzia oggi si propone fra cinema, teatro, tv ed internet. Di Recente abbiamo apprezzato la presenza dell’attrice al cinema nel film di Federico Zampaglione dal titolo “Nero bifamiliare” e in “Le ragioni dell’aragosta” di Sabina Guzzanti. Prima hai detto “di recente”: non puoi unire le due frasi.
Devi cominciare un’altra frase per parlare di cose vecchie per non dimenticare i primi successi teatrali con “Polvere di stress”, “Stasera mi butto” e successivamente in Tv con “Avanzi”.
L’incontro ci permette di conoscere meglio le diverse sfaccettature artistiche e personali di Cinzia durante un percorso di vita dai tratti a volte non semplici.

Pronto?
No, Lia, mĆ² devo fa lāintervista, devi stĆ zittaā¦
Pronto? Pronto?
Pronto?
Eccoci quiā¦ allora, finalmenteā¦
Allora, io poiā¦ no, ho detto al cane de stĆ zitto, perchĆ©, eccoā¦ e poi, se vuoi, io ti leggo, diciamo, la sintesi di Outlet che io hoā¦ ho scrittoā¦
SƬā¦
E quindi, se vuoi, cheā¦ cioĆØ, non ĆØ proprio cortissima, perĆ², insomma te laā¦ se vuoi ti posso, ti posso dire questoā¦ non lo so tu quanto tempo hai.
Io ho tutto il tempo che tu vorrai concedermi a tua disposizione.
Allora te leggo tutto il comunicato stampa, che cāentra, tutta la pagina, tanto ĆØ messa in maniera leggera, diciamo, non ĆØ messaā¦ cioĆØ, non ĆØ che ti leggo (adotta un tono serioso) āIl significato dello spettacolo ĆØ un significatoā¦ā capito, non ĆØ questo.
Cinzia Leone al microfono di Extranet, benvenuta Cinzia!
Benvenuti voi, benvenuti tutti, eccoci!
Ritorni in teatro con questo spettacolo, ed ĆØ stata unāottima occasione per entrare, appunto, in contatto. āOutletā, cosa vuol mettere fuori, Cinzia Leone?
Allora, io voglio mettere fuori che praticamente dentro non cāabbiamo un bel niente, ecco, detto in termini rapidi e sbrigativi. E che, in realtĆ , ci mettiamo moltoā¦ molto poco di nostro nella vita, per realizzare gli obiettivi nei quali crediamo, o che vorremmo che si realizzassero. Mentre invece la realtĆ ĆØ che se uno vuole ottenere i risultati, nella vita se deve impegnĆ . Ā«Io voglio avĆØ i sordiā¦Ā» Lavora! Ā«Io voglio diventĆ famosoā¦Ā» Impegnati! Studia, fai qualcosa!
Ecco, quindi, che ĆØ sacrosanto, voglio dƬ, che ognuno di noi abbia il desiderio di realizzare sĆ© stesso al massimo, appunto, de apparƬ come a Madonna, agli altri e a sĆ© stesso, ĆØ assolutamente sacrosanto.
Per riuscire, perĆ², a poter fare questo, bisognaā¦ avere costruito qualche cosa che sia degno di essere guardato, sennĆ² tu appari ma non se ne accorge nessuno, diciamo, ecco.
Nuova linfa vitale in questo spettacolo. Potremmo definirlo cosƬ: nuova linfa, nuovo nutrimento per il lato artistico di Cinzia?
Beh, guarda, io non so se addiritturaā¦ diciamo che io mi nutro della realtĆ e cerco in qualche modo di capirla, di comprenderla e, soprattutto, di restituirla agli altri in maniera leggera, comica, forse piĆ¹ sopportabile di quando la guardiamo in maniera cruda, eā¦ rendendoci conto, a volte, delle nostre miserie, dei nostri limiti, delle nostre incapacitĆ che sono anche quello assolutamente umane e comprensibili.
PerĆ², diciamo che io cerco di fare questo lavoro, che poi credo sia un compito artistico, di prendere la realtĆ nuda e cruda e di restituirla al prossimo, come se fosse un fiorellino, ecco.
Con un sorriso.
Parlavamo di realtĆ , anzi, “parlavi” di realtĆ , ma Cinzia Leone quanto vive la frenesia del nostro tempo?
Si parla di societĆ frenetiche, dove tutto avviene in modo cosƬ talmente tanto veloce ed immediato che a volte i sentimenti hanno difficoltĆ ad essere, come dire, assorbiti, metabolizzati.
Eh, certo, perchĆ© secondo me facciamo un sacco de cose, le facciamo molto in fretta ma nun famo niente! Questo poi ĆØ il punto fondamentale, perchĆ© qui ci agitiamo molto, ma non ci gustiamo niente di quello che facciamo, perchĆ© cāĆØ un istanza moltoā¦ un poā nevrotica, che ĆØ quella di fare il piĆ¹ possibile per avere la sensazione di essere molto vivi, e siamo molto vivi quando in realtĆ ā¦ siamo in contatto con le nostre emozioni, e sentiamo āveramenteā quello che facciamo.
Altrimenti rischiamo solo di fare finta di farlo, ĆØ un peccato, no?
PerchĆ© invece quando ĆØ vero, diciamoci la veritĆ , ĆØ una gran figata! In tutto, eh?
Anche le parti dure, difficile della vita, perĆ² fanno parte della vita, eā¦ e uno poi ĆØ spinto superarle, ad andare oltre.
A tuo avviso, in un certo senso, lāindividuo, lāessere umano oggi, ha bisogno di spettacolarizzare la realtĆ per sentirsi vivo, come tu dicevi pocāanzi. Di sentirsi protagonista assoluto, cioĆØ, uno ĆØ noto ed ĆØ qualcuno, altrimenti si ĆØ nessuno?
Bravo! Intanto hai detto una cosa giustissima che era poi, guarda caso, proprio lāargomento del mio spettacolo precedente, āPoche idee, ma molto confuseā, che in realtĆ poi ĆØ un aforisma di Flaiano, che io ho preso in prestito. Ed era il bisogno di spettacolarizzare la vita, molto piĆ¹ che di viverla, bravissimo! Io credo che in realtĆ , perĆ², il fatto di spettacolarizzarla sia una forma, la posso dire la parola, molto paracula, per non rischiare, perchĆ© sai qual ĆØ il problema?
Che a volte, quando tu ti metti alla prova rischi di scoprire un limite. Rischi di scoprire di essere magari un poā incapace, oppure quanto meno di sentirci, e quello ĆØ un momento di dolore.
Sinceramente uno cerca di evitarselo. Ecco perchĆ© pretende de apparƬ come la Madonna, ma senza essĆØ stato votato, tanto meno da Dio. PerchĆ© in realtĆ ĆØ una soluzioneā¦ la soluzione di un bambino, ĆØ la magia, cioĆØ adesso arriva la fata de Cenerentola, cioĆØ er pusher de Cenerentola, quella che ha trasformato e rote in carrozza, i cani in cavalli, hai capito, il gatto in cocchiere, e fa la magia. Invece la cosa piĆ¹ bella, io credo che la vera magia della vita sia lāopportunitĆ di poterlo fare ānoiā, e non de vince allāenalotto. Poi se uno vince allāenalotto ben venga, io ni i butto se vinco, attenzione.
Ma la sfida, quella che mi dĆ gioia, che mi da la misura di me stesso, ĆØ vincere la āmiaā sfida. mettendoci dentro tutto quello che posso, per arrivarci, quello ĆØ un momento di felicitĆ che non te lo puĆ² portare via nessuno. E manco lo devi mette in banca, quindi manco te fregano i soldi.
Posso permettermi di rivolgerti una domanda, forse un poā troppo personale, alla quale naturalmente puoi anche non rispondere?
Certo che ti puoi permettere.
Parlavamo di sfide. Nella tua vita ci sono stati tanti momenti importanti, positivi, e anche alcuni momenti difficili. La piĆ¹ importante, dalla quale sicuramente ne sei uscita vincitrice, cosa ti ha insegnato?
SƬ, ĆØ quello che sto dicendo agli altri. Io mi sono alzata da una sedia a rotelle, per un solo motivo: mi sono impegnata. Mi sono impegnata come un bue, cioĆØ, ho lavorato, ma ĆØ stata forse lāavventura piĆ¹ bella della mia vita. Scusate, qui rischio di commuovermi, non ci posso fare niente. PerĆ² ĆØ tutta veritĆ , quindi non mi vergognoā¦ perĆ² ĆØ chiaro che dietro cāĆØ questo, ma perchĆ© in realtĆ mi commuove lāesserci riuscita.
CioĆØ, quello che mi fa venire da piangere ogni volta ĆØ lāidea di avercela fata, di aver quasi cancellato completamente qualunque segno.
Attenzione, avendo avuto la fortuna immensa di poterlo fare, perchĆ© molti sono condannati loro malgrado. Ma io che ho avuto due emorragie celebrali e che in qualche modo avevo lāopportunitĆ ā¦ perchĆ© il sangue non aveva lasciato delle lesioni definitive nel cervello, quindi il neurologo in America māha detto: Ā«Tu puoi recuperare se vuoi, impegnati.Ā»
E io da quel momento non mi sono data tregua. E allora ho scoperto che possiamo diventare belli, addirittura belli, possiamo lavorare sul nostro corpo, possiamoā¦ certo, bisogna avere fede in se stessi.
Bisogna non smettere, e anche se ĆØ dura, bisogna ogni tanto farsi abbracciare da un amico, per chiedere aiuto.
Adesso parafrasiamo un attimo sulla realtĆ , e stemperiamo anche un attimo questoā¦ questo momento. Il tuo aggettivo verso i reality?
Il mio aggettivo verso i reality ĆØ āfintiā. Ma non i reality in assoluto: i reality per come vengono proposti, perchĆ© il reality in realtĆ a me sembra un ottimo meccanismo, ma non capisco perchĆ© non avere il coraggio di farli veri.
CioĆØ, non scrivere le situazioni, non inventarti, non cāĆØ bisogno di inventarti le prove, fai vedere veramente che cosa fa la gente lƬ. Se non hanno niente da dire, vuol dire che hai sbagliato persone. CioĆØ, mi piace lāidea di vedere delle persone, per esempio, su unāisola al di fuori di tutto.
Si possono anche creare delle occasioni di prova, per caritĆ , ma litigare per finta, e creare delle meccaniche finte, delle dinamiche finte, credo che non serva: siamo giĆ pieni di fintume, giĆ fingiamo con noi stessi, perchĆ© bisogna allontanare la gente da se stessa, invece di darle la mano e avvicinarla.
In questo momento, proprio in questi giorni, stai provando ilā¦ stai, come dire, ripetendoā¦ si puĆ² dire āripetereā per uno spettacolo?
SƬ certo, sto ripetendo, studiando, capendo quello che ho scritto, pensa che arrivo a dirti.
Ecco, stai facendo tutteā¦
Sto capendo adesso quello che ho scritto prima. Stai facendo tutte queste cose perchĆ© il 26ā¦ il 26ā¦Novembre.
Il 26 novembre partirĆ , appunto, la prima data di āOutletā, il tuo spettacolo. Il ritorno in teatro di Cinzia Leone. Il ānuovoā spettacolo, perchĆ© io poi ogni due o tre anni ne tiro fuori uno, eā¦ grazie al cielo, anche perchĆ© per andare in tutta Italia due annetti me servono come minimo, tre.
Il ritorno, dicevo, dopo appunto la pausa datata 2006, con āPoche idee ma molto confuseā che dicevamo pocāanzi. Rispetto al 1981 ne sono passati di anni, ma veramente tanti, e quindi rispetto a āPolvere di stressā. Che cosa ĆØ cambiato in Cinzia Leone nellāapproccio con il pubblico, se ĆØ cambiato qualcosa?
E certo, ātuttoā ĆØ cambiato. Allora, nel 1981 io in quello spettacolo, che non era mio, io ho scoperto e ammesso di voler fare lāattriceā¦ lƬ. E ci sono arrivata per caso, perchĆ© ĆØ venuto un amico registaā¦ io volevo fare la psichiatra nella vitaā¦ un amico regista che io ho chiamato teatrale a darci una mano, ha detto: Ā«CāĆØ una sola persona in grado di recitare, qui: tu.Ā» E ha indicato me. Io mi sono spaventata, perĆ² poi mi sono divertita, perchĆ© come diceva un mio analista: Ā«Le attitudini si rivendicanoĀ».
Se uno ĆØ un suonatore di violino, prima o poi il violino lo suona. E quindi che cosa ĆØ cambiato? Eā cambiatoā¦ cioĆØ, non ĆØ che ĆØ cambiato, ĆØ nato, sono nata io come persona in grado di comunicare con gli altri, e ho scoperto il piĆ¹ grande forziere della mia vita: il rapporto con gli altri, in scena. Vero, perĆ².
Quando ĆØ vero, non quando ĆØā¦ non quando ĆØ protetto da una maschera, da un personaggio, quando non ci sono difese, quando entri e agli altri ti offri metaforicamente nuda, senza nessun tipo diā¦ e veramente stai entrando per incontrare gli altri e per dargli tutto quello che gli puoi dare.
Seguendo un percorso, sul quale hai lavorato, ma la bellezza e la vitalitĆ dei miei spettacoli, io devo essere sincera, non la cambierei con nulla e con nessuno. CioĆØ i miei spettacoli sonoā¦ ogni tanto ho la sensazione i teatri scoppino.
La gente ride, poi alla fine a volte piangeā¦ Ā«Io non me ne vadoā¦Ā», non se ne vanno loro, soprattutto. Ecco, questo ĆØ il problema! Me potete dĆ una mano? La gente non esce dai teatri.

Il pubblico che ti segue da anni ĆØ molto affezionato, alla tua persona piĆ¹ che al personaggio. Si basa, questa teoria, sulle parole che hai detto pocāanzi, ritieni?
Eh, perchĆ© in realtĆ non ho un personaggio. Coincido. Sono la stessa cosa. E quindiā¦ e questo evidentemente le persone lo percepiscono. Sai, nonā¦ quando dico queste cose non dico: Ā«Quanto sono bravaĀ» che ĆØ una cosa che detesto, Ā«sono cosƬ sinceraĀ».
Ć che questo risultato ĆØ dato dal mio bisogno ārealeā di incontrare gli altri. Io ho urgenza, io ho bisogno degli altri.
Ć per questo che sono realmente sincera, non perchĆ© sono brava e quindi ho capito che essere sinceri nella vita ĆØā¦ non so, non ĆØ quella retorica stupidina insopportabile. Io ho bisogno degli altri. Ho bisogno della loro approvazione. Ho bisogno del fatto che non se ne vadano dal teatro, e stiano lƬ con me.
PerchĆ© vuol dire che quello che sto facendo lo sto facendoā¦ in maniera tale che a loro interessi, che a loro serva.
Forse ĆØ anche questo il vero modo di fare teatro: avere questo feedback, questo scambio continuo fra attore e pubblico.
Non lo so, se ĆØ il vero modo. Questo mi sembra eccessivo, mi fa paura. Io nonā¦ io ho paura delle veritĆ , perchĆ© le veritĆ non esistono.
Sicuramente questo ĆØ un modo che ha senso, visto che avviene che la gente lo cerca. Poi non ĆØ il vero modo di fare teatro, ĆØ il mio, e ognuno ĆØ liberissimo de fallo come je pare.
PerchƩ, poi a un certo punto bisogna avere il coraggio, lo sai, di uscire dalla dinamica per la quale ognuno di noi pensa di aver trovato la soluzione giusta nella vita.
Aā soluzione giusta na aā vita nun cāĆØ, cāĆØ a vita.
Cinzia Leone: cinema, teatro, tv ed internet. Adesso per un attimo spostiamo il focus al piccolo schermo: hai avuto due importanti collaborazioni nel 2007, quella con Federico Zampaglione, il leader del gruppo dei Tiromancino, in āNero Bifamiliareā, e Sabina Guzzanti, che abbiamo incontrato un paio di settimane fa a parlare della sua realizzazione, āLe ragioni dellāaragostaā. Ć stato in un certo sensoā¦ ripassami questo termineā¦ la āreunionā di āAvanziā, un altro fortunato format televisivo che forse, in un certo senso, proponeva un nuovo modo di fare comicitĆ in televisione?
Sicuramenteā¦ ĆØ stata molto dura lāidea di rivederci tutti quanti, perchĆ© comunque era stata una separazione faticosa, dolorosa, quando non ci siamo visti per tutti quagli anni, perĆ² questo poi cāha permesso anche di crescere. A volte le separazioni sono necessarie per crescere.
Rivederci ĆØ stata unāemozione, una bellezzaā¦ rincontrarci, e scoprirci cresciuti, ĆØ stato meraviglioso, e adesso credo che potremmo fare moltissime cose insieme, se la televisione permettesse di fare delle cose sensate, oltre che delle cose che danno solo consenso, che vanno solo lƬ a dire: Ā«Quanto ĆØ bella la televisione.Ā»
Ma non vedete che non cāĆØ piĆ¹ una critica in televisione?
Non cāĆØ piĆ¹ un momento di satira, non si puĆ² piĆ¹ direā¦ non si puĆ² nemmeno esprimere un parere su quello che avviene nella realtĆ , in televisione. Bisogna soltanto dire che va tutto bene, ĆØ tutto molto bello, e che la gente va molto dāamore col fidanzato, punto.
Un poā la famigliaā¦ per non fare pubblicitĆ , ma un poā la famiglia felice, dove tutto funziona perfettamente, in un campo fiorito.
Beh, diciamo che prima la televisione proponeva questo modello, adesso propone in termini moderni, attuali, lo stesso concetto. CioĆØ, nessuno di noi puĆ² andare in televisione a dire: Ā«Ma perchĆ© uno che ĆØ stato arrestato per appropriazione indebita, je danno un programma e je fanno tutto un programma intorno?Ā» Ma deve sta a casa, se cāha gli arresti domiciliari, no sui giornali, cĆ² quattro pagine.
CioĆØ oggi, se tu ti azzardi a direā¦ per evitare che una cosa del genere venga detta, non ti fanno proprio varcare lāingresso. Io sono ritornata lāaltra sera da Bertolino, ospite a Glob, perchĆ© va in onda alle 23.45.
CioĆØ, nonā¦ cercano semplicemente degli ospiti televisivi che siano talmente felici de sta in televisione, perchĆ© non sanno manco loro come je successa, stĆ cosa, questo: Ā«Si, ciao! Ciao, si, si, ciao!Ā» Questo ĆØ il tono, ma tutto il tempo, perĆ², tutti i giorni.
E adesso parliamo di internet. Una via di fuga ad una televisione ormai, tra virgolette, finita?
Ma la televisione non ĆØ affatto finita. la televisione finirĆ inevitabilmente se continuano a farla cosƬ, e se permettono solo ai Simpsonā¦ ormai gli unici che possono permettersi di raccontare il lato oscuro di questa societĆ so i Simpson! Noi non possiamo dƬ āna parola!
Quindi la televisione in quei termini certo che ĆØ morta, non ĆØ televisione.
Ćā¦ appunto, ĆØ marmellata, nonā¦ dove, dove tuā¦ dove praticamente viene veramente ufficializzato, istituzionalizzato e accettato chi obiettivamente non ĆØ un eroeā¦ ĆØ āno zozzone, ma mannatelo a casa! E non cāĆØ, invece, il coraggio di far passare in chiave ironica quella che poi ĆØ la parte dolorosa della vita. Ć questo il significato profondo della comicitĆ e dellāironia, anche.
Quindi āAvanziā aveva il coraggio di passare anche per questo, in qualche modo. CioĆØ, io che ho fatto tutte le parodie con le quali mi sono divertita come un pazza lavoravo proprio sulla chiaveā¦ in cui il personaggio si proponeva. La Fenech, la Dellera, che comunque sono sul mio blog, la Mussolini, molti filmati ho cercato di rimetterli. Erano proprioā¦ io lavoravo sulla Dellera, suā¦ quello che mi faceva molto ridere era il modo in cui loro si proponevano pubblicamente. E poi il fatto che in realtĆ dentro cāera unāaltra cosa.
Ma era il fatto di nascondere lāaltra cosa che mi faceva molto ridere.
Faceva molto ridere tutti, perchĆ© poi, insomma, sappiamo quanto ha fatto ridere. E, devo dire, quanto fa ridere oggi ancora, perchĆ© continuo a ricevere messaggi, eā¦ la gente ogni volta che li vede ride come una pazza.
Quindi ĆØ per questo che poi li ho messi sul mio blog, sotto ilā¦ Cinzia, io non so come si chiamano, ci sono quattroā¦ me sembrano 4 carte da gioco quando apro il mio blog.
Una se chiama Cinzia, vai lƬ e ce stanno questeā¦ non so, come se chiamano, tu o sai come se chiamano?
āPaletteā
Come?
Si chiamano āpaletteā in gergo tecnico.
āPaletteā se chiamano?
SƬ, si, āpaletteā si chiamano.
Ma mica ce vai ar mare, co eā palette!
E, purtroppo si chiamano cosƬ. Lāindirizzo internet del tuo blog, ne parliamo tra poco e poi non ti ruberĆ² altri minuti importanti?
No, ma a me māha fatto piacere, eh. Non māhai rubato niente, ci siamo scambiati qualcosa. Parlo con le persone, che me rubi? Ma lāindirizzo lo vogliamo dire?
Certo!
Allora, pensa se adesso non me lo ricordoā¦ www.cinzialeone.com, ĆØ giusto secondo te? Tu lo sai con certezza, non ĆØ che ho detto una cretinata, no?
Io ho di fronte a me uno dei monitor collegati, appunto, con il tuo blog. Ma cosa metti nel tuo blog. Fammi capire questa cosa perchĆ© mi piace troppo pensare che unāartista possa interagire finalmente in modo attivo con un sito internet, con uno spazio. CioĆØ, per esempio, si parla in prima pagina di āOutletā. Come vivi il rapporto?
SƬ, beh, adesso ho presentato ovviamente lo spettacolo. In anteprima, ho fatto vedere il manifesto. Diciamo cheā¦ diciamo che in realtĆ ĆØ veramente una specie di bar, di barā¦ di bar, come si chiamaā¦ aiutamiā¦
…dello sport?
Di bar interattivo.
Ah, di bar interattivo.
Nel senso che ĆØ un luogo dove si va aā¦ dove io propongo degli argomenti, e partono delle discussioni, e chi vuole partecipa. PerĆ² ĆØ un luogo de confronto, infatti quando la gente si insospettisce sui nuovi che entrano, o su quelli che a volteā¦ ĆØ chiaro che entrano anche cazzeggiandoā¦ Io li sgrido, nel senso che… ognuno poi ĆØ libero di proporsi come vuole.
Non ci si puĆ²ā¦ nāse riesce a litigĆ pure su internet! Beh, guarda, io a me questa cosa me fa morƬ! Le litiā¦ la gente riesce a litigare, a scaricarsi addosso aggressivitĆ , su internetā¦ ma come matti!
Proprio nonā¦ non ci si riesce a rinunciare.
Quando hai deciso di fruire di questo grande bacino di utenza?
Ma, in realtĆ la rete ĆØ solo unāopportunitĆ di poter fruire del bacino di utenza, ossia della gente, e a me interessa quello. Io prima o poi andrĆ² in giro peā citofoni, forse non avete capito. CioĆØ, io prima o poi, proprio tipo i testimoni de Geova, perĆ² non ĆØ che possoā¦ e salgo. Ā«Vuole un caffĆØ?Ā» Ā«Si, so venuta a pijĆ un caffĆØ, vuole che je faccio un attimo de spettacolo? Sta giĆ¹ oggi?Ā» CioĆØ, in realtĆ io nonā¦ la cosa che continua piĆ¹ di qualunque altra aā¦ veramente aā¦ ad esercitare su di me il fascino estremo della vita, ĆØ veramente scoprire chi cāĆØ dietro alle facce che ho intorno.
E questa ĆØ una cosa molto bella, con la quale concludiamo questo incontro. Non prima di aver ricordato āOutletā, il tuo spettacolo, nei teatri italiani dal 26 di novembre.
Intanto a Roma debutto al Teatro Olimpico, e poi chiaramente questo spettacolo avrĆ vita, spero, ecco. Se non ce lāha, pĆØ cortesia, se gliela diamo, me fate na cortesia. Ecco, tutti insieme, diamo vita a āOutletā.
Grazie a Cinzia Leone per essersi raccontata in questi minuti. Per aver fotografato, forse ĆØ meglio dire cosƬ, il suo percorso di vita.
Non lo so, ne ho parlato con voi, e lāhoā¦ lāho guardato, lāho riguardato insieme a voi. Come se fosse un album fotografico, appunto.
Come se fosseā¦ si. Lāabbiamo riguardato insieme.
Grazie, Cinzia.
Ma grazie a voi.
In bocca al lupo per tutto. Ciao, grazie!
Ciao!
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– Parte 2.