Uno stile di «musica ricreativa» presenta il nuovo lavoro per la band romana dei Saesciant. Il disco s’intitola Andiamo a Zanbibar un lavoro creativo ed allo stesso tempo ricco di ironia che si basa sull’amicizia di cinque ragazzi musicisti.

La loro musica promuove messaggi chiari che richiamano aspetti e tendenze sociali del nostro tempo. Rispondono: Marco Pofi, Umberto Cutillo, Carlo Zamboni

Incontriamo i Saesciant ai quali chiediamo cosa significa un lavoro tra rock e «canzoni di fuga»?

Marco: Quando ero piccolo pensavo fosse la stessa cosa. Poi fermiamoci un attimo canzoni di fuga significa che uno si prende il lusso di guardarsi da un altro punto di vista…ma di guardarsi, non di fuggire. La scoperta della Terra mi sembra completata da qualche anno, come viverci ora che ci conosciamo tutti (alberi compresi) un po’ meno. Umberto: Il rock è spesso un modo per fuggire. anni fa la gente scappava di casa per andare a vedere i Beatles. Noi fuggiamo più che altro verso casa, verso le nostre canzoni. Carlo: e speriamo di trascinare chi ci ascolta in una fuga dall'”Alternativo” che ci viene propinato come tale tutti i giorni ma tale non è. La nostra è una fuga alternativa dall'”Alternativo” cerchiamo di farlo in musica perché è l’unico modo che conosciamo per esprimerci sensatamente.

Come avviene l’incontro e la decisione di costituire una band i Saesciant?

Marco: Sul mare, tre amici, tre rose e due multe. Umberto: L ‘incontro è avvenuto anni fa tra me e Marco…come tutti i ragazzi che suonano avevamo e abbiamo un sogno. E’ stato deciso tutto dal sogno. Carlo: Si inizia per gioco e poi se ne rimane invischiati prima di potersene rendere conto.

Mi descrivete l’affermazione di «musica ricreativa»?

Marco: Non spetta a me. Umberto: Hai presente la ricreazione della scuola? È quel momento in cui stacchi la spina da tutto e ti diverti e basta. Con un occhio però alla lezione successiva….cosa che però a me capitava raramente. Carlo: Invece di arrampicarci sugli specchi per cercare un genere di riferimento, il genere ce lo siamo creato da noi…non siamo stati pigri.

Questi alcuni elementi che caratterizzano il vostro album Andiamo a Zambiar. Un sogno da realizzare?

Marco: Si vogliamo vivere di questo sogno, offrendolo con i sottotitoli. Ci riserviamo ancora qualche passaggio in lingua originale, vedi il nostro nome. Umberto: Come detto prima si. Un sogno, uno scopo, una missione, una mansione. Carlo: Una necessità. Una proposta che non poteva essere rifiutata per rispetto a tutto quello che abbiamo fatto fino a questo momento.

Quali sono i vostri ascolti?

Marco: Ora sto ascoltando l’ultimo di Bobo Rondelli e Life Gate Radio Umberto: Adesso mi sto ascoltando i Justice e Miles Davis periodo “cool”. Due cose che veramente non c ‘azzeccano l’una con l’altra. Ascolto ciò che reputo bello, ecco. Con un orecchio a Lady Gaga Carlo: Poco ultimamente. Tanta radio…cosa che non ho mai fatto prima e comincio anche a capirne il perché.

Cosa vi aspettate da questo lavoro?

Marco: Di salire un altro scalino…spero un paio Umberto: Fama, successo e perché no, un aspirapolvere. Carlo: e soldi per farne un altro 🙂

Come valutate la scena della promozione della musica in tv?

Marco: Se avessimo dei soldi per fare un video a un qualsiasi nostro pezzo bene, quindi male. Umberto: Non vedo una scena. Vedo un ammasso di soldi spesi per farti canticchiare: A Novembre. Carlo: Mtv è una figata! (penso di aver detto questa frase l’ultima volta nel 1994) Spendere i soldi per far cantare Novembre va pure bene, la cosa squallida è che viene fatto SOLO per quello… ma non credo ci si possa aspettare di più al momento.

Un lavoro questo che lancia messaggio chiari utilizzando l’ironia?

Marco: Sì, è l’unico modo di arrivare all’orecchio di una persona sfiorandole una guancia. Umberto: Direi più un’ironia che lancia un messaggio di lavoro. Carlo: L’atteggiamento che abbiamo nella vita di tutti i giorni si riflette nelle nostre canzoni, così come il nostro modo di vedere le cose…qualcuno ci ha fatto notare che i testi di Marco sono criptici e non immediati… stiamo cercando di migliorarci: stiamo lavorando su un pezzo nuovo che s’intitola: Più bella cosa non c’è, più bella cosa di te.

Foto: www.myspace.com/saesciant

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