L’arte del reinventarsi trova sempre un media per esprimersi, è questa regola vale anche nel caso di Antonio Andrisani che dopo un percorso di scrittura per sceneggiature si ritrova con Francesco Fecondo a realizzare un disco che ha molto del satirico.

Incontriamo Antonio per raccontare di Andrisanissima, bentrovato

Ciao, Patrizio, grazie.

Ti annunciavo come produttore di un lavoro satirico. Quanto ti ritrovi in questa affermazione?

Prima di parlare di satira in queste ore non si può evitare di fare un profondo respiro. Comunque si, l’approccio satirico è quello che utilizzo anche nel mio cinema e, in generale, in tutta la mia comunicazione. È un linguaggio privilegiato ed efficace per raccontare le contraddizioni della nostra società e, aggiungo, della nostra specie. In Andrisanissima mi sono concentrato sulla nostra Italia con la collaborazione ai testi di David Belfiore.

Perché hai scelto di spostare la tua attenzione dalla produzione di testi per sceneggiati a quella di testi per musica?

Da molti anni faccio musica, in verità per divertimento e passione. Ho una band con l’amico chitarrista Peppino De Florio, insieme siamo gli Heroscimmia. Andrisanissima è il mio primo lavoro da solista. Scrivere testi è una forma di letteratura pop molto stimolante e ardua, perché richiede sintesi. Ma nonostante sia un esercizio creativo differente rispetto allo scrivere una sceneggiatura trovo che nei testi ci sia una grande unità ispirativa e dei contenuti che raccontano bene la mia visione del mondo.

Quali gli ascolti che hanno influenza to il lavoro?

Sono un grande appassionato di musica e collezionista di dischi, soprattutto di pop-rock. Le influenze potrebbero essere infinite, ma in questo disco ci siamo volutamente soffermati su sonorità tra il pop elettronico cantautorale e l’italodisco.

E dell’incontro con Francesco Fecondo?

Senza Francesco non sarebbe esistito nulla. Trovo sia un autore geniale e gli auguro di avere tante soddisfazioni dalla musica. Lui è un compositore molto raffinato, a tratti barocco. Con me ha sperimentato una forma canzone più diretta perché era quello che cercavo.

Andrisanissima sembra un lavoro di nicchia e forse una denuncia al sociale?

Sì, è un lavoro di nicchia volutamente bizzarro. Ma nonostante sia il disco di esordio di un anziano cantante devo dire che ha ricevuto un’accoglienza carina e alcune attenzioni particolari. Si, tutto sommato, è un concept su un Paese allo sbando…e fin qui nulla di nuovo. Però la critica, insieme ad alcune timide ricette per stare meglio, viene suggerita attraverso dei testi post-moderni. Forse è questo l’elemento più interessante dell’album…

Nel disco c’è un omaggio ai Krisma, storico duo electro-pop. Come nasce Convertino?

Convertino è la prima canzone scritta con Francesco. Come spiegavi, è un omaggio ai Krisma, ma anche a Mario Convertino, grafico milanese che ha firmato le loro copertine e quelle di tanti altri colossi della musica italiana. La canzone è nata dalla nostalgia per quel periodo magico tra la fine degli anni 70 e gli inizi degli 80. Il synth-pop è stato la colonna sonora della mia adolescenza. Maurizio e Cristina hanno apprezzato molto il brano e l’hanno pubblicato sul loro portale Krisma Tv. Ho avuto, poi, l’onore di cantarlo in apertura di un loro concerto a Bari.

Parliamo dei due divertenti video che accompagnano i singoli del disco? Sono scritti da me e diretti entrambi da Amila Aliani. Kolossal e L’Apocalisse sono le due canzoni-manifesto del disco. Sono dedicate esplicitamente all’Italia che viene citata nei testi. In modo minimale, sia nelle parole sia nelle immagini, c’è il racconto di un Paese inaridito e senza molti punti di riferimento. Il video de L’Apocalisse (di seguito) vede l’amichevole partecipazione di Antonio “Tata” Stornaiolo.

Foto: Ufficio Stampa

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