Un ricordo in blues: questa è l’impronta sonora che sbarca a cinquanta anni esatti dal primo ed omonimo disco degli Stones e dall’apparizione sul mercato dei Beatles in America. Era l’inizio della “British Invasion” che avrebbe dato spazio a diversi artisti internazionali.

Al microfono di Patrizio Longo incontriamo il bluesman Rudy Rotta che racconta di The Beatles vs The Rolling Stones, bentrovato.

Grazie mille, bentrovato a te!

Un Album di confronto, di storia e di presunte rivalità tra icone della storia della musica?

Sì, è esattamente così; sono le due band che hanno diviso tanti fans nel corso degli anni, anche se tra di loro non c’è mai stata una vera rivalità. Basti pensare che nel 1963 i Beatles diedero agli Stones il brano I Wanna Be Your Man; Jagger e Richards ne fecero il loro primo singolo di successo che venne poi registrato anche dai Beatles stessi.

Come sono state selezionate le canzoni da reinterpretare?

Ho seguito il mio istinto, evitando di pensarci troppo su. È stata una di quelle cose che nascono in maniera del tutto genuina e naturale, senza star dietro ad una logica particolare. Del resto, se avessi cominciato a soffermarmi troppo su quali canzoni inserire e come accoppiarle, probabilmente sarei ancora qui a ragionarci sopra. Vorrei inoltre aggiungere che nel disco sono presenti anche brani non particolarmente conosciuti, su tutti Con Le Mie Lacrime, versione italiana di As Tears Go By e ad oggi unico brano cantato nella nostra lingua dai Rolling Stones.

Billy Holiday affermava che <Tutti dobbiamo essere differenti. Non si può copiare un altro, e nello stesso tempo pretendere di arrivare a qualcosa.> Quanto è importante il concetto di reinterpretazione a differenza della semplice cover?

Io riesco a concepire il concetto della reinterpretazione solamente a patto che essa sia vera e sincera. Mi dissocio nel modo più assoluto dalle tribute bands, troppo spesso semplici copie sbiadite prive di una loro personalità.

Senza alcun dubbio i Beatles e i Rolling Stones hanno rivoluzionato con la loro musica un’intera società ed ancora oggi ne subiamo l’influenza. Nel tuo caso quanto è stata importante questa influenza?

Direi determinante. Mi sono affacciato alla musica nel momento in cui erano molti i gruppi con la tipica formazione a due chitarre, basso e batteria (vedi gli Shadows); poi improvvisamente venni a conoscenza del fatto che in Inghilterra le ragazzine si strappavano i capelli, urlavano e piangevano ai concerti dei Beatles.. Da un fenomeno così sciocco presi subito le distanze ma ben presto mi accorsi che erano arrivati i Fab Four e che il mondo, come lo conoscevamo, non sarebbe stato più lo stesso.

Hai condiviso esperienze con grandi artisti internazionali come B.B. King, John Mayall, Robben Ford cosa ti hanno regalato le stesse?

Ovviamente tantissimo, mi sono ritrovato sul palco o in studio di registrazione con i miei eroi, cos’altro potevo chiedere dalla musica? Ogni musicista con il quale ho collaborato mi ha lasciato memorie indelebili, ricordi che mi hanno aiutato a crescere, cercando sempre di capire che cosa desiderassi dalla musica. Credo di aver imparato questa lezione e vorrei tanto consigliarla a tutti i giovani artisti che pensano troppo spesso alla tecnica e poco alla musica; vorrei dire loro che la musica viene prima della tecnica e dei virtuosismi.

In The Beatles vs The Rolling Stones ci sono le partecipazioni di Quintorigo (in “Lady Jane & Julia)”, Gnu Quartet (in “Ruby Tuesday & Strawberry Fields Forever”) ed il percussionista Ernesttico. La suggestiva copertina e tutto l’artwork del disco sono a cura di Nico Panna (aka Lunicu). Come sono state scelte?

Sono state delle scelte dettate dal cuore. Gli ospiti che hai citato sono grandi artisti ai quali mi lega un sincero rapporto di amicizia e che hanno dato un notevole tocco di classe al mio progetto. Ho dato loro carta bianca per quanto riguarda gli arrangiamenti, chiedendo solamente che fossero “tradizionali” e sono stato accontentato. Sono rimasto estremamente colpito da quanto fatto da Quintorigo e Gnu Quartet; quando mi sono accinto a registrare le parti vocali con in cuffia i loro arrangamenti ho provato delle forti emozioni. Ad Ernesttico ho chiesto semplicemente di non essere troppo “latino” nelle percussioni. Nico Panna invece è un ottimo grafico che ha fatto un lavoro fantastico, mettendo in pratica con grande stile alcune idee a cui avevo pensato.

I tuoi progetti futuri?

Entro la fine dell’anno uscirà Volo Sul Mondo, un’iniziativa dedicata ai bambini di tutto il pianeta, sempre più afflitti da solitudine e disagio causati dall’eccessivo uso della tecnologia. Per il 2015 ho in serbo un nuovo album e nel frattempo tantissimi concerti in giro per l’Europa che potete visionare andando sul mio sito ufficiale www.rudyrotta.com. Ciao a tutti e buona musica!

Foto: Ufficio Stampa Blob Agency

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