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Incontriamo Peppe Servillo storica voce degli Avion Travel. Un live che ha coinvolto il pubblico riportando alla memoria diverse canzoni dal ricco archivio della musica italiana anni ’70. Ripercorriamo con l’Artista alcuni fra i momenti più interessanti della carriera, ricordando la prima fonte d’ispirazione con le atmosfere inglesi a metà degli anni ’80 relative alla new wave. Un riferimento all’affermazione di Paolo Conte “Nostalgia di un tempo mai vissuto”. Peppe descrive con particolari riflessioni questa frase dettata dall’amico e collaboratore. Un ringraziamento alla rassegna sudsalentofestival.it.

Come si coniugano i differenti carismi e le differenti personalità di Avion Travel e quale il link che lega la vostra personalità e il vostro modo di esprimere questa musica e naturalmente anche poi le vostre emozioni?

Forse proprio il fatto che siamo così diversi dagli altri, ognuno ha una piccola storia personale diversa ha fatto incontrare delle persone che nel cercare un mondo intorno a un’idea di canzone ha dato vita a questo modo di proporsi, a questo stile che qualcuno dice un pò teatrale, sembra quasi per certi versi della musica da camera alle volte, altre volte invece è musica molto d’istinto, molto di cuore. Vinicius De Moraes diceva: “La vita è l’arte dell’incontro”, ci siamo incontrati per fortuna tanti anni fà quindi anche il tempo ha creato un certo affiatamento fra di noi.

Avion Travel, la vostra idea di fare musica ricalca anche la scena new wave, quindi tutto il fenomeno inglese di questa musica degli anni ’80, ma siete riusciti a reinterpretare proprio la musica new wave dandole poi un colore e uno stile tutto italiano andando a pescare canzoni dal repertorio della musica italiana degli anni ’60 e ’70?

Sì, tu in effetti stai parlando delle origini del gruppo, di tanti anni fa, poi dopo quel periodo in realtà noi abbiamo proprio cambiato strada, abbiamo cominciato a considerare musicalmente la tradizione che ci apparteneva e quindi a reinventarla a modo nostro, che è la cosa più giusta anche per mantenere poi in un certo modo la tradizione e anche rinnovarla seppur nel nostro piccolo, non abbiamo la presunzione di rinnovare la tradizione della melodia italiana, ma di farci riferimento sicuramente.

Il punto di unione tra la musica new wave e quindi il rock d’oltremanica e poi appunto il voler reinterpretare la musica italiana?

A me piace la musica inglese, brasiliana, americana, alla fine quello che vincola il tutto è l’uso della lingua, dell’italiano perché la nostra prima musica, il nostro primo suono e quindi l’uso dell’italiano e anche del napoletano musicalmente ci vincola fortemente e questo è importante.

Un riferimento ad una frase che Paolo Conte disse qualche tempo fa e che vi fece riflettere molto “nostalgia di un tempo mai vissuto”. Come ti raffronti rispetto a questa affermazione di uno dei grandi protagonisti della musica italiana?

In questo periodo abbiamo la fortuna di lavorare con Paolo Conte che sta curando la direzione artistica di questo nostro lavoro nuovo che è una rilettura del suo repertorio quindi son tante le canzoni di Conte che hanno dei testi di grande valore, sebbene lui si consideri prima un musicista e poi un paroliere devo dire che come paroliere lo invidio, lui ha una capacità di sintesi notevole, del resto la canzone si pone come una sintesi e Paolo Conte proprio dice: “è un piccolo teatrino di tre minuti”, quindi bisogna avere la capacità in tre minuti di raccontarsi, di raccontare qualcosa, quello che qualche volta ci è riuscito di fare.

Pensi che in questi tre minuti siamo riusciti a dare una piccola fotografia di quelli che sono stati e sono gli Avion Travel?

Spero di sì, alla fine è un invito questo a chi ci ascolta a venirci ad ascoltare dal vivo.

Ascolta intervista a Peppe Servillo degli Avion Travel.

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